La coltivazione di cannabis non è inquadrabile come reato in presenza di alcuni aspetti ben precisi. Tuttavia bisogna fare attenzione all’illecito amministrativo: continua a leggere per conoscere tutti gli aspetti sul piano giuridico.
Una recente indagine sul consumo di cannabis ha fatto emergere che l’Italia è al terzo posto tra i Paesi dell’Unione Europea in questa speciale classifica. Questa sostanza, tra quelle illecite, risulta essere la più consumata in Europa e di conseguenza anche in Italia. Nel nostro Paese consuma cannabis il 20,7% dei giovani compresi tra 15 e 34 anni. Prendendo invece in esame il tasso di consumo nell’arco di tutta la vita viene fuori che l’Italia è dietro solo a Francia e Danimarca. Ma cosa dice la legge in merito alla coltivazione della cannabis?
Come ricordato in un post su Instagram dal noto avvocato Angelo Greco, direttore del sito ‘Laleggepertutti.it’ e impegnato nella divulgazione giuridica online, la Cassazione ha stabilito che non è reato coltivare tre o quattro piantine di cannabis, anche se non a scopo terapeutico.
Si tratterebbe, in questo caso, di una mera attività domestica che porta a ottenere un quantitativo di cannabis decisamente modesto. L’importante è che non venga superata questa soglia. Ma non è tutto, perché la Cassazione stabilisce anche che per non essere inquadrato come reato il principio attivo deve essere molto basso e la tecnica di produzione deve essere rudimentale.
In più la persona in questione non deve avere strumenti per creare dosi e confezionarle: il consumo deve quindi essere soltanto personale. Chiariti questi aspetti è bene però sgombrare ogni dubbio sulla depenalizzazione dell’attività di coltivazione della cannabis.
Anche se non rientra più nell’ambito del penale – ovviamente rispettando tutti i requisiti descritti – la coltivazione non è comunque lecita o legalizzata. L’attività continua infatti a rientrare negli illeciti amministrativi: cosa vuol dire esattamente e cosa rischia chi coltiva cannabis?
Per farla breve, anche con la coltivazione di cannabis entro le quattro piantine e nel rispetto di tutti i requisiti a cui abbiamo fatto riferimento in precedenza si corrono comunque dei rischi. Ad esempio la persona interessata rischia la sospensione della patente e anche quella del passaporto.
Ovviamente le cose cambiano se la persona riesce a dimostrare di fare utilizzo della cannabis esclusivamente per scopo terapeutico. Chiaramente è sempre meglio portare con sé durante lo spostamento da un luogo a un altro il medicinale e la prescrizione medica, così da non avere alcun problema in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine.
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