Origami, la batteria che funziona ad acqua sporca

E' stata creata la batteria origami dai ricercatori della Binghamton University di New York, una batteria composta per la maggior parte da carta biodegradabile, che genera energia dalla respirazione microbica. Lo scopo è creare un sistema di accumulo dell'energia che possa essere utilizzato in situazioni in cui l'accesso all'energia elettrica e le risorse sono scarse.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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La maledizione degli smartphone sempre più innovativi e in grado di fare sempre più cose, ma la cosa non vale solo per gli smartphone, è oggi la durata della batteria. Le cose potrebbero cambiare con la nuova batteria "origami", una batteria pieghevole che genera energia a partire dai batteri presenti nell’acqua sporca. Ma gli scopi per cui nasce questa batteria vanno ben oltre l’alimentare gli smartphone.

La batteria origami, sviluppata da Seokheun Choi assieme con un team di ricercatori della Binghamton University di New York, è una batteria composta per la maggior parte da carta biodegradabile, che viene a costare complessivamente solo cinque centesimi.

La batteria genera energia dalla respirazione microbica. L’energia che viene a prodursi non è in grande quantità, ma sufficiente per far funzionare dei biosensori di carta, sensori che possono tornare particolarmente utili in situazioni in cui le risorse sono scarse.

Il sistema è stato ampiamente spiegato nel numero di luglio della rivista Nano Energy, dove viene detto che il prototipo del dispositivo è grande più o meno quanto una scatola di fiammiferi e sfrutta un catodo di carta sul quale viene spruzzato del nichel, mentre l’anodo è stampato con vernici al carbonio. E’ anche presente una zona idrofila delimitata con della cera, così da rendere possibile attraverso la respirazione microbica produrre sufficiente energia per attivare un biosensore cartaceo.

Provando a spiegare in parole più semplici il perchè è una grande scoperta questa nuova tecnologia, basti sapere che l’energia per la ricarica arriva tramite la respirazione microbica da parte di batteri, i quali si possono trovare in della semplice acqua sporca. Ecco perchè la batteria può essere sfruttata anche nelle aree più povere dove le risorse sono scarse, perchè l’acqua sporca è ovunque. Inoltre, la carta utilizzata nel processo di creazione dell’energia è biodegradabile, e quindi non inquina andando a nuocere la situazione già disagiata dei paesi più poveri.

"Ogni tipo di materiale organico può essere fonte per i batteri per il metabolismo batterico", dice Seokheun "Sean" Choi, l’ingegnere che ha sviluppato la batteria. "E non abbiamo bisogno di pompe o siringhe esterne perché la carta può assorbire una soluzione con la forza capillare."

Per fare un esempio pratico sull’efficienza di questa batteria, servono quattro batterie collegate in serie per alimentare un piccolo Led. E l’aggiunta di altre batterie non dovrebbe essere un problema, ha detto Choi, e quindi le future possibilità per questa tecnologia sono tantissime.

Mentre inizialmente queste batterie saranno utilizzare solo per scopi di ricerca, non si esclude l’introduzione di questa tecnologia per dei biosensori per il fitness, che potrebbero andare a sostituire i dispositivi indossabili.

Il progetto, finanziato con 300mila dollari dalla National Science Foundation, ha come obiettivo quello di creare un sistema di accumulo dell’energia che possa essere utilizzato in situazioni in cui l’accesso all’energia elettrica e le risorse sono scarse. 

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