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Google Foto carica immagini anche dopo aver eliminato l’app

Google Foto tagga afroamericani come gorilla, Google si scusa

Google ha chiesto scusa per una falla in Google Foto, l’app per la gestione delle foto sui dispositivi mobili che è stata rilasciata a giugno. Cosa è successo al punto che Google si è trovata a chiedere scusa? La nuova applicazione ha etichettato erroneamente foto di persone di colore col tag "gorilla".

La società ha detto di aver risolto il problema e sta lavorando per capire esattamente come sia successo.

"Siamo sconvolti e sinceramente dispiaciuti che questo è accaduto", ha detto un rappresentante di Google in un comunicato inviato via email al Timeslive. "Stiamo prendendo provvedimenti immediati per evitare che questo tipo di situazione avvenga nuovamente."

I disagi sono nati con l’ultimo aggiornamento di Google Photos, che ha portato con sè una nuova funzione che permette all’app di ‘taggare’ automaticamente le foto in base al loro contenuto. Purtroppo per Google il riconoscimento delle persone ‘di colore’ non funziona come dovrebbe, visto che il software presenta alcune problematiche.

Possibile che l’errata associazione sia dovuta ad un fenomento simile ai famigerati "Link Bombing" che permettono di posizionare con parole chiave particolari, contenuti che non hanno rilevanza reale come nei tanti casi saliti alle cronache.

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L’app Google Foto utilizza una combinazione di tecnologie per aiutare gli utenti a raccogliere, cercare e catalogare le foto. Quando l’applicazione è stata presentata alla conferenza degli sviluppatori I/O lo scorso maggio, i dirigenti hanno elogiato l’app per le capacità di identificare le cose nelle immagini, specie punti di riferimento quali la Torre Eiffel, e dare agli utenti la possibilità di catalogare le loro foto di persone, luoghi o cose anche in maniera specifica come il riconoscimento di una particolare razza di cane.

Per identificare le persone ci sono però problemi, a quanto pare. E non solo. Nella pratica, gli utenti lamentano che l’app funziona spesso male, con Foto che scambia cani per cavalli e afroamericani per Gorilla.

Non sono quindi mancate le polemiche su quanto accaduto, con l’azienda che è stata accusata di razzismo.

Yonatan Zunger, chief social architect di Google, si è scusato e ha detto che il problema non ha a che fare con il riconoscimento dei volti, ma piuttosto con il metodo di catalogare le foto in cui la scarsa illuminazione rende difficile al programma riconoscere la presenza di un viso.

"C’è ancora chiaramente un sacco di lavoro da fare con l’etichettatura automatica delle immagini, e cercheremo di prevenire che questo tipo di errori si ripetano in futuro", il rappresentante di Google ha aggiunto.

Per il momento, il team di Google ha deciso di eliminare il tag gorilla, per evitare che il problema possa verificarsi nuovamente.

Non bastava il bug in Google Foto che ha taggato afroamericani come gorilla, Google deve affrontare un altro problema, forse minore in questo nuovo caso, legato alla sua applicazione tanto applaudita in occasione della sua presentazione lo scorso maggio alla conferenza degli sviluppatori I/O 2015, e ora disponibile per Android e iOS.

Google Foto (Photos il nome originale) consente agli utenti di eseguire il backup, ordinare e migliorare le loro foto con semplicità, ma alcuni utenti si sono accorti, ed hanno prontamente segnalato alla società, che il funzionamento di Google Foto è alquanto bizzarro.

Infatti, gli utenti del servizio hanno scoperto che l’applicazione continua a caricare immagini anche dopo la cancellazione dal dispositivo.

Nella pratica, diversi utenti si sono accorti che le immagini che scattavano con la fotocamera continuavano ad essere caricate sul loro profilo di Google+ e altri servizi del gigante di ricerca, anche se avevano eliminato l’applicazione dal proprio telefono.

Fortunatamente la correzione per il problema è semplice: bisogna andare nelle impostazioni del telefono e disattivare il backup automatico delle foto. Questo perché Google Foto apparentemente utilizza le opzioni del sistema operativo Android per gestire l’upload delle immagini, mentre l’applicazione serve più che altro per facilitare l’editing e la gestione delle immagini.

Google dice che l’applicazione funziona come previsto, ma è facile ritenere che il comportamento dell’app non è di facile comprensione per molti utenti, i quali presumono che una volta disinstallata l’app anche il sistema di caricamento automatico viene disabilitato. Molti potrebbero ritenere questo una violazione della privacy; in fin dei conti, a Google basta rilasciare un aggiornamento per l’app che includa la disattivazione del caricamento automatico delle foto scattate quando si cancella l’app Foto.

Per il momento, non si sa se Google intende modificare l’app.

Vi siete trovati in una delle situazioni di cui sopra? Oppure non ve ne siete accorti? Scriveteci nel box dei commenti qui sotto.

Simone Ziggiotto

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