Samsung, vicepresidente Lee Jae-Yong condannato per corruzione a 5 anni di reclusione

Condannato in Corea del Sud a 5 anni di reclusione il vice presidente di Samsung Eletronics, accusato di aver pagato 36 milioni di dollari per ricevere favori dal governo.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

Lee Jae-yong, il vice presidente di Samsung, e’ stato condannato a cinque anni di reclusione il 25 agosto 2017. Un tribunale sudcoreano lo ha trovato colpevole di corruzione e altri reati nell’ambito dello scandalo che ha portato all’impeachment e poi all’arresto dell’ex presidente della Repubblica Park Geun-hye.

Nello scorso mese di febbraio, la Corte Distrettuale centrale di Seul ha approvato un mandato di arresto nei confronti di Lee Jae-yong, il vice presidente di Samsung. Un primo mandato d’arresto per Lee era stato emesso in precedenza a gennaio, ma è stato respinto. Le indagini sono poi proseguite a seguito di nuove prove emerse contro il capo di Samsung, elementi che hanno portato ad un secondo mandato e all’arresto finale. Il 25 agosto 2017, la Corte ha sentenziato che Lee Jae-yong dovrà farsi 5 anni di carcere, a fronte dei 12 anni chiesti dalla Procura sudcoreana.

Samsung Eletronics continua dunque ad essere sotto la lente mediatica, questa volta non per altri smartphone che esplodono ma per il caso che ha visto coinvolto Lee Jae-yong, vice presidente del gruppo e ultimo arrivato della generazione della famiglia fondatrice del gruppo Samsung.

IL CASO. Prima l’arresto e poi la condanna sono legati all’indagine della procura speciale sudcoreana avviata circa lo scandalo del presidente della Repubblica Park Geun-hye e della sua stretta confidente Choi Soon-sil per corruzione e abuso di potere. In particolare, per Jae-yong l’accusa è di aver erogato fondi per 36 milioni di dollari a due fondazioni appartenenti a un aiutante – ora messo sotto accusa – del presidente Park Geun-hye tra cui 18 milioni di dollari ad una societa’ con sede in Germania e riconducibile a Choi, tutto in cambio dell’aiuto politico nell’ambito della riorganizzazione societaria del gruppo Samsung nel 2015, ossia nel corso della fusione tra Samsung C&T e Cheil Industries che ha contribuito a solidificare la posizione della famiglia Lee in Samsung Group.

PRIMO MANDATO D’ARRESTO. Primo ad essere incriminato formalmente lo scorso dicembre per corruzione è stato Moon Hyung-pyo, capo del National Pension Service e ministro della Salute da dicembre 2013 ad agosto 2015, sospettato di aver premuto sul principale fondo pensione pubblico per sostenere la fusione tra Samsung C&T e Cheil Industries.

A metà gennaio, appena dopo che è stata diffusa la notizia del coinvolgimento nelle indagini del vice presidente Lee Jae-yong, per il quale è stato emesso un primo mandato di arresto, il titolo di Samsung Eletronics è crollato sui mercati asiatici, con un calo del -2,14% nella borsa di Seul.

Jae-yong ha negato le accuse di corruzione durante le 22 ore di interrogatorio a cui si è sottoposto il 12 gennaio scorso, in seguito al primo mandato d’arresto. Il procuratore speciale della Corea del Sud ha detto che è stato presto in considerazione il potenziale impatto economico conseguente l’arresto di Lee Jae-yong, giungendo a conclusione che per la società questo evento sarà gestibile, motivo per il quale il primo mandato di cattura per il vice presidente di Samsung è stato emesso.

Nello scorso mese di dicembre, Lee ha testimoniato in un’udienza all’Assemblea Nazionale dicendo che non aveva niente a che fare con la scelta di Samsung di donare milioni di dollari ad una azienda riconducibile Choi, ha riferito il New York Times. Invece, ha suggerito che la società è stata vittima di estorsione, piuttosto che aver partecipato attivamente ad un atto di corruzione. "Samsung non ha pagato tangenti al fine di ricevere favori", un portavoce della società aveva difeso Lee. "Per noi è difficile accettare la tesi del procuratore speciale che Samsung ha fatto le richieste improprie relative alla fusione di Samsung per una posizione di leadership. Crediamo che la Corte si esprimerà nel giudizio appropriato."

SECONDO MANDATO D’ARRESTO. Il primo mandato di arresto per Lee è stato poi negato, ma essendo emerse nuove e piu’ importanti prove contro il capo di Samsung, nel mese di febbraio è stato emesso nei suoi confronti un secondo mandato, il quale ha portato all’arresto del vicepresidente di Samsung. 

ARRESTO E ACCUSE. L’elenco delle accuse contro Lee include appropriazione indebita, corruzione, falsa testimonianza, occultamento di proventi illeciti e il trasferimento illecito di beni all’estero. Egli è stato detenuto dietro le sbarre in attesa del processo.

Nel frattempo, l’ufficio del procuratore speciale ha emesso un mandato di arresto per il presidente di Samsung Electronics Park Sang-jin, ma è stato respinto.

LA CONDANNA DELLA CORTE. Il 25 agosto, Lee Jae-yong e’ stato formalmente condannato a cinque anni di reclusione. La Procura sudcoreana aveva chiesto una condanna a 12 anni di reclusione.

Il governo della Corea del Sud ha chiuso il 2016 e iniziato il 2017 in uno stato di disagio per le accuse mosse al Presidente Park e alle sua stretta collaboratrice Choi, che non aveva alcun ruolo ufficiale nel governo. Choi, che ha 60 anni, è stata accusata di estorsione di aver utilizzato la sua influenza su Park per costringere gruppi industriali a versare fondi a proprie fondazioni da utilizzare per scopi personali.

Anche se Samsung è stata spesso indagata su accuse di corruzione, prima dell’arresto del signor Lee a febbraio, costui né suo padre hanno mai trascorso del tempo in prigione. Il padre del giovane erede Lee è stato condannato per corruzione nel 1996, e di evasione fiscale e abuso di fiducia nel 2009, ma in ogni caso non è stato arrestato, e le sue pene detentive sono state sospese. Ogni volta, la sua fedina penale è stata poi cancellata in grazia presidenziale, tornando alla guida di Samsung. Lee risulta quindi essere il primo alto dirigente della Samsung a passare del tempo in prigione.

Articolo originale del 17 febbraio 2017 aggiornato il 25 agosto 2017.

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