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Elon Musk: Vi porto Su Marte entro il 2024

Elon Musk rilancia le ambizioni per la conquista dello spazio. Dopo i successi raccolti con Paypal, Tesla e Space X, il giovane magnate sudafricano sogna lo sbarco sulla Marte. Uno sbarco atteso nel prossimo decennio grazie alla rapida evoluzione della tecnologia spaziale che dopo l’exploit registrato durante la Guerra Fredda, sembrava ormai decisamente ridimensionata.
Secondo l’idea di Musk, la prima missione umana su Marte potrebbe partire nel 2024, con l’ambizioso progetto di conquistare il pianeta rosso, installando una base permanente e dare cosi il via ad una nuova rivoluzione che potrebbe avere gli stessi effetti della scoperta dell’America sul vecchio Continente. Una missione di colonizzazione che aprirebbe una nuova epopea spaziale per l’intera umanità.
Lo sbarco su Marte sarà effettuato tramite la nuova generazione di vettori spaziali, tra i quali Musk cita la nuova capsula Dragon 2, dalle dimensioni di un Suv e capace di ospitare fino a 7 astronauti e garantire loro la sopravvivenza per almeno 18 mesi.

La Capsula Dragon 2

I primi test robotici potrebbero partire nel 2018, giusto il tempo di testare diverse soluzioni sul suolo marziano per poi lanciare lo sbarco vero e proprio atteso tra il 2024 e il 2025. Tra il 2018 e il 2020, una serie di viaggi attorno alla Luna potrebbero consentire di collaudare alcune tecnologie indispensabili per consentire di affrontare il lungo viaggio verso Marte. Un viaggio tutt’altro che semplice, visto che nella migliore delle ipotesi, ci vorrebbero non meno di 6 mesi.
Ad oggi, il record di permanenza nello spazio appartiene a Scott Kelly con 340 giorni presso al ISS. Una permanenza cosi prolungata crea però non pochi problemi di natura fisica e psicologica a causa della prolungata esposizione non solo alle radiazioni spaziali ma alla vita stessa in assenza di gravità.
Il progetto sarà ufficialmente annunciato il prossimo settembre 2016, durante l’International Astronautical Congress previsto in Messico.

Video Simulato su Dragon 2

Video: SpaceX, esordio positivo del razzo riutilizzabile Falcon 9

La conquista di Marte

La conquista di Marte prevede notevoli problemi da affrontare che cercherrò di riassumere nei punti seguenti.

1) Spazi ristretti

Per prima cosa, gli astronauti dovrebbero passare circa 6 mesi nello spazio, vivendo in spazi ristretti con tutti i problemi del caso. In questi anni la Nasa ha gestito diverse simulazioni condotte nel deserto americano per studiare gli effetti psicologici di una convivenza forzata cosi lunga.

2) Rifornimenti, acqua e ossigeno durante il Viaggio

In secondo luogo, sarebbe necessario trasportare acqua, cibo e ossigeno per consentire un viaggio di andata e ritorno, quindi almeno 12 mesi, con un carico piuttosto ingombrante e svariate tonnellate di rifornimenti da traspotare. La Nasa aveva annunciato che nella missione su Marte, avrebbe garantito un viaggio di sola andata agli astronauti, che avrebbero avuto il compito di installare una base di sopravvivenza proprio nel suolo marziano.

Questo problema potrebbe essere risolto dal lancio in sequenza di diverse capsule con i rifornimenti da allocare nello spazio in modo che il vettore contenente l’equipaggio, possa intercettarli man mano che prosegue nell’avventura. Allo stesso modo, alcune capsule sarebbero lanciate su Marte e depositate poi nel suolo marziano in attesa degli astronauti.

3) I problemi di atterraggio su Marte

Diversamente dalla Terra, l’atmosfera di Marte è totalmente diversa, sia per composizione sia per comportamento fisico. Come già visto in fase di lancio della sonda rover Oppportuniy, ancora oggi operativa sul suolo marziano, una eventuale sonda rischierebbe di schiantarsi sul suolo a causa di una atmosfera che non permetterebbe di rallentare rapidamente. 

Nel caso di Opportunity fu utilizzata una tecnica particolare, ovvero una serie di airbag che hanno permesso alla sonda di arrivare integra al suolo. Una soluzione però estremamente rischiosa e sopratutto non praticabile con equipaggio umano. In questo articolo, il video di atterraggio. 

A tal proposito, c’è un progetto italiano testato nei mesi scorsi per la creazione di una sorta di freno spaziale denominato LDSD, ovvero Low Density Supersonic Decelerator

4) La permanenza su Marte

Salvo ipotizzare una staffetta spaziale per il continuo invio di rifornimenti su Marte, il problema di ospitare una colonia su Marte riguarda essenzialmente la fornitura di ossigeno e acqua. Un progetto in corso di sperimentazione riguarda le coltivazioni idroponiche, che potrebbero garantire il riciclo dell’anidride carbonica, garantendo cosi la produzione di ossigeno. Un sistema iper tecnologico garantirebbe il riciclo costante dell’acqua anche se su Marte dovrebbero essere presente acqua sotto forma di ghiaccio (a tal proposito,leggi il progetto Mars One ).

Redazione

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