Samsung, sequestrati dispositivi a Vicenza per presunta violazione di brevetto italiano

La Guardia di Finanza ha eseguito nella provincia di Vicenza il sequestro di telefoni e tablet Samsung dopo che una azienda ha accusato il colosso sudcoreano di aver utilizzato in alcuni suoi dispositivi una tecnologia legata ad un proprio brevetto.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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La Guardia di Finanza si è attivata nel pomeriggio di mercoledi 18 gennaio per eseguire il sequestro di telefoni e tablet Samsung a Vicenza. Il sequestro è avvenuto solo nella provincia del Veneto nell’ambito di una indagine denominata "Patent App" coordinata dal sostituto procuratore di Vicenza Hans Roderich Blattner con la quale il colosso sudcoreano è stato accusato di aver utilizzato nei suoi dispositivi una tecnologia il cui brevetto europeo depositato anche in Italia risalente al 2002 risulta essere di proprietà di un’azienda italiana che ha denunciato di aver subito danni per un equivalente economico di almeno 60 milioni di euro a livello europeo e di almeno 10 milioni di euro nel solo mercato italiano.

La tecnologia al centro della questione sarebbe quella che mostra lo stato del volume audio nel momento in cui si stanno utilizzando cuffie o auricolari collegati al device.

Nella provincia di Vicenza, il 18 gennaio, la GdF ha compiuto 26 perquisizioni in totale presso punti vendita di grandi catene della grande distribuzione (MediaWorld, Unieuro, e altre) per sequestrare telefoni e tablet Samsung con l’obiettivo di procedere ad una perizia che permetta di stabilire meglio la questione, anche in considerazione del fatto che esistono diverse versioni del sistema operativo Android installate in diversi modelli di device – risultano essere 21 i modelli, tra cellulari e tablet, dotati della suddetta tecnologia tutelata da un brevetto.

Come riportato dalla versione online del Giornale di Vicenza, i finanzieri hanno chiesto ai negozi dove hanno condotto le perquisiti di fornire anche della documentazione contabile (come documenti di trasporto) per accertare la provenienza dei prodotti sequestrati, nonchè le modalità di vendita in territorio italiano e l’effettiva titolarità.

Le perquisizioni sono state eseguite nella città di Vicenza cosi’ come in gran parte della provincia, e in particolare a Arzignano, Bassano del Grappa, Camisano, Torri di Quartesolo, Schio, Lonigo, Thiene, Montecchio Maggiore, Trissino, Cassola, San Giuseppe di Cassola, Ponte di Barbarano, Malo e Piovene Rocchette.

Samsung ha comunicato di essere a conoscenza dei sequestri dei suoi prodotti che sono stati effettuati in data 18 gennaio 2017 a Vicenza presso alcuni punti vendita della provincia precisando in una nota che tali sequestri sono stati eseguiti su iniziativa di una società che non svolge alcuna attività produttiva o distributiva nel settore sulla base di "una asserita violazione di un suo brevetto". Samsung ha inoltre comunicato che i propri legali stanno gia’ lavorando per capire cosa sia accaduto e intende rivolgersi alle competenti autorità civili e penali per ottenere "la revoca immediata di questi provvedimenti e il ristoro dei danni patrimoniali e di immagine".

Cio’ che potrebbe non tornare in questa vicenda è come mai le perquisizioni sono state eseguite solamente nella provincia di Vicenza se il brevetto europeo in questione è stato registrato anche in Italia – non dovrebbe esserci dunque la perquisizione dei prodotti in tutto il territorio italiano? Da quanto si apprende, l’azienda che rivendica il brevetto ha sede legale a Roma ma la causa relativa alla proprietà intellettuale fa capo al Tribunale di Vicenza.

Potrebbe essere un caso di patent troll? Questo termine viene usato quando aziende acquistano brevetti per il solo scopo di concedere licenze ad altre aziende o utilizzandoli in cause contro aziende che presumono violare la loro proprietà intellettuale. Google è stata una delle aziende più colpite dal ‘Patent trolling’ negli ultimi tempi, ed è raro usare questo termine in Italia.

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