Google chiude accordo con HTC per la produzione di hardware

Google e HTC hanno chiuso l'accordo che vede i dipendenti di HTC che hanno lavorato sui dispositivi Pixel unirsi alla divisione hardware di Alphabet, la holding a capo di Google.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Il 20 settembre 2017, Google e HTC hanno annunciato di aver siglato un accordo per portare i dipendenti di HTC che hanno lavorato sui dispositivi Pixel realizzati per conto di Google nella divisione hardware di Alphabet, la società che fa capo a Google. L’accordo si è stimato avere una valore di 1,1 miliardi di dollari, ma è importante precisare che HTC continuerà a gestire il proprio business smartphone. Come ogni accordo di questo genere occorrono dei mesi per chiuderlo, e il 30 Gennaio 2018 il Senior Vice President dell’Hardware di Google, Rick Osterloh, ha comunicato che è stato ufficialmente chiuso l’accordo con HTC.

Con la chiusura dell’accordo, Osterloh ha confermato che il personale di HTC che ha lavorato per creare i telefoni Google Pixel si è unito alla divisione hardware di Alphabet "per lavorare su prodotti sempre migliori e più innovativi negli anni a venire". Questo team dovrebbe comprendere circa 2.000 dipendenti secondo il New York Times. "Questi nuovi colleghi portano decenni di esperienza nel raggiungimento di una serie di ‘primati’ in particolare nel settore degli smartphone, tra cui l’introduzione sul mercato del primo smartphone 3G nel 2005, il primo telefono touch-centric nel 2007 e il primo telefono unibody interamente in metallo nel 2013. Questo è anche lo stesso team con cui abbiamo lavorato a stretto contatto sullo sviluppo di Pixel e Pixel 2" ha aggiunto Osterloh.

"Sono passati alcuni mesi da quando abbiamo introdotto la nostra famiglia di prodotti Made by Google di seconda generazione. Abbiamo sentito da così tanti di voi che i nostri nuovi prodotti sono stati utili nella vita di tutti i giorni, indipendentemente dal fatto che stiate scattando foto in modalità ritratto sbalorditive con il nuovo Pixel 2, ottenendo un aiuto a mani libere in giro per casa con Google Home Mini, o utilizzando la traduzione in tempo reale in 40 lingue con Google Pixel Buds. Ma anche con tutte le grandi cose che questi prodotti possono fare, la costruzione di hardware è… difficile, e c’è ancora un lungo viaggio da fare" ha scritto Osterloh nel blog di Google.

Nel comunicato stampa che è stato diffuso ai media quando lo scorso Settembre è stato annunciato l’accordo è sottolineato che HTC stava già lavorando al suo prossimo modello di punta dopo l’HTC U11 introdotto lo scorso anno. U11 è il miglior modello di fascia alta rilasciato da HTC negli anni e include la funzionalità Edge Sense che consente agli utenti di premere il dispositivo per attivare alcune applicazioni e funzionalità. La nuova seconda generazione di telefoni Google Pixel 2 ha una funzionalità simile chiamata Active Sense, e per esempio basta una pressione del corpo del telefono per richiamare Google Assistente.

Per il 2018, anno in cui il business hardware di Google entra nel suo terzo anno, la società prevede di restare impegnata a costruire e investire a lungo termine: "oggi, iniziamo a scavare con i nostri nuovi compagni di squadra, guidati dalla missione di creare esperienze estremamente utili per le persone di tutto il mondo, combinando il meglio dell’IA, del software e dell’hardware di Google".

Infine, con la chiusura ufficiale di questo accordo con HTC, Google va ad espandere la propria presenza nella regione Asia-Pacifico. Taiwan è un centro di innovazione e ingegneria chiave per Google e Taipei diventerà il più grande sito di ingegneria di Google in APAC.

PAROLA A GOOGLE – Rick Osterloh, vice presidente della divisione Hardware presso Google, ha commentato l’accordo con HTC in un post sul blog di Google lo scorso settembre, dichiarando: "mi sono unito a Google per perseguire il mio lavoro da sogno di creare prodotti hardware impegnativi, costruiti con l’intelligenza di Google al loro interno. Come primo passo, abbiamo riunito diversi sforzi creando un’unica organizzazione hardware all’interno dell’azienda. L’obiettivo del nostro team è quello di offrire la migliore esperienza di Google – attraverso hardware, software e servizi – alle persone in tutto il mondo. Lo scorso autunno abbiamo introdotto la nostra prima famiglia di prodotti Made by Google, inclusi smartphone Pixel, Google Home, Google Wifi, Daydream View e Chromecast Ultra (…). Siamo entusiasti circa la lineup del 2017, ma ancora più ispirati per quello che arriverà nei prossimi cinque, dieci e persino 20 anni. Creare prodotti bellissimi a cui la gente si affida ogni singolo giorno è un viaggio e stiamo investendo per il lungo periodo".

Riguardo all’accordo firmato con HTC, per Google "un leader nell’elettronica di consumo", Osterloh ha aggiunto: "alimenterà ancora più innovazioni di prodotto negli anni a venire. Con questo accordo, un team di talenti di HTC entrerà a far parte di Google nell’ambito dell’organizzazione di hardware. Questi futuri lavoratori per Google sono persone stupefacenti con cui abbiamo già lavorato a stretto contatto per la linea di smartphone Pixel e siamo entusiasti di vedere cosa possiamo fare insieme come una squadra".

