Uber in Italia resta utilizzabile, il tribunale ha accolto la sospensiva

Il tribunale di Roma ha deciso di accogliere la richiesta di sospensiva dell'ordinanza che richiedeva l'interruzione dei servizi di mobilità Uber a partire dal 17 Aprile.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Venerdì scorso, il Tribunale Civile di Roma ha emesso un’ordinanza chiedendo la sospensione dei servizi di mobilità di Uber per concorrenza sleali ai danni del settore taxi a partire dal 17 Aprile

Uber ha poi presentato domanda di appello poichè ritiene che questa ordinanza vada in contrasto con le linee guida europee in materia di apertura al mercato dei trasporti e al più recente Milleproroghe, che ha ribadito la non vigenza del rientro in rimessa per gli NCC.

Il tribunale di Roma ha deciso di accogliere la richiesta di sospensiva dell’ordinanza che richiedeva l’interruzione dei servizi di mobilità Uber a partire dal 17 Aprile.

Pertanto, i driver e gli utenti di Uber in Italia potranno continuare ad utilizzare l’applicazione fino alla pronuncia del Tribunale sul reclamo della società.

Se il tribunale di Roma non accoglieva la richiesta di sospensiva dell’ordinanza al termine di domenica 16 aprile, Uber avrebbe dovuto sospendere le operazioni in Italia, in attesa di nuovi sviluppi sul fronte legale.

"Restiamo ottimisti, vogliamo andare avanti e lottare per le persone e per i consumatori che chiedono solo di avere più scelta" ha commentato Uber. 

Cosa ne pensano gli autisti di Uber del tentativo di bloccare il servizio in Italia?

Costretto a reinventarsi da zero lavoro e vita privata, Giuliano M. di Roma dopo aver letto per anni di questa applicazione ha voluto provarla, mettendosi in gioco, diventando un autista Uber da tre anni oramai. "Con Uber mi trovo bene, sia rispetto a prima che rispetto ai driver che lavorano dipendenti o in cooperativa" racconta Giuliano della sua esperienza con Uber, riuscendo a "bilanciare vita privata e lavoro". Un domani senza Uber? Per Giuliano sarebbe "un bel problema" perchè significherebbe "tornare alla preistoria", e diventare dipendente "di una di queste società cooperative; forse preferirei cambiare tutto, non so, andare a fare il barista" ha detto.

Per il giovane Sebastian R. di 22 anni, nato in Colombia ma in Italia da quando aveva 4 anni e con la patente a 21 anni, Uber è stato il suo primo lavoro: "avevo il minimo di età per il noleggio con conducente, lo stesso lavoro che ha fatto mio padre per tanti anni. Con Uber ho un buon lavoro, ed era l’unica opportunità che avevo per rendere orgogliosi i miei genitori" ha dichiarato il ragazzo per sostenere la campagna #IoStoConUber. Un domani senza Uber? Sebastian vorrebbe provare a vedere se all’estero trova qualcosa che faccia al caso suo, ma "bisogna essere forti per farlo, forti e fortunati”.

E poi c’è Fabrizio Q., arrivato a Uber tramite il consiglio di un amico dopo aver lavorato come NCC, e facendo l’autista Uber solo nel tempo libero. Fabrizio apprezza del servizio la puntualità nei pagamenti e la "bellissima" clientela: "la maggioranza dei clienti Uber a Roma non sono italiani, spesso sono turisti da tutto il mondo, io per fortuna parlo inglese, per cui si trovano bene" ha dichiarato Fabrizio, che rivela che Uber gli ha cambiato la vita "nel senso che non ho più avuto quelle due, tre ore di buco nella giornata che avevo prima". Riguardo il futuro di Uber in Italia, per Fabrizio "frenare la tecnologia non ha senso, non si ferma la tecnologia con i decreti. Indietro il mondo non ci torna”.

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