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USA, Facebook come passaporto digitale

Chi viaggia spesso all’estero sa che il Visto di ingresso è l’atto con il quale uno stato dà a un individuo straniero il permesso di accedere nel proprio territorio, per un certo periodo di tempo e per determinati fini. Bene, sappiate che da ora in poi per entrare negli Stati Uniti potrebbe essere necessario avere profili Facebook, Twitter o di altri social network ‘puliti’ o comunque che non contengono elementi che possano far sospettare al Consolato Generale degli Stati Uniti d’America – l’ente preposto al rilascio del Visto – che siete potenziali terroristi.

Usiamo ancora il condizionale, in quanto la regola che il visto d’ingresso negli Stati Uniti potrebbe essere rilasciato solo dopo aver esaminato i profili social del richiedente non è ancora legge. Resta una misura riportata dal Wall Street Journal, secondo cui è in fase di studio dall’Amministrazione Obama.

Il Dipartimento per la sicurezza nazionale, all’indomani della strage di San Bernardino negli USA e di altri recenti attacchi terroristici nel resto del mondo come quello che ha colpito Parigi lo scorso novembre, starebbe valutando di condurre dei controlli anche sui profili sociali di chi chiede di entrare in un paese.

In seguito alle indagini conseguenti la strage di San Bernardino, l’FBI ha scoperto che l’attentato era stato anticipato da indizi lasciati da Tashfeen Malik, la moglie pakistana che insieme al marito Farouk ha ucciso 14 persone, sul suo profilo Facebook.

I dettagli del nuovo piano non sono chiari al momento, ma il Journal descrive che al giorno d’oggi approfondire le abitudini o la personalità di una persona a cui viene rilasciato il visto anche sui social network è importante, mentre tradizionalmente il Consolato Generale degli Stati Uniti d’America si è concentrato sull’analisi dei documenti legali nel processo di richiesta del visto.

Logicamente chi non usa i social network non andrà ad incorrere in questo tipo di controlli.

Il visto per entrare negli USA puo’ essere richiesto online prima di un viaggio programmato, e può essere contenuto in un documento a sé o, più comunemente, stampato sul passaporto del richiedente o contenuto in foglio da allegare al medesimo in seguito.  Non tutti gli stati richiedono il visto per l’ingresso nel loro territorio, ritenendo in certi casi sufficiente il passaporto o la carta di identità, in seguito ad accordi di libera circolazione.

Sarà interessante scoprire come evolveranno i controlli, e vi terremo aggiornati.

Simone Ziggiotto

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