Tim Cook: privacy utenti e sicurezza nazionale possono convivere, niente backdoor su smartphone

L'amministratore delegato di Apple, Tim Cook, ha ribadito per l'ennesima volta quanto è contrario alle 'backdoor', le 'porte segrete' che permettono di accedere ad uno smartphone senza che l'utente ne venga a conoscenza.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

Tim Cook intervistato a ’60 minutes’

Le persone non devono scegliere tra privacy e sicurezza nazionale, "penso che sia una visione troppo semplicistica. Siamo l’America, dovremmo avere entrambe le cose", ha dichiarato l’amministratore delegato di Apple Tim Cook, nel corso di un episodio di "60 minutes" della CBS (emittente americana) dedicato alla casa di Cupertino e trasmesso nella prima serata di domenica 20 dicembre. Cook ha affrontato diversi aspetti dell’azienda nel corso dell’intervista fatta dalla giornalista di CBS News Charlie Rose.

Cook ha per esempio spiegato che Apple produce in Cina perché può e perchè la manodopera lì è a basso costo, si possono evitare più severe normative ambientali ed è l’unico modo in cui Apple può anche vendere i suoi prodotti in Cina. Cook ha inoltre difeso la decisione di Apple di crittografare gran parte dei dati, un tema importante in questa epoca di terrorismo.

Riguardo la sicurezza dei dati degli utenti dei prodotti a marchio ‘mela morsicata’, Cook ha ribadito che gli iPhone contengono dati personali sensibili, anche finanziari e sulla salute, degli utenti, motivo per cui la società non prevede una backdoor, una "porta sul retro", al fine di non rendere intercettabili queste informazioni dal governo o dagli hacker.

"Ecco la situazione", ha aggiunto Cook. "Sul vostro iPhone, ci sono informazioni sulla salute probabilmente, ci sono le informazioni finanziarie. Ci sono conversazioni intime con la vostra famiglia, i vostri colleghi di lavoro. Ci sono probabilmente segreti commerciali e si dovrebbe avere la capacità di proteggerli. E l’unico modo che sappiamo di poterlo fare, è quello di cifrare [le informazioni]." L’iPhone, infatti, crittografa le informazioni degli utenti. "Se il governo chiede informazioni specifiche dobbiamo fornirle", ha detto Cook durante la trasmissione. "Perché dobbiamo per legge. Nel caso di comunicazioni cifrate, non dobbiamo darle. E così; se i vostri messaggi di iMessage sono criptati, non vi abbiamo accesso."

Come riportato da Forbes, il senatore repubblicano Tom Cotton ha emesso una dichiarazione dopo aver ascoltato le parole di Cook in cui dice di non essere d’accordo con l’interpretazione del CEO di Apple: "Anche se può essere vero che Apple non ha accesso ai dati criptati, è solo perché ha progettato il suo servizio di messaggistica in questo modo. Non permettiamo che le compagnie telefoniche progettino dei propri sistemi al fine di evitare le legittime richieste di informazioni dei tribunali. Se si applica un diverso criterio giuridico per aziende come Apple, Google, e Facebook, ci si può aspettare che i servizi di messaggistica diventino preferiti per trafficanti di droga e terroristi o simili, cosa che né la società né le forze dell’ordine vogliono."

Nel frattempo, Cook ha risposto a domande sul futuro di Apple. Quando Rose chiesto perché era così difficile per Apple di ammettere che è interessata a entrare nel business delle auto contro player come Tesla e Google, la risposta è stata vaga, molto vaga: "Una delle grandi cose di Apple è probabilmente che gode di più segretezza che nella CIA", ha detto. Quindi non ha confermato che la società di Cupertino sta lavorando sul progetto Apple Car.L’auto di Apple, secondo un recente rapporto del Wall Street Journal, potrebbe essere lanciata, o almeno presentata, nel 2019 per poi entrare in produzione nel 2020. 

Tim Cook di Apple parla di tecnologia e privacy a 60 Minutes

Riguardo alle discussioni circa il fatto che Apple si è allontanata dalla creazione di prodotti perfetti come quelli che venivano lanciati quando alla guida della società si trovava Steve Jobs, Cook ha spiegato che "questa è ancora la compagnia di Steve. Il suo spirito sarà sempre nel Dna della compagnia".

