UE multa Google per Android, abuso di posizione dominante. Pichai: Android crea piu’ scelta, non meno

Secondo il CEO di Google, la decisione su Android della Commissione ignora la 'nuova ampiezza di scelta e le chiare prove su come le persone oggi usano i loro telefoni'.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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A Google è stata inflitta una maxi multa record dalla Commissione UE dell’ammontare di 4,3 miliardi di euro per aver abusato della posizione dominante del suo sistema operativo Android. Il precedente record risale allo scorso anno, quando la stessa Commissione UE ha inflitto al colosso di Mountain View una multa di 2,4 miliardi di euro per aver favorito il suo servizio di comparazione di prezzi Google Shopping. Google ha ora tempo 90 giorni per porre fine alle pratiche anticoncorrenziali di Android, altrimenti dovrà pagare una penale del 5% del fatturato di Alphabet, la holding che fa capo a Google. Google farà appello a quanto stabilito dalla Commissione Ue, come annunciato dal CEO dell’azienda, Sundar Pichai.

Al centro del caso c’è il rapporto tra Google e i produttori che scelgono il sistema operativo Android per i loro dispositivi. Si ritiene, infatti, che la società di Mountain View faccia precaricare applicazioni come Chrome, Gmail, Drive, Hangouts e altre appartenenti al pacchetto "Google Apps" sui dispositivi mobili. Una ‘richiesta obbligata’ che impedirebbe l’accesso alle applicazioni concorrenti da parte degli utenti. Secondo le accuse dell’Ue, Google ha usato Android per imporre i suoi prodotti di ricerca sui dispositivi mobili, monopolizzando gli introiti delle pubblicità sugli smartphone.

Sundar Pichai, CEO di Google, in un post sul blog della sua azienda ha rilasciato una lunga dichiarazione in cui spiega il modello di business di Android, come è cambiato da quando la piattaforma è stata lanciata, e quali sono le sue considerazioni in merito alla decisione presa oggi dalla Commissione Ue. Questa lettera la abbiamo tradotta qui sotto.

La replica di Sundar Pichai, CEO di Google, alla Commissione Ue

Chi acquista un telefono Android sceglie una delle due piattaforme mobili più popolari al mondo, "una [piattaforma] che ha ampliato la scelta dei telefoni disponibili in tutto il mondo", spiega Pichai in replica alla decisione presa dalla Commissione europea sulla concorrenza contro Android e il suo modello di business. Decisione che "ignora il fatto che i telefoni Android competono con i telefoni iOS, cosa confermata dall’89% degli intervistati all’indagine di mercato della stessa Commissione. Non tiene conto anche di quanta scelta Android offre a migliaia di produttori di telefoni e operatori di reti mobili che costruiscono e vendono dispositivi Android; dei milioni di sviluppatori di app in tutto il mondo che hanno costruito le loro attività con Android; e dei miliardi di consumatori che ora possono permettersi e utilizzare smartphone Android all’avanguardia".

Oggi, alimentati da Android, ci sono più di 24.000 dispositivi, in ogni fascia di prezzo, da più di 1.300 diversi marchi, tra cui produttori di telefoni olandesi, finlandesi, francesi, tedeschi, ungheresi, italiani, lettoni, polacchi, rumeni, spagnoli e svedesi. "I telefoni realizzati da queste aziende sono tutti diversi ma hanno una cosa in comune: la possibilità di eseguire le stesse applicazioni" spiega Pichai, secondo cui questa coso è possibile grazie a "semplici regole che garantiscono la compatibilità tecnica, indipendentemente dalle dimensioni o dalla forma del dispositivo. Nessun produttore di telefoni è obbligato ad aderire a queste regole: possono utilizzare o modificare Android in qualsiasi modo, proprio come Amazon ha fatto con le sue tavolette Fire e le sue stick TV".

Per avere successo, le piattaforme open source devono bilanciare accuratamente i bisogni di tutti coloro che le utilizzano, aggiunge Pichai: "La storia dimostra che senza regole sulla compatibilità di base, frammenti di piattaforme open source danneggiano utenti, sviluppatori e produttori di telefoni. Le regole di compatibilità di Android evitano questo e contribuiscono a renderla una proposta a lungo termine interessante per tutti".

