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Bill Gates propone tassa sui robot per salvare il lavoro

Una tassa per ogni robot per finanziare cosi il welfare in un futuro dove il lavoro sarà sempre più raro e milioni di persone non potranno di fatto lavorare.

Questo in sintesi il pensiero del magnate hi-tech Bill Gates che ha riportato in auge il problema della rivoluzione robotica che rischia di cancellare milioni di posti di lavoro nel prossimo decennio.

Il problema è molto semplice: se i robot lavoreranno al posto degli umani, chi potrà più permettersi di fare la spesa e acquistare i prodotti?

Un problema enorme che rischia di compromettere e minare tutto il sistema di welfare attualmente presente nei paesi occidentali.

Le stime attualmente disponibili parlano di 15 milioni di posti di lavoro bruciati dai robot nella sola Gran Bretagna. Presto, giornalisti, analisi finanziari, impiegati, cuochi, medici e non solo potrebbero essere sostituiti da robot e automatismi. Secondo diversi studi, il 45% della attuale forza lavoro potrebbe essere sostituita con tecnologie già esistenti.

Secondo Bill Gates in un prossimo futuro gli esseri umani potranno occuparsi unicamente di lavori che richiedono empatia come l’insegnamento e la cura degli anziani mentre l’umanità sembra destinata ad occuparsi di arte e cultura lasciando ai robot la produzione di beni e servizi di base.

Asus ZenBo, robot domestico molto promettente

Dalla sharing economy alla rivoluzione robotica

E-commerce, sharing economy e rivoluzione robotica hanno avuto grande impatto sul mondo del lavoro, tanto che sempre più quote di mercato vengono concentrate su poche grandi piattaforme.

L’e-commerce in passato a impattato molto negativamente su librerie e agenzie di viaggio, portando alla chiusura di migliaia di attività commerciali. Successivamente la sharing economy ha disintermediato nuovi settori come hotel, case vacanza e ristoranti, riducendo sensibilmente la catena di valore.

Se queste due evoluzioni hanno però creato a loro volta posti di lavoro su marketing e servizi annessi, la rivoluzione robotica rischia invece di eliminare milioni di posti di lavoro senza possibilità di crearne altrettanti. 

Molte grandi fabbriche oggi si avvalgono di linee di montaggio quasi interamente automatizzate, soprattutto nel settore dell’auto dove una volta si concentravano migliai di posti di lavoro. 

In un prossimo futuro, i lavorni manuali e a basso valore aggiunto rischiano di sparire creando eserciti di disoccupati senza alcuna possibilità di reintegro nel mercato del lavoro. Il reddito di cittadinanza sembra l’unica via di uscita plausibile in questo scenario.

Redazione

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