L’accordo include anche una licenza non esclusiva della proprietà intellettuale di HTC.

Questo accordo arriva dopo dieci anni dall’inizio della collaborazione tra HTC e Google. Insieme, le due società hanno lanciato diversi cellulari di punta, inclusi il primo smartphone Android, HTC Dream, conosciuto anche come il T-Mobile G1, così come il Nexus One nel 2010, il tablet Nexus 9 nel 2014 e il primo smartphone Pixel nel 2016.

Per Osterloh, Google resta "focalizzata sulla creazione delle nostre capacità fondamentali, creando un portafoglio di prodotti in grado di offrire alle persone un’esperienza unica ma piacevole solo possibile combinando i migliori software di Google, come Google Assistant, con hardware pensati appositamenti".

"HTC è stato un partner di lunga data e ha creato alcuni dei più belli dispositivi di fascia alta del mercato. Non vediamo l’ora di accogliere i membri del team di HTC per unirsi a noi in questo viaggio" ha concluso Osterloh nel suo blogpost.

PAROLA A HTC. "Come pioniere del mercato degli smartphone, siamo molto orgogliosi della nostra storia dell’innovazione. La nostra catena di valore degli smartphone senza pari, incluso il nostro portafoglio IP e le capacità di talenti e di integrazione di sistemi di classe mondiale, hanno sostenuto Google a rafforzare il mercato Android. L’accordo è un brillante passo avanti nella nostra partnership di lunga data, consentendo a Google di migliorare la propria attività hardware, garantendo la continuità dell’innovazione con i nostri smartphone HTC e la realtà virtuale di VIVE. Crediamo che HTC sia ben posizionata per mantenere ricca la nostra eredità di innovazione e realizzare una nuova generazione di prodotti e servizi connessi" ha dichiarato Cher Wang, presidente e CEO di HTC.

LA SITUAZIONE DI HTC. HTC ha registrato ricavi consolidati per 99,69 milioni di dollari americani nel mese di Agosto 2017, la cifra piu’ bassa mai registrata dalla società nell’arco di un mese negli ultimi tredici anni, con i ricavi nel periodo che hanno rappresentato un calo del 51,5% rispetto al mese precedente e del 54,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La domanda per l’ultimo modello di punta dell’azienda, HTC U11, ha raggiunto il suo picco nel mese di Luglio, poco dopo il lancio del prodotto, dopodichè si è registrato un forte calo delle spedizioni nel mese successivo di Agosto, secondo fonti di mercato. In pratica, la maggior parte delle persone che erano interessate ad acquistare l’HTC U11 lo avevano già fatto. Le vendite complessive di HTC nei primi otto mesi del 2017 si sono attestate a 39,86 miliardi di NT, in calo del 14,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.  

LE TRATTATIVE. Secondo le indiscrezioni precedenti l’annuncio, come riportate dal cinese Commercial Times, HTC è stata per diverse settimane nella fase finali di una trattativa con Google per vendere a quest’ultima il proprio business smartphone. Da quanto appreso, infatti, Google stava prendendo in considerazione la possibilità di diventare partner strategico o di acquistare l’intera attività di HTC che si occupa della produzione di smartphone, accordo che non avrebbe compreso in ogni caso la vendita del business Vive VR di HTC – che si occupa dello sviluppo di visori e prodotti per la realtà virtuale – o dell’intera società. Le indiscrezioni non si sono rivelate vere, o almeno del tutto, in quanto l’accordo ufficiale prevede che solo i dipendenti di HTC che si sono occupati in passato dei prodotti Pixel passano alla divisione hardware di Alphabet, mentre il business degli smartphone resta di proprietà di HTC.

CONSIDERAZIONI FINALI. L’annuncio di questa partnership non arriva a sorpresa, considerato che i telefoni Pixel di Google di prima generazione fatti da HTC si possono considerare un successo, tanto che appunto HTC è stata riconfermato partner per la produzione dei Pixel 2, anche se forse non per tutti i modelli (non è ufficiale ma Google pare che abbia deciso di rivolgersi anche a LG).

I successori dei primi telefoni Pixel ‘fatti da Google’ sono stati annunciati nell’evento che Google ha tenuto il 4 Ottobre. I telefoni Pixel 2 e Pixel 2 XL offrono la migliore fotocamera di qualsiasi altro smartphone, con un punteggio DxOMark di 98 punti: fotocamera da 12MP sul retro e da 8MP sul davanti. Entrambi i modelli vengono alimentati dal chipset Snapdragon 835 di Qualcomm con 4GB di RAM e 64GB o 128GB di memoria interna. Pixel 2 monta un display AMOLED da 5 pollici di risoluzione fullHD (1080×1920 pixel) con aspect ratio di 16:9, mentre Pixel 2 XL ha un display P-OLED da 6 pollici con risoluzione di 1440 x 2880 pixel (538ppi) e aspect ratio 18:9, entrambi con protezione da vetro Gorilla Glass 5.  In Italia è arrivato solo il Pixel 2 XL ad un prezzo base di 989 euro.

Articolo aggiornato l’1 Febbraio 2018 per integrare informazioni circa la chiusura dell’accordo tra Google e HTC; il 21 settembre 2017 per includere ulteriori dichiarazioni da HTC e Google.

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