Netflix toglie la fatturazione tramite iTunes per non pagare a Apple commissioni sugli abbonamenti in-app

Per i nuovi abbonamenti a Netflix dall'app per iOS si viene reindirizzati alla versione web mobile di Netflix.com per registrare i dati di pagamento, evitando i metodi di iTunes.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

La fatturazione di Netflix tramite iTunes non è più disponibile per i nuovi abbonati o per gli utenti che riattivano l’abbonamento. Per gli abbonati a Netflix che usufruiscono al momento della fatturazione tramite iTunes non cambia nulla finché non disdicono l’abbonamento.

Netflix è entrata nella lista delle aziende che si sono spazientite di dovere a Apple una commissione fino al 30% di tutte le transizioni effettuate nelle proprie app mobile per iOS gestite tramite i metodi di pagamento messi a disposizione dall’Apple Store. Già nello scorso mese di agosto Techcrunch aveva anticipato, e poi ha confermato da Netflix, che il colosso del video streaming in abbonamento stava cercando nuovi modi per ridurre al minimo la quantità di denaro da riversare ad Apple. 

Da quando appreso la sorsa estate, Netflix stava testando un metodo per metodo per far evitare agli utenti di pagare attraverso iTunes in 33 paesi: Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Ecuador, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Ungheria, India , Indonesia, Italia, Giappone, Corea, Malesia, Messico, Norvegia, Perù, Filippine, Polonia, Slovacchia, Sudafrica, Spagna, Svezia, Taiwan e Tailandia.

Fino al 30 settembre 2018, alcuni nuovi abbonati a Netflix nei mercati selezionati in Europa, America Latina e Asia sopra elencati non hanno potuto iscriversi e pagare attraverso iTunes: questi, dopo avere scaricato l’app, venivano reindirizzati alla versione web mobile di Netflix.com per effettuare la registrazione dei dati per fare l’abbonamento: in questo modo i pagamenti vengono gestiti direttamente da Netflix. Non per tutti gli utenti, comunque, veniva proposto questo nuovo metodo, la selezione era un po’ casuale. A Techcrunch, un addetto all’assistenza clienti di Netflix aveva riferito che il test era in corso da giugno, iniziando prima in 10 paesi e poi è stato ampliato a 33 paesi dal 2 agosto fino al 30 settembre. "Stiamo costantemente innovando e testando nuovi approcci di registrazione su piattaforme diverse per comprendere meglio ciò che piace ai nostri membri" era stata la spiegazione di Netflix a Techcrunch"Sulla base di ciò che apprendiamo, lavoriamo per migliorare l’esperienza Netflix per i membri di tutto il mondo.".

Come è cambiata la fatturazione di Netflix su iTunes.
Da qualche settimana, nella pagina di supporto ufficiale di Netflix Italia dedicata alle "domande frequenti sulla fatturazione: iTunes" è apparso il seguente avviso:
"La fatturazione di Netflix tramite iTunes non è più disponibile per i nuovi abbonati o per gli utenti che riattivano l’abbonamento. Se al momento usufruisci della fatturazione tramite iTunes, per te non cambierà nulla finché non disdici l’abbonamento.". Ora, dunque, la fatturazione di Netflix tramite iTunes non è più disponibile per i nuovi abbonati o per gli utenti che riattivano l’abbonamento. Adesso, dopo avere scaricato l’app di Netflix su un iPhone o un iPad, chi non è ancora abbonato al servizio viene reindirizzato alla versione web mobile di Netflix.com per attivare per la prima volta (o riattivare) un abbonamento, cosi’ i pagamenti vengono gestiti direttamente da Netflix. Anche gli utenti italiani, dunque, sono interessati dal cambiamento.

Perchè Netflix ha cambiato la fatturazione tramite iTunes.
La struttura delle entrate per gli abbonamenti auto-rinnovabili si differenzia da altri modelli di business sull’App Store. Entro il primo anno di abbonamento di un abbonato, al fornitore del servizio Apple dà il 70% (il 30% resta a Apple) del prezzo di abbonamento ad ogni ciclo di fatturazione, meno le imposte applicabili. Dopo che un abbonato ha accumulato un anno di servizio a pagamento attraverso l’Apple Store, le entrate per lo sviluppatore aumentano fino all’85% del prezzo dell’abbonamento, al netto delle imposte applicabili (il 15% resta a Apple). Non ci sono problemi se gli utenti interrompono, poi riprendono o effettuano un upgrade o downgrade del proprio abbonamento: tutti i giorni di abbonamento vengono conteggiati per l’accumulo annuale. Se un utente annulla l’abbonamento ma si reiscrive entro 60 giorni il conteggio dei giorni di abbonamento vengono sommati con i precedenti; se viene annullato un abbonamento e viene riattivato dopo questo ‘periodo di garanzia’  di 60 giorni, il conteggio del primo anno ricomincia da zero, per cui allo sviluppatore Apple dà il 70% del prezzo dell’abbonamento fino a quando l’abbonato accumula un anno di abbonamento.

Netflix non è l’unico servizio di streaming che ha scelto di bypassare la gestione degli abbonamenti di iTunes. Spotify ha fatto da tempo quello che Netflix ha iniziato a fare solo ora.

Per il momento Apple ‘lascia fare’ nel senso che non ha preso provvedimenti per i gestori delle applicazioni che evitano in questo modo di pagare il 30 per cento delle transizioni completate tramite iTunes in-app alla società di Cupertino.  Non è da escludere che un giorno Apple possa decidere di chiudere le porte del suo App Store alle applicazioni che non consentono agli utenti di pagare in-pp usando i metodi messi a disposizione da iTunes.

Articolo originale di Agosto 2018 aggiornato il 31 dicembre 2018.

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