Riguardo il nuovo prodotto lanciato da Apple nell’ultimo anno, l’Apple Watch, Cook ha detto che "ogni prodotto può essere migliorato" esprimendo la sua soddisfazione per questo gadget, il primo smartwatch di casa Cupertino. E riguardo alle voci della possibile uscita di un Apple Watch 2 relativamente presto, entro il 2016, Cook dice che "quando lanciamo un prodotto stiamo già lavorando sulla prossima versione, e talvolta anche su quella ancora dopo".

Nel corso della trasmissione 60 Minutes sono stati mostrati anche i lavori in corso per la realizzazione del Campus 2 di Apple, il prossimo quartier generale soprannominato "l’astronave" perchè ha proprio una forma di astronave, un progetto costato 5 miliardi di dollari, più grande del Pentagono, sarà autosufficiente grazie ai pannelli solari. Il progetto di Cupertino avrebbe dovuto essere completato entro il 2015, ma la sua realizzazione è in estremo ritardo e non è sicuro che le porte si apriranno prima del 2016. Il Campus ‘Spaceship’ di Apple è stato annunciato nel lontano 2011 dal compianto CEO Steve Jobs, che al tempo aveva definito la nuova sede di essere il miglior edificio per uffici nel mondo.

L’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, ha ribadito per l’ennesima volta quanto è contrario alle ‘backdoor’, le ‘porte segrete’ che permettono di violare uno smartphone in profondità a distanza senza che l’utente ne venga a conoscenza. Secondo quanto riporta il sito The Intercept nel mese di gennaio, Cook ha ribadito la propria posizione sul tema dle rispetto della privacy degli utenti di smartphone nel corso di un incontro tra esperti della Casa Bianca e i rappresentanti delle piu’ grosse società della Silicon Valley, tra cui Apple, Facebook, Twitter, Cloudflare, Google, Drop Box, Microsoft, e LinkedIn.

In questo incontro con i funzionari del governo, organizzato per stabilire quali siano le migliori misure da adottare congiuntamente per fronteggiare la minaccia terroristica online, il CEO di Apple Tim Cook avrebbe chiesto ai funzionari dell’amministrazione Obama di favorire la crittografia infrangibile. Secondo il Ceo di Apple, la presenza nei dispositivi di sistemi che bypassano le protezioni potrebbe essere sfruttata anche da terzi e finire in mani sbagliate.

Secondo The Intercept, Tim Cook ha criticato i funzionari per la loro posizione debole sul tema crittografia e ha detto che dovrebbero pubblicamente dichiarare di essere contro le "backdoor" per favorire la crittografia.

Per chi non conosce, una backdoor in informatica è paragonabile ad una ‘porte di servizio’ o ‘porta sul retro’ che consente di superare in parte o in tutto le procedure di sicurezza attivate in un sistema entrando nel sistema stesso. L’utilizzo delle backdoor sui sistemi utilizzati da alcuni smartphone (ma in realtà anche in molti altri prodotti informatici) è un tema che ha fatto scalpore quando l’ informatico statunitense Edward Snowden ex tecnico della CIA nel 2013 ha rivelato pubblicamente dettagli di diversi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico.

Con la convinzione di non volere backdoor sugli smartphone, Cook non vuole cedere alle richieste continue del capo dell’Fbi alle aziende della tecnologia di inserire queste ‘porte’ nei sistemi di cifratura che altrimenti sarebbero inviolabili per facilitare il lavoro dell’intelligence nell’intercettare potenziali terroristi e possibilmente prevenire attentati. Dalla versione del sistema operativo iOS 8, gli iPhone hanno un sistema di crittografia che non è accessibile nemmeno alla Apple, nemmeno su mandato delle autorità.

Cook ha più volte ribadito la sua posizione sulla crittografia, dicendo nel 2015 che "Apple [rifiuta] l’idea che i nostri clienti debbano scendere a compromessi tra privacy e sicurezza".

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