AMP Stories, le Storie di Google

Le AMP Stories di Google sono un formato visuale per l'evoluzione del consumo di notizie sui dispositivi mobili che gli editori di contenuti possono utilizzare per raccontare storie visivamente ricche.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

La navigazione sul web si sposta sempre di piu’ da desktop ai dispositivi mobili e, in parte obbligati dai continui cambiamenti di Google, chi ha un sito web e gli editori online sono sempre alla ricerca di nuovi modi per essere presenti nelle prime posizioni dei risultati delle ricerche di Google per mostrare le informazioni che offrono ai consumatori del web. Dopo aver introdotto lo scorso anno il supporto per le pagine in AMP (Accelerated Mobile Pages), ora Google ha lanciato le sue ‘Storie’ basate sul Progetto AMP,  opportunamente chiamate AMP Stories. Come suggerisce il nome, Google vorrebbe che gli editori creassero delle pagine con lo stesso stile delle Storie di Instagram, Snapchat, Facebook e Messenger da rendere visibili sul web.

Nel Google Developers Blog, le AMP Stories vengono descritte come "un formato visuale per l’evoluzione del consumo di notizie sui dispositivi mobili" che gli editori di contenuti possono utilizzare per raccontare "storie visivamente ricche".

AMP Stories, video presentazione

Secondo Rudy Galfi, Product Manager per AMP presso Google, ci sono storie che vengono meglio raccontate con il testo mentre altre sono meglio espresse attraverso immagini e video. Sui dispositivi mobili, gli utenti mentre navigano sul web leggono molti articoli, quindi contenuti testuali, ma interagiscono con pochi approfondimenti. Immagini, video e grafici potrebbero invece aiutare gli editori a catturare l’attenzione dei loro lettori più rapidamente e anche mantenerli coinvolti attraverso informazioni visive coinvolgenti e facilmente consumabili.

Per chi non conosce il Progetto Amp, prevede che gli editori di contenuti web realizzino pagine che possono essere caricate velocemente dai dispositivi mobili, senza il caricamento preventivo di contenuti che non sono visibili all’utente nel momento in cui va ad aprire la pagina, rendendo cosi’ l’esperienza di navigazione piu’ veloce. Ad esempio, in AMP immagini che si trovano a fondo pagina vengono caricate solo dopo che l’utente ha scrollato la finestra fino a farle comparire nell’area dello schermo e non prima.

Come con molte funzionalità nuove o sperimentali legate al Progetto AMP, Google si è impegnata a lavorare al fianco di alcuni fornitori di contenuti da varie aziende per lavorare allo sviluppo di un formato in AMP incentrato sulla storia da raccontare. Il risultato è questo formato chiamato AMP Story che puo’ "fornire nuovi, creativi e visivamente ricchi modi di narrazione specificamente progettati per i dispositivi mobili".

AMP Stories, esempi attivi

"Il Web mobile è ottimo per la distribuzione e la condivisione di contenuti ma il controllo delle prestazioni può essere complicato" spiega Galfi, secondo cui creare storie visive sul web con le prestazioni veloci e uniformi che gli utenti si sono abituati ad utilizzare nelle app native può essere difficile. "Ottenere questi dettagli chiave ha spesso costi di avvio proibitivi, in particolare per i piccoli editori" ha aggiunto Galfi, spiegando quindi che le storie di AMP sono basate sull’infrastruttura tecnica di AMP "per offrire un’esperienza veloce e piacevole sul web mobile".

Una AMP Story funziona proprio come qualsiasi pagina web creata in formato AMP, quindi è possibile utilizzare tecniche come pagine pre-renderizzabili, caricamento video ottimizzato e memorizzazione nella cache per ottimizzare la consegna della pagina web all’utente finale.

"Le storie di AMP mirano a rendere la produzione di storie il più semplice possibile dal punto di vista tecnico" ha proseguito Galfi nel presentare il nuovo formato che è stato progettato per essere facilmente personalizzabile dagli editori. Viene infatti fornito con modelli di layout predefiniti ma flessibili, controlli dell’interfaccia utente standardizzati e componenti per la condivisione e l’aggiunta di contenuti successivi per far proseguire all’utente la navigazione.

A partire dal 13 febbraio, le storie di AMP sono disponibili per tutti gli sviluppatori web interessati a provarle. Come parte del progetto AMP, il formato è gratuito e aperto a chiunque vogliano usarlo. Gli editori che sono stati coinvolti nello sviluppo iniziale del formato di storie AMP sono CNN, Condé Nast, Hearst, Mashable, Meredith, Mic, Vox Media e The Washington Post. Questi già offrono al lancio del formato storie per una serie diversificata di categorie di contenuti realizzate da reporter, illustratori, designer, produttori e redattori video che sono stati invitati ad utilizzare questo nuovo formato per sperimentare nuovi modi per raccontare qualcosa.

Tutti possono ora visualizzare le AMP Stories nei risultati delle ricerche in Google: per vedere una storia in AMP è sufficiente cercare in Google in un browser mobile sul proprio dispositivo mobile il nome di uno dei sopra citati publisher all’interno di g.co/ampstories.

Google prevede di portare le storie in AMP su più prodotti Google e di espandere il modo in cui vengono mostrate sopra si risultati delle ricerche.

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