Google Allo trasforma Selfie in Sticker con la Rete Neurale

Google Allo converte i selfie degli utenti in stickers personalizzati per farli diventare come dei 'cartoni animati'.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

I selfie sono una forma di espressione molto diretta. Google lo sa, e per questo ha introdotto una nuova funzionalità nella sua applicazione di messaggistica Allo che converte i selfie degli utenti in stickers personalizzati per farli diventare come dei ‘cartoni animati’. Come questo sia possibile? Con una nuova funzionalità che combina le reti neurali intelligenti messe a punto da Google combinate con il lavoro di artisti per generare automaticamente la versione ‘sticker’ personalizzabile degli autoscatti.

"Catturare, condividere e osservare i selfie è diventata un’abitudine quotidiana per molti" spiega Jennifer Daniel, Expressions Creative Director di Google per Allo nel Research Blog di Google. "Oltre ad una funzione sociale, l’autoritratto è da tempo servito come mezzo per l’esplorazione di sé e dell’identità. Per alcuni, si tratta di capire chi sono. Per altri si tratta di proiettare come vogliono essere percepiti. A volte è entrambi."

Google ha dunque deciso di introdurre una funzione in Allo che utilizza una combinazione di reti neurali e il lavoro degli artisti per creare, partendo da un semplice selfie, un pacchetto di stickers personalizzati. L’utente deve solo scattarsi un selfie per avere entro pochi secondi una versione illustrata di sè, con anche la possibilità di personalizzare i risultati prima di iniziare a condividerli.

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L’approccio tradizionale di un computer per mappare i selfie e trasformarli in un disegno artistico sarebbe quello di analizzare i pixel di un’immagine e determinare algoritmicamente i valori degli attributi guardando i valori dei pixel per misurare il colore, la forma o la texture. Tuttavia, oggi le persone catturano i selfie in svariati tipi di condizioni di illuminazione e posa. E, mentre resta possibile per una persona ‘umana’ riconoscere caratteristiche qualitative – come il colore degli occhi – indipendentemente dalla condizione dell’illuminazione, questo è un compito molto complesso per i computer. Infatti, come ha spiegato Daniel nel blogpost, quando le persone guardano il colore degli occhi non interpretano solo i valori di pixel blu o verdi, ma tengono conto del contesto visivo circostante.

Fatta questa premessa, il team di Google per introdurre la nuova funzionalità in Allo ha esplorato come poter consentire ad un algoritmo di individuare le caratteristiche qualitative in modo simile al modo in cui fanno le persone nella vita reale, piuttosto che utilizzare l’approccio tradizionale al computer.

"Mentre avremmo potuto addestrare una grande rete neurale convoluzionale da zero per tentare di farlo" ha spiegato Daniel, "ci siamo chiesti se ci fosse un modo più efficiente per ottenere risultati, dato che ci aspettavamo che l’apprendimento automatico avrebbe interpretato un volto in un’illustrazione con un processo iterativo".

A questo punto gli sviluppatori hanno iniziato a condurre una serie di esperimenti con alcune delle reti neurali esistenti e sviluppate da Google. E’ stato scoperto che alcune reti erano in grado di concentrarsi su cose che non erano esplicitamente addestrate a guardare in una foto, e queste sembravano essere la base giusta da cui partire per la creazione di adesivi personalizzati. A questo punto bisognava avere dei modelli da far imparare alle reti neurali, quindi c’è stato bisogno di "dire a queste reti quali elementi riconoscere nel selfie da poi trasformare in un disegno artistico".

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Per creare un’illustrazione degli utenti partendo da un loro selfie, e quindi arrivare ad ottenere un risultato in grado di rendere la persona riconoscibile agli amici, il team ha lavorato insieme ad una squadra di artisti per creare illustrazioni che rappresentassero un’ampia varietà di personalità. Gli artisti hanno inizialmente progettato una serie di acconciature, ad esempio, e hanno usato queste acconciature per addestrare la rete in modo da adattare meglio le illustrazioni al selfie corretto. Una volta che i primi risultati erano pronti, il team ha chiesto a dei tester umani di giudicare l’output delle illustrazioni uscite dall’elaborazione tramite rete neurale confrontandole con i selfie di partenza per vedere il livello di corrispondenza che c’era. In alcuni casi, i tester hanno determinato che alcuni stili non erano ben rappresentati, per cui gli artisti hanno lavorato per far apprendere meglio alle reti neurali cio’ che non andava al fine di fargli imparare sempre piu’ combinazioni.

Una sfida è stata anche "conciliare come il computer ti percepisce con come ti percepisci e cosa vuoi mostrare di te" ha scritto Daniel nel blog, in quanto la percezione di un computer della persona puo’ essere diversa da cio’ che la persona stessa puo’ pensare di sè. Per questo è stato deciso di permettere all’utente di personalizzare ulteriormente il risultato ottenuto dalla conversione del selfie in sticker, permettendo modifiche come acconciatura, tonalità del colore della pelle, forme del naso, e altro ancora.

"Non esiste una ‘estetica universale’ o ‘una singolare’" spiega Daniel, "Il modo in cui la gente parla con i genitori è diverso da come parlano con i propri amici, ed è diverso da come parlano con i loro colleghi. Non è sufficiente fare un avatar che è una rappresentazione letterale di te stesso quando ci sono molte versioni di te".

La funzione che trasforma selfie in adesivi in Google Allo è disponibile nell’app per Android con l’aggiornamento in distribuzione dal 11 maggio e poi su iOS. Questo progetto segue quello sperimentale di Google denominato AutoDraw, un’applicazione web che vuole aiutare le persone a disegnare meglio.

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