Cepheus, il computer che vince a poker sempre

Un passo avanti nel campo dell'intelligenza artificiale ha permesso ad un computer di battere una persona ad uno dei più popolari giochi d'azzardo, il Texas Hold'em. Il computer Cepheus lavora attraverso tutte le possibili varianti di gioco per fare la mossa perfetta ogni volta.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Un passo avanti nel campo dell’intelligenza artificiale ha permesso ad un computer di battere una persona ad uno dei più popolari giochi d’azzardo, il Texas Hold’em.

Il computer lavora attraverso tutte le possibili varianti di gioco per fare la mossa perfetta ogni volta. In questo caso il giocatore artificiale è Cepheus, un algoritmo progettato da ricercatori canadesi capitanati da Michael Bowling dell’università canadese dell’Alberta. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science.

"Abbiamo una strategia che può garantire ad un giocatore che non perderà", ha detto Michael Bowling, lo scienziato informatico presso l’Università di Alberta che ha guidato il gruppo di lavoro.

Il gioco del poker di base "è stato sostanzialmente risolto", ha detto Tuomas Sandholm, direttore di Laboratorio presso la Carnegie Mellon University di Pittsburgh, il cui programma di gioco di poker ha vinto un campionato mondiale nel 2014. Egli non è stato coinvolto nel progetto, ma ha ammesso che Cepheus "è un passo avanti".

In tutto, si stima che 150 milioni di persone giocano a poker a livello mondiale, secondo la Federazione Internazionale di Poker in Svizzera e la statunitense Poker Players Alliance, che descrivono il Texas Hold ’em come la versione più popolare del gioco di carte.

Il poker ‘alla texana’ è differente dal gioco di carte tradizionale, in quanto i giocatori ricevono solamente due carte a testa: queste formano il punto di ogni giocatore, assieme a cinque carte comuni scoperte dal mazziere durante le varie fasi di gioco.

Il poker, in tutte le sue varianti, è definito dai matematici un gioco imperfetto in cui i partecipanti conoscono le regole ma dove, a differenza degli scacchi, esistono numerose incognite. Ad esempio i giocatori non sanno quali carte abbia in mano l’avversario ed è possibile fingere di avere carte che non si hanno.

“In questo studio si è cercato di sviluppare un algoritmo che portasse a giocare come un giocatore perfetto, ossia una strategia che puntasse a raggiungere l’equilibrio di Nash, il che non significa vincere sempre, ma fare il meglio possibile con le carte che si hanno”, ha spiegato Roberto Natalini, direttore dell’Istituto per le applicazioni del calcolo del Cnr di Roma.

In realtà, è tutta una questione di probabilità.

Analizzando le carte uscite e quelle presenti sul tavolo, l’elaboratore può valutare il rischio di ogni giocata cosi come calcolare il potenziale tasso di perdita o vincita. Inoltre, è in grado di valutare le combinazioni residue. 

La gestione di questi dati, anche nei campioni del Poker, rappresenta comnque solo un fattore di aiuto: in realtà, tutti i giocatori ricevono più o meno le stesse carte e le stesse combinazioni di vincita in un tavolo. Alcuni giocatori riescono a portare a casa il piatto anche partendo da situazioni sfavorevoli mentre i giocatori normali, quelli meno esperti, vincono solo, e non sempre, nelle situazioni fortemente favorevoli.

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