Google tratta col Fisco italiano, accordo da 320 milioni di euro

L'autorità italiana per la privacy degli utenti online obbliga Google a controlli regolari presso la sua sede centrale per monitorare come il gigante di Internet rispetta l'ordine di migliorare la sua politica sulla privacy. Il regolatore riceverà aggiornamenti trimestrali da parte di Google e avrà la possibilità di inviare un ufficiale per 'controlli in loco' presso la sede centrale di Google in California.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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L’Utimo accordo di Google con un regolatore della privacy in Europa comprende controlli a campione presso la propria sede per monitorare come il gigante di Internet rispetta l’ordine di migliorare la sua politica sulla privacy, aggiungere nuovi opt-out per la pubblicità mirata, e rivelare quanto tempo mantiene i dati degli utenti.

Stando a quanto scrive il Wall Street Journal, un portavoce dell’autorità italiana ha detto che questa è la prima volta in Europa che Google sarà soggetta a controlli regolari per monitorare i progressi dei suoi impegni presi. Il regolatore riceverà aggiornamenti trimestrali da parte di Google e avrà la possibilità di inviare un ufficiale per "controlli in loco" presso la sede centrale di Google a Mountain View, in California. Il regolatore non ha ancora deciso quanto spesso visiterà il campus, ha detto il portavoce.

"Come abbiamo detto nel luglio dello scorso anno, ci siamo impegnati pienamente con l’autorità di protezione dei dati italiani nel corso di questo processo e continueremo a farlo", ha detto un portavoce di Google, che ha rifiutato di commentare ulteriormente.

Il nuovo accordo è l’ultimo passo di una serie di indagini europee che hanno avuto inizio nel 2012, quando Google ha modificato la privacy policy che copre i suoi diversi servizi, tra cui Search, Gmail e YouTube. La modifica consente al gigante di Internet di unire i dati raccolti da questi servizi per costruire un profilo più completo degli utenti.

Un’indagine francese del 2012, guidata a nome di tutte le autorità di regolamentazione della privacy dell’UE, inizialmente ha trovato che i cambiamenti sono una violazione al diritto europeo, soprattutto l’unione dei dati degli utenti da diversi servizi, anche se appartenenti ad un’unico individuo. Sei paesi hanno quindi avviato indagini interne a livello nazionale che si sono concluse con l’ordine per Google di rispettare le leggi nazionali sulla privacy – così come multe in Spagna e Francia.

Il Regno Unito ha presentato un accordo all’inizio di quest’anno che richiede a Google di migliorare la sua politica sulla privacy, mentre l’Italia ha dato la scorsa estate a Google 18 mesi per conformarsi alle leggi nazionali prima di decidere di dare eventuali multe.

"E’ molto preoccupante che Google aveva bisogno di minacce di azioni legali prima di accettare di modificare la sua politica sulla privacy al fine di renderla più trasparente", ha detto Bradley Shear, un avvocato specializzato in diritto della privacy.

Oltre a poter effettuare controlli presso la sede generale a Mountain View, l’autorità italiana esige da Google le seguenti modifiche:

– La politica di privacy deve essere "chiara e facilmente accessibile" e su misura per ogni servizio specifico, come ad esempio Gmail, Google Wallet e Chrome.

– L’avviso della gestione della privacy deve dire agli utenti come e perché Google è tenuta a raccogliere e conservare i loro dati, tra cui come l’azienda costruisce profili combinando i dati di più servizi, utilizzando cookie e altri identificatori, come le impronte digitali.

– Impostare un archivio delle versioni precedenti delle sue informative sulla privacy per consentire agli utenti di tenere traccia delle modifiche apportate nel corso del tempo.

– Migliorare la memorizzazione delle informazioni personali degli utenti e stabilire un calendario preciso per permettere di cancellare le informazioni dai propri sistemi di back-up online.

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Google e il Fisco italiano

Nel frattempo, un portavoce di Google smentisce all’Ansa la notizia riportata dal Corriere dalla sera secondo cui l’azienda di Mountain View avrebbe raggiunto un accordo col fisco italiano per 320 milioni di euro su 800 milioni che riconosce come imponibile prodotto in Italia dal 2008 al 2013. "La notizia non è vera, non c’è l’accordo di cui si è scritto. Continuiamo a cooperare con le autorità fiscali", ha detto il portavoce. La Procura di Milano aveva avviato una indagine contro Google con l’accusa di aver dichiarato il falso in bilancio. Al momento il fascicolo è a carico di ignoti ed è stato aperto in seguito a verifiche fiscali della Guardia di Finanza.

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