OpenOffice potrebbe chiudere

OpenOffice viene difficilmente aggiornato tempestivamente per affrontare le vulnerabilità di sicurezza per mancanza di fondi, il che ha portato il gruppo dietro il suo sviluppo a pensare di chiudere la suite open-source.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

Le preoccupazioni alla Apache Software Foundation che il proprio progetto Apache OpenOffice potrebbe non essere piu’ aggiornato tempestivamente per affrontare le vulnerabilità di sicurezza per mancanza di fondi hanno portato il gruppo a pensare di chiudere la suite open-source.

La suite di programmi per ufficio – spesso utilizzata da chi non vuole pagare per la licenza della suite Office di Microsoft – una volta era considerata la piu’ completa alternativa gratuita al dominio di Microsoft sui pc desktop. Adesso, gli sviluppatori del programma faticano a tenere il passo dei problemi di sicurezza che si presentano di continuo nel codice del software, e il Consiglio di Apache Software Foundation ha chiesto al comitato di gestione del progetto di pensare e proporre ad un rimedio, come spiegato dallo stesso presidente della commissione Dennis E. Hamilton in una e-mail spedita ai sostenitori del gruppo.

In una e-mail dal titolo "Cosa comporterebbe mandare in pensione OpenOffice?", Hamilton ha delineato le preoccupazioni che ci sono riguardo la capacità di mantenere il software sicuro ed eventuali conseguenze che ci sarebbero in caso di abbandono del progetto.

"Nel caso di Apache OpenOffice, il bisogno di rivelare le vulnerabilità di sicurezza per le quali non è stata trovata una soluzione in un aggiornamento è diventato un problema serio", ha scritto Hamilton. "E’ anche mio parere che non ci sono sufficienti sviluppatori che hanno capacità e volontà di integrarsi con la circa mezza dozzina di volontari che tengono insieme il progetto", ha scritto.

Secondo Wikipedia, molti ex sviluppatori di OpenOffice sono passati a lavorare su LibreOffice di The Document Foundation nel 2010. LibreOffice ha ricevuto 14 aggiornamenti di versione lo scorso anno, a fronte di un singolo aggiornamento di versione per OpenOffice nel mese di ottobre 2015, arrivando alla numero 4.1.2. La comunità di OpenOffice compresi i partner Canonical, Google, Novell e Red Hat ha manifestato supporto per la creazione di una suite aperta e indipendente.

ZDnet riporta che il 21 luglio è stato rilasciato un avviso di protezione che ha avvisato che un bug ha colpito la versione 4.1.2 di OpenOffice, il quale poteva essere sfruttato per eseguire codice malevolo da remoto. Nel momento in cui l’avviso è stato rilasciato una patch non era disponibile, e OpenOffice ha consigliato ai propri utenti di utilizzare soluzioni alternative inclusi LibreOffice o Microsoft Office. Dopo circa 31 giorni, il 30 agosto, è arrivata la correzione del bug. Hamilton ha spiegato che il bug era stato segnalato nel mese di ottobre dello scorso anno. Mentre gli sviluppatori avevano iniziato a trovare una correzione nel codice sorgente a marzo, sperando di includerla all’interno della versione 4.1.3 il cui rilascio è stato pero’ previsto nel mese di ottobre, di nuovo a causa della mancanza di risorse per gli sviluppatori.

Il codice sorgente di OpenOffice inizialmente veniva reso disponibile da Oracle come software libero su licenza LGPL, ma in seguito l’acquisizione da parte di Sun Microsystems è stato distribuito con licenza libera.

Nella mail, Hamilton spiega la necessità di prendere in considerazione cosa bisognerebbe fare in caso di necessità di mandare in pensione il progetto, considerato che gli sviluppatori che attualmente lavorano al progetto difficilmente riescono a mantenerlo in attivo. Sarebbe "negligente da parte mia non sottolineare che il pensionamento del progetto è una seria possibilità" ha scritto Hamilton. "Ci sono quelli che temono che discutere la pensione può diventare una profezia che si autoavvera… per i piani di emergenza, nessun tempo è un buon momento, ma pensarci prima è sempre meglio che dopo. "

In risposta alla mail, gli sviluppatori non si sono dimostrati molto d’accordo, con uno in particolare che ha comunicato le sue dimissioni dal progetto, mentre alcuni ritengono che per portare avanti il progetto bisognerebbe trovare un modo per attirare collaboratori prima di discutere di un piano di pensionamento.

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