Spotify debutta in Giappone

Spotify debutta in Giappone, il secondo più grande mercato della musica a livello mondiale.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

Spotify ha fatto il suo debutto ufficiale in Giappone,il secondo più grande mercato della musica a livello mondiale. Come Billboard ha riportato meno di due settimane fa, il lancio era atteso a breve, dopo anni in cui il colosso della musica in streaming lo ha pianificato con trattative che si sono concluse all’inizio del mese di settembre.

Il Giappone è un importante mercato, e si poteva presumere che Spotify fosse gia’ presente in questo mercato, ma cosi’ non era. Erano invece presenti i servizi musicali concorrenti Apple Music e Line Music, ai quali da oggi si unisce Spotify.

Il Giappone è un grande mercato per quanto riguarda l’industria musicale, il cui valore viene stimato ad oltre 2,6 miliardi di dollari nel Paese, dove si stima che l’80 per cento della musica viene ancora acquistata sui CD fisici e non viene ascoltata in streaming. Al contrario, lo streaming ha superato le vendite di CD fisici nel 2015 negli Stati Uniti.

In vista del lancio del servizio in Giappone, Spotify ha aperto un proprio ufficio a Tokyo lo scorso anno e ha fatto accordi con le case discografiche per riuscire a rendere disponibile quanto prima il suo servizio di musica ai giapponesi. Almeno un anno è servito quindi a Spotify per prendere accordi con le etichette discografiche in modo da riuscire a lanciare il servizio.

Spotify, che conta oltre 100 milioni di utenti attivi in tutto il mondo di cui 40 milioni sono utenti paganti, sarà ora in competizione con Apple Music e Line Music in Giappone, paese che contribuirà senza troppi timori ad aumentare gli utilizzatori del servizio. A differenza di Apple Music e Line Music, Spotify permette di ascoltare musica gratis senza il pagamento di un canone mensile a patto di accettare di ascoltare della pubblicità.

In un post sul suo blog aziendale in cui ha dato la notizia, Spotify scrive che si tratta di un traguardo importante raggiunto dall’azienda, che ha "lavorato molto duramente per costruire un servizio che sentiamo essere unico, con una serie di funzioni – come playlist esclusive per i giapponesi e supporto per i testi delle canzoni su mobile – sviluppate esclusivamente per il lancio, volendo cambiare il modo di ascoltare la musica per sempre".

Secondo i dati diffusi dalla Recording Industry Association of Japan, nella prima metà dell’anno 2016 in Giappone 991 milioni di dollari sono stati spesi per l’acquisto di CD fisici, mentre i ricavi dalla vendita di musica digitale sono stati pari a 255 milioni di dollari (con musica digitale si intende lo streaming, album e brani digitali, suonerie, video, ecc.). Per confronto, negli Stati Uniti il ​​66 per cento dei ricavi del settore proviene dalle vendite digitali contro il 18 per cento in Giappone.

Spotify potrebbe quindi cambiare le abitudini dei giapponesi di ascoltare la musica, riuscendo a convincerli a passare all’ascolto via streaming invece di acquistare CD. La penetrazione di Internet in Giappone è elevata, pari al 91,1 per cento rispetto all’88,5 per cento negli Stati Uniti.

Spotify dovrebbe proporre ai giapponesi gli stessi piani disponibili nel resto del mondo, quindi la versione gratuita free con la pubblicità di mezzo, la versione Premium del costo equivalente di 9,99 euro, e l’opzione Famiglia del costo equivalente di 14,99 euro per massimo sei utenti.

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