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Facebook, Zuckerberg risponde a Kiev: Non siamo controllati da Mosca

Un alto funzionario del governo ucraino ha accusato Facebook di parzialità a favore della Russia durante la sesta sessione di domande e risposte con il co-fondatore della società Mark Zuckerberg. Il funzionario, che serve come collaboratore del presidente ucraino Petro Poroshenko, è intervenuto in prima persona per parlare con il gigante del social networking per risolvere il problema.

Secondo Dmytro Shymkiv, vice capo dell’amministrazione presidenziale ucraina, dei moderatori russi di Facebook, sottoposti al controlo del Cremlino, stanno supervisionando, e alcuni anche bloccando, utenti ucraini del sito di social networking.

Poroshenko vorrebbe qindi che lo stesso fondatore di Facebook intervenga nella battaglia dei commenti online tra gli utenti russi, che spesso inneggiano alla lotta e alla sopraffazione dell’avversario.

"C’è l’influenza filorussa e la pressione sulla sede di Facebook in Russia", stando a quanto riporta l’Agence France-Presse (AFP) citando Shymkiv.

In un appello personale a Facebook, Poroshenko ha chiesto alla società all’inizio di questa settimana di aprire un ufficio separato in Ucraina per evitare tale presunte parzialità, ha riferito l’AFP, aggiungendo che Poroshenko ha fatto appello ai cittadini in massa per far loro scrivere a Zuckerberg attraverso il social network per denunciare i fatti. "Dobbiamo usare tutti i canali disponibili per ottenere una reazione", ha scritto Poroshenko. "L’Ucraina ha bisogno di un ufficio ucraino di Facebook!".

L’appello di Poroshenko è arrivato dopo che molti attivisti ucraini hanno sollecitato la società con sede in California di intervenire contro presunti tentativi russi di mettere a tacere le voci degli utenti pro-Ucraina. Secondo gli attivisti, più profili con un ruolo importante del Cremlino nel conflitto in Ucraina sono stati sospesi dopo che la Russia ha presentato falsi rapporti di abusi contro di loro, scrive la BBC.

Mentre il co-fondatore di Facebook ha detto che "Non consentiamo contenuti che sono apertamente ostili o contenenti insulti etnici o che incitino alla violenza" e che "Ci sono state alcune pubblicazioni che hanno violato questa regola, e penso che abbiamo fatto la cosa giusta a rimuoverle", Facebook in precedenza ha detto che la sua divisione che lavora per la versione russa del sito è gestita in Irlanda e che non dispone di un ufficio fisico in Russia, ha riferito l’AFP.

Secondo gli osservatori russi, il governo farebbe uso di cosiddetti "bot del Cremlino" o di un "esercito di troll" per monitorare i messaggi contro il Cremlino e per manipolare il sistema Facebook per scatenare una serie di denunce nei confronti di qualsiasi utente pro-Ucraina.

"In Russia, le battaglie sui social network sono particolarmente acute, e il governo utilizza i servizi di un esercito online," Sergei Parkhomenko, un blogger e giornalista, ha detto all’AFP, "il governo usa un esercito online per bloccare i contenuti critici con il Cremlino e per istigare segnalazioni contro utenti sgraditi, facendone bloccare gli account".

Una questione che rimane dunque ancora aperta, questione sulla quale Facebook sembra non voler mettersi in mezzo, rimanendo il più possibile in disparte. Per il Social Network, quindi, sembra che questa diatriba tra Ucraina e Russia deve continuare solo tra i due contendenti, anche su internet.

Social

Simone Ziggiotto

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