Android è una piattaforma nata per creare "flessibilità, scelta e opportunità".

Pichai, nella sua lettera, spiega che oggi un tipico telefono Android ha precaricate in media 40 applicazioni da più sviluppatori, non solo dalla società che ha prodotto il telefono e gli utenti che preferiscono altre app (o browser o motori di ricerca) rispetto a quelle precaricate possono facilmente disabilitarle o eliminarle e sceglierne altre, anche le app realizzate da "alcuni degli 1,6 milioni di europei che si guadagnano da vivere come sviluppatori di app".

Secondo Pichai, un tipico utente di telefoni Android installa circa 50 applicazioni. Nel 2017, oltre 94 miliardi di app sono state scaricate globalmente dal Google Play Store. E per ribadire che non esiste solo Google Chrome, browser come Opera Mini e Firefox sono stati scaricati più di 100 milioni di volte, UC Browser più di 500 milioni di volte.

Oggi le cose sono "in netto contrasto" rispetto a come erano negli anni ’90 e nei primi anni 2000, secondo Pichai: "allora, cambiare le applicazioni preinstallate sul computer o aggiungerne di nuove era tecnicamente difficile e richiedeva molto tempo. La decisione su Android della Commissione ignora la nuova ampiezza di scelta e le chiare prove su come le persone oggi usano i loro telefoni". 

Ecco perchè Android è una piattaforma costruita per l’era moderna, per "l’era dello smartphone".

Il CEO di Google ha spiegato che nel 2007 la società che rappresenta ha scelto di offrire gratuitamente ai produttori di telefoni e agli operatori di telefonia mobile Android. Appurato che ci sono dei costi per lo sviluppo di Android, Google ha "investito miliardi di dollari nell’ultimo decennio per rendere Android quello che è oggi. Questo investimento ha senso per noi perché possiamo offrire ai produttori di telefoni la possibilità di precaricare una suite di app Google popolari (come Ricerca, Chrome, Play, Maps e Gmail), alcune delle quali generano entrate per noi e tutte aiutano a garantire che il telefono funzioni correttamente, appena estratto dalla confezione. I produttori di telefoni non devono includere i nostri servizi; e sono anche liberi di preinstallare le app in concorrenza con le nostre. Ciò significa che otteniamo entrate solo se le nostre app sono installate e se le persone scelgono di utilizzare le nostre app anziché le app concorrenti."

"Android è buono per i partner, buono per i consumatori" – Pichai.

Secondo l’AD di Google, la distribuzione gratuita della piattaforma Android e della suite di applicazioni di Google non è solo "efficiente" per i produttori di telefoni e gli operatori, è anche un "enorme vantaggio" per sviluppatori e consumatori: "Se i produttori di telefoni e gli operatori di rete mobile non potessero includere le nostre app sulla loro vasta gamma di dispositivi, ciò avrebbe sconvolto il bilancio dell’ecosistema Android. Finora, il modello di business di Android ha fatto in modo di non dover costringere i produttori di telefoni ad usare la nostra tecnologia, o dipendere da un modello di distribuzione strettamente controllato".

In conclusione, Pichai spiega che Google ha sempre convenuto che "con la grandezza viene la responsabilità": "Un ecosistema Android sano e prospero è nell’interesse di tutti e abbiamo dimostrato che siamo disposti ad apportare modifiche. Ma siamo preoccupati che la decisione di oggi sconvolgerà l’attento equilibrio che abbiamo riscontrato con Android, e che invia un segnale preoccupante a favore di sistemi proprietari su piattaforme aperte. Innovazione rapida, ampia scelta e prezzi in calo sono i classici segni distintivi di una forte concorrenza e Android ha consentito tutto questo. La decisione odierna rifiuta il modello di business che supporta Android, che ha creato più scelta per tutti, non meno. Abbiamo intenzione di fare appello."

Android crea piu’ scelta, non meno

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