Selfie al posto di password: Amazon, MasterCard, Uber ci lavorano

Amazon ha brevettato un nuovo metodo di pagamento grazie al quale gli utenti potrebbero farsi un selfie per confermare la propria identità e completare un acquisto. Nel frattempo, MasterCard e Uber gia' consentono la verifica dell'identità con un selfie.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Mentre i produttori di telefoni sono impegnati nel migliorare la fotocamera frontale sui propri dispositivi per soddisfare la crescente richiesta degli utenti di farsi selfie di qualità, ci sono produttori che stanno studiando come rendere l’autoscatto piu’ utile.

E mentre Amazon sappiamo gia’ da alcuni mesi che sta studiando come rendere possibile per gli utenti farsi un selfie per per pagare gli acquisti, altre aziende stanno iniziando a testare metodi per rendere i selfie utili come strumento di autenticazione dell’identità per confermare pagamenti e non solo, da utilizzare al posto di password o impronte digitali.

Tra queste aziende c’è MasterCard, che ha lanciato un’app chiamata Identity Check Mobile (Controllo d’identità Mobile) con la quale i clienti della società possono utilizzare la loro carta di credito on-line verificando la propria identità semplicemente inquadrandosi il volto con la fotocamera dello smartphone.

Ecco come funziona: alla prima impostazione, l’app di Mastercard chiede all’utente di scattarsi un selfie, una foto che va a memorizzare nei propri server perchè con essa verranno successivamente confrontate le foto che l’utente si farà ogni volta che dovrà confermare l’identità per un pagamento – se le foto corrispondono, il pagamento verrà eseguito, altrimenti no.

Dal prossimo anno, MasterCard dice che i selfie di controllo verranno conservati all’interno dell’app in locale, quindi sul dispositivo dell’utente, e non sui propri server online, cosi’ da garantire una maggiore sicurezza.

MasterCard ha detto che gran parte dei clienti che ha in Europa e che utilizzano le app di mobile banking preferirebbero utilizzare la biometria invece di una password per confermare la loro identità.

Il servizio di ride-sharing Uber chiede ai suoi autisti di farsi una selfie ogni tanto prima di accettare una nuova corsa tramite l’app riservata ai soli conducenti. L’immagine raccolta viene confrontata con le immagini in archivio tramite uno strumento basato sul cloud di Microsoft.

Quanto i selfie si possono considerare sicuri come metodo di autenticazione dell’identità? Nel caso dell’algoritmo utilizzato da Uber, i selfie scattati vengono convertiti in una serie di numeri in base a determinati misurazioni facciali: per esempio, la larghezza del naso di una persona viene convertita per ogni scatto in un codice che viene confrontato con quello preso da una foto di riferimento.

In futuro, basterà farsi un selfie per pagare su Amazon.

Una domanda di brevetto depositata nello mese di ottobre 2015 e poi resa pubblica dallo United States Patent and Trademark Office suggerisce che Amazon sta preparando un nuovo metodo di pagamento per i clienti. Il processo richiederebbe agli utenti di farsi una foto (un selfie appunto) per confermare la propria identità e concludere un acquisto nel sito di e-commerce.

Come nota Re/Code, il brevetto si basa sulla tecnologia precedente di Amazon che consente a un dispositivo di autenticare qualcuno tramite il riconoscimento in una foto o un video. Questo ultimo brevetto, tuttavia, estenderebbe la possibilità di autenticare l’utente per completare un acquisto sul sito di e-commerce.

Non c’è niente di nuovo o di cui meravigliarsi. Nel mese di maggio 2015, il concorrente cinese di Amazon, Alibaba, ha presentato la sua tecnologia di riconoscimento facciale utile per l’autenticazione dell’identità di un utente. La tecnologia, denominata "Smile to Pay" (sorridi per pagare) e anche "Pay with a selfie" (paga con un selfie) è stata sviluppata dalla divisione finanziaria di Alibaba, Ant Financial. E’ ancora in fase beta.

Un anno piu’ tardi ecco arrivare Amazon con il brevetto di una sua tecnologia per permettere ai suoi utenti – in un futuro non definito – di pagare la spesa nel carrello su Amazon.com scattandosi un selfie.

"Mentre molti approcci convenzionali si basano sull’immissione della password per l’autenticazione dell’utente, le password possono essere rubate o scoperte da altre persone", si legge nel brevetto depositato da Amazon. "Inoltre, [gli approcci convenzionali] possono richiedere all’utente di allontanarsi da amici o colleghi di lavoro quando si immette una password [per evitare di essere scoperta], il che può essere scomodo o imbarazzante in molte situazioni."

Amazon sembra aver pensato anche al come evitare che una persona possa prendere una foto dell’amico per spacciarsi per lui e far pagare a lui un nostro acquisto su Amazon. Proprio per evitare il rischio che una foto possa essere usata per fregare il sistema, infatti, la tecnologia messa a punto da Amazon prevede di memorizzare alcuni movimenti dell’utente. Nel brevetto leggiamo che "certe azioni, movimenti, o gesti, come ad esempio sorridere, o inclinare la testa" potrebbero essere azioni che l’utente potrebbe fare per verificare la propria identità. Ma su questo ci sorge un dubbio: allora non basta un video dell’amico al posto di una foto per eludere il sistema?

Per quanto l’idea di ‘pagare facendosi un selfie’ puo’ sembrare interessante, ci sono ancora molti aspetti legati alla sicurezza che dovrebbero essere sistemati.

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