Facebook, Antitrust italiana apre istruttoria su raccolta e uso dati

L'Agcm vuole approfondire l'ipotesi che Facebook stia mostrando agli utenti informazioni ingannevoli su come raccoglie e usa i loro dati a fini commerciali nel momento in cui si iscrivono alla piattaforma.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

L’Agcm, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha annunciato di avere aperto una istruttoria nei confronti di Facebook Inc. per presunte pratiche commerciali scorrette. L’Agcm ritiene che Facebook possa mostrare informazioni ingannevoli su come raccoglie e usa i dati degli utenti per scopi commerciali e attivi in automatico lo scambio dei propri dati da/a terzi operatori per tutte le volte che l’utente accede o utilizza siti web e app di terzi.

Piu’ nel dettaglio, l’Antitrust italiana vuole esaminare l’informativa che fornisce Facebook nel processo di registrazione alla piattaforma sociale, in particolare sulle modalità di raccolta e utilizzo dei dati degli iscritti a fini commerciali, comprese le informazioni generate dall’uso da parte dell’utente Facebook di applicazioni di società che appartengono al gruppo e dall’accesso a siti web/app di terzi.

Inoltre, l’Agcm vuole approfondire l’attivazione automatica della piattaforma di scambio dei propri dati da/a terzi operatori quando l’utente accede o utilizza siti web e app di terzi "con validità autorizzativa generale senza alcun consenso da parte dell’utente, con sola facoltà di opt-out". L’Autorità vuole in particolare indagare sulla opzione messa a disposizione dell’utente di rinunciare o meno a tale modalità che risulterebbe preimpostata, tramite spunta nell’apposita casella, sul consenso al trasferimento dei dati.

Secondo l’Antitrust italiana, i suddetti comportamenti potrebbero integrare due distinte pratiche commerciali scorrette in violazione degli articoli 20, 21, 22, 24 e 25, del Codice del Consumo. In primo luogo da una parte Facebook non informerebbe adeguatamente e immediatamente, in fase di attivazione dell’account, l’utente dell’attività di raccolta e utilizzo, a fini commerciali, dei dati che va a cedere. In secondo luogo Facebook avrebbe esercitato "un indebito condizionamento nei confronti dei consumatori registrati" che, in cambio dell’utilizzo di Facebook, presterebbero il consenso alla raccolta e all’utilizzo di tutte le informazioni che li riguardano (tra cui quelle del profilo Facebook e quelle derivanti dall’uso del social media e dalle proprie esperienze su siti e app di terzi), in modo inconsapevole e automatico tramite un sistema di preselezione del consenso e "a mantenere lo status quo per evitare di subire limitazioni nell’utilizzo del servizio in caso di deselezione".

Il procedimento avviato dall’Agcm per approfondire le presunte informazioni ingannevoli sulla raccolta e uso dei dati degli utenti da parte di Fcebook è una conseguenza al caso che ha coinvolto il social network che è stato acceso circa un mese fa, quando il The New York Times e il The Guardian hanno riportato che un professore di psicologia di Cambridge ha sviluppato un’app per Facebook con la quale ha ottenuto – in maniera legittima – i dati di milioni di 87 milioni di utenti iscritti al social media che sono stati poi ceduti alla Cambridge Analytics, violando cosi’ le linee guida della società. Lo scandalo ha acceso dibattiti trasversali sul come Facebook gestisce la sua piattaforma e, in particolare, i dati che gli utenti iniziano a condividere dal momento in cui si registrano al social network. Facebook sta cercando in tutti i modi di limitare i danni di questo ‘scandalo’ di cui è protagonista e si è prontamente attivata per cambiare le regole e impegnarsi a controllare meglio l’uso che le applicazioni di terze parti fanno dei dati degli utenti.

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