Google News chiude in Spagna, colpa della Google Tax

Il Presidente dell'Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati, ha commentato la decisione di Google di chiudere il servizio Google News in Spagna: 'una scelta giusta, condivisibile, seppur terribile per gli utenti'.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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L’avvocato Luca Bolognini, Presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati, ha commentato la decisione di Google di chiudere il servizio Google News in Spagna che sta destando in queste ore sgomento in tutta Europa.

In breve, Google prevede di interrompere il proprio servizio Google News in Spagna in risposta alla legislazione recentemente approvata che impone tasse da pagare per gli aggregatoti di contenuti per l’utilizzo dei contenuti degli editori locali. L’annuncio è stato dato in un post sul blog aziendale Mercoledì sera, da cui viene specificato che Google intende disattivare il servizio e rimuovere gli editori spagnoli da Google News dal prossimo 16 dicembre, prima che la nuova legge sul diritto d’autore entri in vigore nel mese di gennaio 2015.

La cosiddetta "Google tax", che è stata approvata nel mese di ottobre dal governo spagnolo, richiede che i servizi di aggregazione di contenuti degli editori – portali che raggruppano link e stralci di articoli di notizie di varie fonti – inizino a pagare una tassa all’Associazione Editors of Spanish Dailies, una organizzazione che rappresenta l’industria dei giornali spagnoli. In caso contrario potrebbero esserci multe fino a 600.000 euro.

E’ stata una scelta giusta e, a mio avviso, condivisibile, seppur terribile per gli utenti", dice Bolognini, Presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati. "i rischi legali, per Google, nel continuare a tenere accese le News in Spagna erano troppo alti, vista la legge che entrerà in vigore da gennaio 2015 che di fatto impedisce il diritto di citazione delle notizie".

In Europa sono presenti legislazioni "obsolete", prosegue Bolognini, "assai analogiche e ben poco digitali, che non tengono conto del ruolo cruciale svolto da motori di ricerca e aggregatori a favore del pluralismo dell’informazione".

Ora che Google chiude un servizio utile per gli utenti spagnoli, perché costretta a farlo da regole d’altri tempi, "tutti gli utenti spagnoli saranno più poveri di idee e di notizie", prosegue Bolognini, che chiude dicendo: "E speriamo non sia la prima di una serie di chiusure del servizio in altri Stati UE".

Proprio oggi, l’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati ha pubblicato lo studio internazionale “Effetti dei motori di ricerca sul pluralismo dell’informazione” sugli effetti dei motori di ricerca sul pluralismo dell’informazione, nel quale si dimostra oggettivamente sia sotto il profilo del rispetto dei diritti fondamentali, sia dal punto di vista econometrico, che i search engines e gli aggregatori di notizie sono "abilitatori del pluralismo", in particolare a favore dei piccoli editori.

Richard Gingras, responsabile di Google News, ha detto che "Questa nuova legge richiede che ogni pubblicazione spagnola venga pagata dai servizi come Google News per mostrarne anche il più piccolo frammento. Dato che Google News non fa generare soldi (noi non mostriamo alcuna pubblicità sul sito) questo nuovo approccio non è semplicemente sostenibile."

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