NB-IoT, il Narrowband Internet of Things in Italia: a che punto siamo

Il Narrowband-IoT permette di far comunicare tra loro oggetti che prima d'ora non potevano essere connessi, e di beneficiare a pieno delle potenzialita' dell'IoT prima dello sviluppo della rete 5G.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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TIM e Vodafone Italia hanno iniziato un anno fa esatto a portare la tecnologia di rete ‘Narrowband Internet of Things’ in tutta Italia. Ora, Vodafone ha comunicato di aver coperto il 100% dei propri siti 4G con la tecnologia Narrowband-IoT (Narrowband Internet of Things), rispettando cosi’ il piano di copertura comunicato nello scorso mese di aprile.

TIM ha lanciato a Ottobre 2017 in 5.000 comuni italiani il servizio commerciale IoT basato sulla tecnologia LTE, grazie alla diffusione della tecnologia Narrowband che è disponibile in oltre il 75% della rete 4G di TIM, con il completamento previsto inizialmente entro il mese di Gennaio 2018 ma ancora non ci sono comunicati circa questo traguardo raggiunto.

Grazie ad una maggiore capacità di copertura e a un basso consumo energetico richiesto ai dispositivi connessi, il Narrowband-IoT permette di far comunicare tra loro oggetti che prima d’ora non potevano essere collegati, e di beneficiare delle potenzialità dell’IoT in specifici mercati, ancora prima dello sviluppo della rete 5G nel 2020, che garantirà uno sviluppo ulteriore della tecnologia IoT.

Dopo aver sperimentato in campo lo scorso anno il primo contatore dell’acqua intelligente in grado di inviare automaticamente le misure tramite la rete live NB-IoT, tra gli altri, TIM ha lanciato l’Internet of Things in 245 comuni della Puglia, in 509 comuni della Campania, in 381 comuni della Calabria, in 360 comuni della Sicilia, in 103 comuni della Basilicata, in 1.338 comuni della Lombardia, in 1.062 comuni del Piemonte, in 177 comuni della Liguria e in 67 comuni della Valle d’Aosta.

Per Vodafone Italia la copertura Narrowband-IoT è partita a Ottobre 2017 con i principali comuni del Centro Sud con l’obiettivo iniziale di coprire tutto il territorio nazionale entro marzo 2019. Il 5 Aprile 2018, Vodafone Italia ha poi comunicato il piano di copertura del 100% dei propri siti 4G entro settembre 2018, che è stato raggiunto come comunicato il 2 ottobre scorso.

La tecnologia NB-IoT cosa e’ e a cosa serve

La tecnologia di rete a banda stretta NB-IoT è uno standard di comunicazione cellulare specificamente progettato per un utilizzo di connettività dati ridotta, un basso consumo energetico e la possibilità per oggetti di collegarsi in modo sicuro ad internet per offrire servizi di localizzazione (ad esempio tag di geolocalizzazione).

Il servizio NB-IoT in Italia abilita lo sviluppo commerciale dei servizi a partire dai contatori intelligenti che consentiranno oltre al monitoraggio in tempo reale dei consumi e la telegestione delle reti di trasporto e distribuzione di gas, acqua, energia elettrica, anche il tele-riscaldamento e la gestione ambientale.

La tecnologia NB-IoT in parte va ad anticipare le future reti 5G, permettendo attraverso uno standard sviluppato appositamente per funzionalità d’uso proprie dell’Internet delle Cose un risparmio dei consumi, ampia durata delle batterie degli oggetti connessi e incrementi delle coperture radio fino a sette volte maggiore rispetto al GSM.

Il NB-IoT integra le caratteristiche di una rete Low Power Wide Area (LPWA), con quelle delle reti cellulari su banda licenziata LTE 2G, 3G e 4G, consentendo di arrivare in aree dove la copertura non sempre è ottimale come sottoscala, tombini, locali interrati, cantine o box. Il NB-IoT di Vodafone opera su banda licenziata a 800 MHz.

Alcuni casi di utilizzo della tecnologia Narrowband-IoT: contatori smart per l’efficienza dei sistemi idrici, cassonetti dell’immondizia intelligenti che comunicano con gli addetti alla raccolta, sensori posti sotto il manto stradale dei parcheggi per segnalare agli automobilisti il parcheggio libero più vicino.

Il NB-IoT Open Lab di TIM – dove avviene lo sviluppo dell’ecosistema e vengono testati chipset e oggetti intelligenti dei principali player – ha coinvolto finora 110 aziende con 39 collaborazioni attive, di cui 12 attività di validazione già concluse. Anche Vodafone ha aperto a Milano un laboratorio che, in ottica di open innovation e co-creazione, permette ad aziende e Pubblica Amministrazione di testare le potenzialità del NB-IoT, e di provare le proprie applicazioni prima del lancio commerciale.

Alla tecnologia NB-IoT seguiranno altre soluzioni IoT in grado di sfruttare la velocità e la bassa latenza delle reti LTE/5G, quali l’automazione industriale o l’interconnessione fra auto e infrastrutture.

Vodafone ha già lanciato il Narrowband-IoT in Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Irlanda, Olanda, Sud Africa, Spagna e Turchia, ed entro il 2019 coprirà interamente Regno Unito, Romania e Spagna. In Spagna e Irlanda, Vodafone ha sviluppato soluzioni nei campi ad esempio del gas e water metering, per una gestione più efficiente dei contatori e dei sistemi idrici. In occasione del completamento della rete NB-IoT in Italia, Vodafone ha annunciato l’accordo con APKAPPA, società del Gruppo Maggioli e azienda del settore di soluzioni innovative per le smart cities, per dotare di connettività NB-IoT Vodafone i dispositivi prodotti da APKAPPA; tali apparati consentono di rendere “intelligenti” i contatori meccanici e di telegestire così le reti idriche e di illuminazione pubblica. Tra gli altri progetti di Vodafone in Italia nel campo del NB-IoT c’è quello con Arduino per la realizzazione di soluzioni commerciali congiunte basate sulla tecnologia hardware di Arduino e la connettività di Vodafone.

Oltre 3 miliardi e mezzo di oggetti connessi con l’IoT

Vodafone oggi connette circa 74 milioni di oggetti nel mondo, e 9,2 in Italia, dati in costante aumento grazie alla rapida espansione della tecnologia IoT in tutti i mercati e che incrementeranno ulteriormente con la diffusione del NB-IoT in tutto il territorio. Attraverso tecnologia NB-IoT, infatti, sarà potenzialmente possibile connettere più di 3 miliardi e mezzo di dispositivi. Una cifra che è oltre trenta volte superiore al numero di SIM attive attualmente in Italia. 

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