Facebook e Instagram vietano vendita di Armi tra Privati

Facebook mette al bando vendite private di armi sul suo social network e sul servizio di photo-sharing Instagram di sua proprietà. Il divieto va ad aggiungersi alla gia' vietata vendita di droghe illegali e prodotti farmaceutici.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Facebook mette al bando vendite private di armi sul suo social network che vanta oltre 1,5 miliardi e mezzo di utenti che sul servizio di photo-sharing Instagram di sua proprietà. Facebook ha infatti aggiornato le sue regole di utilizzo in cui viene ora espressamente riportato che è vietato per gli utenti, che non siano rivenditori autorizzati, di utilizzare Facebook e Instagram per mettere in vendita armi o negoziare transazioni tra individui.

"Negli ultimi due anni, sempre piu’ persone usano Facebook per trovare prodotti o acquistare cose tra di loro", ha detto Monika Bickert, responsabile delle politiche di prodotto di Facebook. "Noi aggiorniamo le nostre regole per i prodotti regolamentati in modo da riflettere questa evoluzione".

Il divieto di vendere armi tramite Facebook, che viene applicato solo alle transizioni tra privati e non aziende con licenza, va ad aggiungersi alla gia’ vietata vendita di droghe illegali e prodotti farmaceutici. Le aziende con licenza potranno continuare a mettere il catalogo e promuovere prodotti su Facebook.

I social network non vengono utilizzati solo dai terroristi per comunicare, ma si è scoperto che vengono utilizzati anche per la compravendita di prodotti illegali, come le armi. Facebook è stata oggetto di una forte pressione da parte dell’amministrazione e dei procuratori generali degli stati americani per fermare i post su Facebook e di messaggi su Instagram per la vendita di armi prima in seguito la strage nella scuola di Sandy Hook a Newtown, in Connecticut, nel dicembre 2012, in cui sono stati assassinati 20 bambini e 6 adulti, e poi in seguito l’attentato di San Bernardino, in California, lo scorso 2 dicembre, in cui due terroristi hanno ucciso 14 persone e ferite piu’ di 20 con armi acquistate legalmente in Usa.

Anche se Facebook non era direttamente coinvolta nella vendita di armi, ha servito come luogo per la vendita a distanza di armi illegali, senza che gli acquirenti si sottoponessero a controlli. Il social network, con quasi 1,6 miliardi di visitatori mensili, era diventato uno dei più grandi mercati del mondo per le pistole, come riporta il New York Times.

Facebook ha detto di voler fare affidamento sulla sua vasta rete di utenti per segnalare eventuali violazioni delle nuove regole, e intende cancellare i messaggi che le violeranno. Oltre a questo, la società ha detto che potrebbe vietare agli utenti o limitare severamente i modi in cui pubblicano su Facebook, a seconda del tipo e della gravità delle violazioni passate. Se la società ha le prove che la vita di qualcuno è in pericolo, Facebook potrebbe lavorare con le forze dell’ordine per risolvere la situazione.

Il procuratore generale di New York, Eric T. Schneiderman, che ha fatto pressione per l’applicazioni di restrizioni sulle vendite di pistole illegali su Facebook e altri siti, ha elogiato le nuove norme della società: "L’annuncio di oggi è un altro passo positivo verso il nostro obiettivo comune di fermare la vendita di armi illegali online una volta per tutte", ha detto in una dichiarazione.

Nel mese di marzo 2014, Facebook ha limitato le vendite di armi da fuoco, ad esempio bloccando ai minori di vedere i messaggi sulle vendite di armi e chiedendo alle pagine Facebook utilizzate per promuovere la vendita privata di beni e servizi di includere un linguaggio che ricordasse agli utenti di rispettare le leggi. Negli ultimi due anni, un’indagine da parte di VentureBeat ha scoperto che adulti e bambini si collegavano a Facebook per cercare pagine che vendevano armi da fuoco a volte in violazione delle le leggi federali.

Da oggi, quindi, agli utenti di Facebook e Instagram viene vietato di vendere o acquistare in forma privata armi da fuoco, e anche parti di armi e munizioni. Resta sempre vietato il commercio anche di marijuana, farmaci e droghe illegali. 

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