Galileo, attivo il sistema globale europeo di navigazione satellitare

Galileo, il sistema globale di navigazione satellitare sviluppato dall'Unione Europea, inizia ufficialmente a fornire servizi. Galileo migliora il GPS o GLONASS agendo su tre caratteristiche: la precisione, la disponibilità e la copertura.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

Galileo, il sistema globale di navigazione satellitare sviluppato dall’Unione Europea, entra ufficialmente nella fase di fornitura dei servizi giovedì 15 dicembre 2016.

Il progetto Galileo è nato come alternativa al sistema Gps americano, al sistema Glonass russo e quello cinese Beidu e promette di garantire il supporto di localizzazione ai paesi europei con una capacità d’azione molto precisa ed efficace.

Galileo è un sistema satellitare europeo indipendente, controllato da autorità civili, diverso da quello Gps, essendo in grado di funzionare anche nella latitudini nord dove il Gps ha scarsa copertura a causa dell’inclinazione terrestre ed è dotato di una maggior precisione in quanto si potrà avvalere, nel 2020 quando il sistema dei satelliti sarà completo, di 30 satelliti, 27 di sistema e 3 di supporto, in grado di lavorare anche in aree densamente abitate. I satelliti vengono posizionati su 3 piani inclinati rispetto al piano equatoriale terrestre di circa 56° e ad una quota di circa 23.222 km.

Dopo anni di sviluppo, dal 15 dicembre 2016 Galileo ha iniziato ad offrire il proprio servizio grazie ai 18 satelliti in orbita (14 piu’ quattro di riserva)  è stata quindi rispettata la previsione di lancio ‘entro fine 2016’. Galileo è un progetto che viene portato avanti da oltre 17 anni con un investimento di oltre 10 miliardi di euro.

Galileo punta di migliorare lo scenario offerto dai Sistemi di Navigazione Satellitare quali GPS o GLONASS agendo su tre caratteristiche: la precisione, la disponibilità e la copertura. Per gli utenti i benefici concreti si traducono in un posizionamento più preciso e più rapido, utile in ambienti urbani dove la combinazione di strade strette ed edifici alti può ridurne la precisione.

In particolare, la precisione dei GNSS con Galileo si va a migliorare grazie alla possibilità di utilizzare una costellazione combinata GPS-Galileo, grazie all’interoperabilità per avere un numero di satelliti disponibili quasi del doppio, permettendo misure più precise. Per lo stesso motivo, il numero maggiore di satelliti che diffondono un segnale di geo-localizzazione, permette di avere un servizio con maggiore disponibilità, anche in ambienti a visibilità limitate, come nei centri urbani. Infine, la copertura offerta da Galileo in alcune aree geografiche migliora rispetto al GPS per come è stata progettata la posizione dei satelliti. E’ importante sottolineare che Galileo è stato ideato per offrire una geolocalizzazione basata sui segnali di 4 satelliti e non di tre come avviene oggi, permettendo cosi’ di raggiungere una precisione maggiore stimata ad un metro contro i cinque del Gps.

Il supporto a Galileo, in questa prima fase iniziale, viene garantito solo su alcuni dispositivi previa ricezione di un apposito aggiornamento software che abilita il supporto al sistema Galileo sui processori Snapdragon 820, 652, 650, 625, 617 e 435 di Qualcomm.

I centri di controllo ed elaborazione dati di Galileo sono al momento due – uno si trova nelle vicinanze di Monaco di Baviera, in Germania, mentre l’altro in Italia, nella Piana del Fucino, in Abruzzo.

Sono quattro i servizi principali che Galileo offrirà: Open Service (OS), Commercial Service (CS), Public Regulated Service (PRS), Safety of Life Service (SoL), più il sottoservizio Search and Rescue Support Service (SAR) nell’ambito del SoL. In particolare, Galileo sarà importante per la prossima generazione di tecnologie come le auto connesse o le ‘smart city’.

Nel mese di agosto del 2014, l’agenzia spaziale europea ESA, equivalente alla Nasa americana, aveva comunicato che 2 satelliti della costellazione Galileo si erano posizionati in una orbita errata, troppo bassa rispetto a quanto previsto. Secondo quanto dichiarato, i satelliti Doresa e Milano, lanciati a bordo dei razzi russi Soyuz dal cosmodromo situato nella Guyana Francese, si erano posizionati ad un’orbita geostazionaria troppo bassa rispetto ai 23 222 km previsti di altitudine. L’ESA aveva comunicato di avere tutto sotto controllo, con i satelliti che erano stati agganciati correttamente alla stazione tedesca situata a Darmstadt in attesa di prendere una decisione sul da farsi. Il pericolo connesso a questi due satelliti in orbita errata era di creare pericoli di collisione con altri oggetti.

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