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Spotify rovinava il disco rigido del PC scrivendo troppi dati

Tra le caratteristiche piu’ apprezzate di Spotify c’è il client per pc desktop, vale a dire l’applicazione per Windows e MAC che consente di ascoltare la musica della piattaforma di streaming musicale. Purtroppo, sembra che questa app per alcuni mesi fosse molto dannosa nei confronti del dispositivo, in quanto da segnalazioni da parte degli utenti si apprende che l’app in diversi casi scriveva centinaia di gigabyte di dati inutili, andando a sovraccaricare il sistema, anche quando Spotify era inattivo e non memorizzava i brani localmente. Bastavano 2 ore di ascolto per avere 25 GB di dati letti e scritti sul disco, mentre in una giornata intera si poteva arrivare anche a 100 GB.

Ad essere interessate sono state le applicazioni di Spotify per Windows, Mac e Linux almeno a partire dalla metà dello scorso mese di giugno, con tanto di utenti che hanno provato a segnalare il problema nel forum di supporto ufficiale della società ma anche su Reddit e altrove. Secondo commenti lasciati nel forum da Spotify a meta’ novembre (quindi circa cinque mesi dopo le prime segnalazioni) il bug è stato risolto nella versione 1.0.42, ora in distribuzione.

L’app di Spotify per desktop, in breve, per mesi ha continuato a leggere e scrive informazioni sul disco rigido del computer, in particolare i dischi allo stato solido, in modo esagerato. Questa continua lettura e scrittura di gigabyte di dati – dei quali molti sono ritenuti ‘inutili’ – su un’unità ogni giorno prolungata nel tempo potenzialmente va ad accorciare il ciclo di vita del disco rigido, la cui rottura potrebbe arrivare molti prima di quanto sarebbe senza questo problema.

E’ stato stimato che l’applicazione scriveva da 5 a 10 GB di dati in meno di un’ora, anche quando l’applicazione era inattiva. Lasciando Spotify in esecuzione per periodi più lunghi di un giorno nei casi peggiori si è arrivati ad avere 700 GB di dati scritti dall’app.

Per fortuna Spotify ha comunicato di aver risolto il problema. Quindi, assicuratevi di avere l’app installata sempre all’ultima versione: se avete la versione 1.0.42 o successiva allora dovreste poter stare tranquilli che il problema è stato risolto.

Simone Ziggiotto

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