Impiantato nel cervello di un uomo un chip, ecco come funziona

Neuralink, demo chip impiantabile nel cervello per spostare mouse con la mente

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Redazione Pianetacellulare

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Elon Musk ha annunciato che l’azienda statunitense di neurotecnologie Neuralink da lui co-fondata è riuscita ad impiantare con successo nel cervello di un essere umano la tecnologia che permette di controllare a distanza e senza fili il mouse di un computer con il pensiero. Ma come funziona tutto ciò?

Elon Musk è il capo di X (ex Twitter) ma anche CEO di Tesla e co-fondatore di Neuralink Corp.. Quest’ultima azienda sta lavorando dal 2017 allo sviluppo di un chip impiantabile nel cervello umano per consentire di comunicare tramite il pensiero con una interfaccia utente eseguita da un dispositivo esterno, come un computer o uno smartphone. Nello scorso mese di settembre, Neuralink ha avviato il reclutamento di pazienti come parte del primo studio clinico su esseri umani di questo chip.
Lo scorso 29 gennaio, Musk ha postato su X che il primo essere umano ha ricevuto in data 28 gennaio 2024 un impianto da Neuralink e che “si sta riprendendo bene“. Inoltre, Musk ha comunicato che “i risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento dei picchi neuronali.“. Stando alle informazioni condivise poi dallo stesso Musk, questo primo chip impiantato ha preso il nome di ‘Telepathy‘, riconducibile a ‘telepatia’, dal momento che “consente il controllo del tuo telefono o computer e, attraverso di essi, di quasi tutti i dispositivi, semplicemente pensando.”.

Neuralink, aggiornamenti su X di Elon Musk del 29 e 30 gennaio 2024
Neuralink, aggiornamenti su X di Elon Musk del 29 e 30 gennaio 2024 – PianetaCellulare.it (credit: X: elonmusk)

Neuralink sviluppa chip impiantabile nel cervello per muovere il mouse con il pensiero

Dal momento che il primo test condotto su un essere umano sembra riuscito, Neuralink mantiene aperta la raccolta di candidature per chi desidera diventare paziente dello studio sperimentale chiamato PRIME (abbreviazione di Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface). Questo test, aperto nello scorso mese di settembre, viene condotto per portare avanti lo sviluppo di “dispositivi medici” da utilizzare per “l’interfaccia cervello-computer (BCI) wireless completamente impiantabile” dell’azienda. Studio che ha lo scopo di valutare la sicurezza del robot implantare e chirurgico di Neuralink oltre che di valutare le funzionalità iniziali dell’interfaccia BCI per consentire alle persone di controllare i dispositivi esterni tramite il pensiero. Per il momento possono candidarsi per provare a prendere parte allo studio PRIME solo le persone che hanno perso l’uso degli arti e che soffrono di quadriplegia dovuta a lesione del midollo spinale (SCI) o di sclerosi laterale amiotrofica (SLA).

Coloro che vengono accettati per prendere parte allo studio sperimentale PRIME di Neuralink è previsto il posizionamento di un piccolo chip “esteticamente invisibile in una zona del cervello che si occupa di pianificare i movimenti. Stando a quanto condiviso dall’azienda, il dispositivo è progettato per “interpretare l’attività neurale di una persona” e darle la possibilità di muovere con il suo pensiero il mouse sullo schermo di un computer o uno smartphone. Tutto senza la necessità di fili che collegano la persona con la macchina o facendo muovere fisicamente il paziente. Nel video qui sotto è possibile vedere il concetto su cui si basa lo studio in questione.

Come funziona tecnicamente

A livello tecnico, come descritto nel sito web di Neuralink, l’impianto N1 è sigillato in maniera ermetica in un involucro biocompatibile con resistenza a condizioni fisiologiche molte volte più severe di quelle del corpo umano. Ad alimentare l’impianto si occupa una piccola batteria ricaricabile in modalità wireless tramite un caricabatterie esterno a induzione. L’impianto è realizzato con chip ed elettronica avanzati, personalizzati e a basso consumo il cui compito è quello di elaborare i segnali neurali provenienti dal cervello e a trasmetterli in modalità wireless all’applicazione Neuralink installata su uno smartphone o un computer. Questa app si occupa della decodifica il flusso di dati in azioni e intenti, come il movimento del mouse sullo schermo. I segnali neurali dal cervello vengono rilevati attraverso 1024 elettrodi distribuiti su 64 fili flessibili e ultrasottili.

I segnali neurali dal cervello vengono rilevati attraverso 1024 elettrodi distribuiti su 64 fili flessibili e ultrasottili. Questi fili sono talmente sottili che non possono essere inseriti da un chirurgo umano. Per questo motivo Neuralink ha messo a punto un suo ‘robot chirurgico‘ capace di inserire questi fili esattamente dove devono essere nel cervello del paziente grazie ad una serie di sensori e telecamere oltre che di un ago più sottile di un capello umano.

Una volta impiantata nel cervello la tecnologia è prevista una ‘configurazione iniziale’ del sistema che permette all’app di imparare ad elaborare i dati dei segnali neurali provenienti dal cervello. La calibrazione invita il paziente a pensare di muovere il puntatore sullo schermo seguendo specifici movimenti.

Neuralink - calibrazione dei segnali neurali tramite app
Neuralink – calibrazione dei segnali neurali tramite app – PianetaCellulare.it (credit: Neuralink)

Come si è arrivati alla sperimentazione umana

Prima di aprire la sperimentazione dell’impianto agli esseri umani, Neuralink ha studiato il comportamento degli animali. Tra il 2019 e il 2020 l’azienda ha studiato e analizzato le risposte dei neuroni ai segnali sensoriali con i maiali. Successivamente, l’azienda ha testato e messo a punto la sua interfaccia BCI studiando il macaco, un animale con somiglianza cerebrale e capacità comportamentali simili a quelle dell’uomo. Nel video qui sotto è possibile vedere Pager, un macaco di nove anni, mentre gioca a MindPong con il suo pensiero.

Uno studio che apre le porte al futuro o che fa allarmare?

Sicuramente alcune persone potrebbero trovare eticamente sbagliato tutto questo ma, per quanto ne sappiamo, l’obiettivo di Neuralink è quello di aiutare le persone che non possono muoversi a comunicare con gli altri tramite il pensiero. “Immagina se Stephen Hawking potesse comunicare più velocemente di un dattilografo o di un banditore veloce. Questo è l’obiettivo.” ha spiegato Musk in un suo post su X. Nella homepage del sito web di Neuralink, invece, si legge:

“Le interfacce cervello-computer hanno il potenziale per cambiare la vita in meglio. Vogliamo portare questa tecnologia dal laboratorio nelle case delle persone.”

Neuralink spiega che questa ricerca è la prima nel suo genere ad essere condotta sulle persone. Inoltre, l’azienda si dice convinta del fatto che PRIME potrà aiutare a trovare modi più sicuri ed efficaci per impiantare e utilizzare la sua interfaccia cervello-computer wireless.

Maggiori informazioni si possono trovare sul sito web neuralink.com.

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