App Immuni: come funziona e si comporta in termini di privacy

Immuni é l'app italiana scelta dal Governo per il tracciamento dei contagi Covid-19 nella fase di ripresa delle attività  e degli spostamenti. Come funziona? E lato privacy come si comporta? Proviamo a trovare delle risposte, ora che l'app é ufficiale e disponibile al download.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Immuni‘ è l’applicazione di cui si sente parlare molto nelle ultime settimane. Ma che cosa è, come funziona, e con la privacy come si comporta? Chi la può usare? Da dove si scarica? Quanto costa? E’ obbligatoria? E se non volessi installarla, cosa cambierebbe? Dopo settimane di incertezze, dal 3 giugno 2020 l’app che consente di risalire ai contatti che possono aver esposto una persona al rischio di contagio da Covid-19 si può scaricare gratuitamente sui dispositivi iOS e Android dai rispettivi Store. Dal 15 giugno, Immuni si può utilizzare in tutta Italia, dopo la settimana di prova nelle regioni Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia.

La storia dell’app Immuni. Con un’ordinanza del 16 aprile, il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha disposto la stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la "Bending Spoons spa", la società che ha progettato l’app Immuni, tutta italiana. L’app è stata selezionata tra una serie di software proposti da esperti della task force istituita dal ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione in accordo con il ministero della Salute, e quello ritenuto alla fine più idoneo. L’app è sviluppata e rilasciata nel pieno rispetto della protezione dei dati personali dell’utente e della normativa vigente, incluso il decreto-legge del 30 aprile 2020, n. 28.

L‘app Immuni serve per contenere e contrastare l’emergenza epidemiologica Covid-19 durante la fase di ripresa delle attività e degli spostamenti, aiutando ad "identificare individui potenzialmente infetti prima che emergano sintomi e, se condotto in modo sufficientemente rapido, può impedire la trasmissione successiva dai casi secondari" come scritto sull’ordinanza. Più nella pratica, l’app Immuni si propone di avvertire gli utenti potenzialmente contagiati il prima possibile, anche quando sono asintomatici. Questi utenti possono poi isolarsi per evitare di contagiare altri. Questo minimizza la diffusione del virus e, allo stesso tempo, velocizza il ritorno a una vita normale per la maggior parte della popolazione. Venendo informati tempestivamente, gli utenti possono anche contattare il proprio medico di medicina generale prima e ridurre così il rischio di complicanze.

L’app Immuni è disponibile per le principali piattaforme mobile, nello specifico si può scaricare e installare dal 3 giugno su telefonini con sistema operativo iOS (Apple iTunes) e Android (dal Google Play Store e, dal 3 febbraio 2021, AppGallery per chi ha Huawei). Non è obbligatoria, l’installazione ed il suo utilizzo sono facoltativi, e funziona attraverso la connettività bluetooth low energy (a basso consumo energetico, per non incidere troppo negativamente sulla autonomia della batteria), non geolocalizza tramite GPS. Il bluetooth, quindi, deve restare sempre attivo sullo smartphone, e l’app deve essere esclusa da eventuali blocchi di applicazioni che non possono funzionare in background (dovrà funzionare sempre, mentre lo smartphone è accesso). L’app Immuni è completamente gratuita.

Gli utenti di cellulari che decidono di scaricare l’app Immuni contribuiscono a tutelare sé stessi e le persone che incontrano. Se sono entrati in contatto con soggetti successivamente risultati positivi al tampone, verranno avvisati con una notifica dell’app, potendosi quindi rivolgere tempestivamente al proprio medico per ricevere le indicazioni sui passi da compiere.

Come funziona l’app Immuni:
se voglio, scarico l’app Immuni e inizio ad utilizzarla: da questo momento, l’app crea un registro dei contatti con cui entro in contatto archiviando tre informazioni per ciascuno: (1) quale è il dispositivo con il quale sono stato in contatto, (2) a che distanza, (3) per quanto tempo. Se un soggetto con cui sono entrato in contatto risulterà positivo al Covid-19 a seguito di un test, l’operatore medico autorizzato dal cittadino positivo, attraverso l’identificativo anonimo dello stesso, farà inviare un input/messaggio di alert per informare gli utenti identificati in modo anonimo che sono entrati in contatto con lui, me compreso. Per privacy, l’alert/messaggio ricevuto non contiene l’identificativo della persona risultata positiva al Covid-19, ma informa che qualcuno con cui sono entrato in contatto, a seguito di un test, è risultato positivo al nuovo coronavirus, con informazioni su come comportarsi di conseguenza.

Facciamo un esempio pratico. Consideriamo l’esempio di Stefania e Alessandro, due ipotetici utenti. Una volta installata da Stefania, l’app fa in modo che il suo smartphone emetta continuativamente un segnale Bluetooth Low Energy che include un codice casuale. Lo stesso vale per Alessandro. Quando Stefania si avvicina ad Alessandro, gli smartphone dei due utenti registrano nella propria memoria il codice casuale dell’altro, tenendo quindi traccia di quel contatto. Registrano anche quanto è durato il contatto e a che distanza erano i due smartphone approssimativamente. I codici sono generati a caso, senza contenere alcuna informazione sul dispositivo o l’utente. Inoltre, sono modificati diverse volte ogni ora, in modo da proteggere ulteriormente la privacy degli utenti. Supponiamo che, successivamente, Alessandro risulti positivo al SARS-CoV-2. Con l’aiuto di un operatore sanitario, Alessandro potrà caricare su un server delle chiavi crittografiche dalle quali è possibile derivare i suoi codici casuali. Per ogni utente, l’app scarica periodicamente dal server le nuove chiavi crittografiche inviate dagli utenti che sono risultati positivi al virus. L’app usa queste chiavi per derivare i loro codici casuali e controllare se qualcuno di quei codici corrisponde a quelli registrati nella memoria dello smartphone nei giorni precedenti. In questo caso, l’app di Stefania troverà il codice casuale di Alessandro, verificherà se la durata e la distanza del contatto siano state tali da aver potuto causare un contagio e, se sì, avvertirà Stefania.

La questione della Privacy:
Riguardo la privacy, il software di contact tracing Immuni è sviluppato per registrare la prossimità tra cellulari delle persone con i quali il soggetto è venuto a contatto tramite "dati non direttamente idonei a rivelare l’identità di una persona". Stando a quanto riportato dal Ministero della Salute, questi dati dati restano solo nel cellulare "fino all’eventuale diagnosi di contagio". 

L’app non raccoglie alcun dato che consentirebbe di risalire all’identità di un utente. Ad esempio, non chiede e non è in grado di ottenere nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email. L’app chiede solo la Regione e la Provincia in cui ci si trova. L’app non raccoglie alcun dato di geolocalizzazione, inclusi i dati del GPS: gli spostamenti non sono tracciati in alcuni modo. Il codice Bluetooth Low Energy trasmesso dall’app è generato in maniera casuale e non contiene alcuna informazione riguardo al proprio smartphone, né sulla persona. Inoltre, questo codice cambia diverse volte ogni ora, per tutelare meglio la privacy. I dati salvati sullo smartphone sono cifrati, così come le connessioni tra l’app e il server sono cifrate. Tutti i dati, siano essi salvati sul dispositivo o sul server, saranno cancellati non appena non saranno più necessari e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2020. È il Ministero della Salute il soggetto che raccoglie i dati utente, che verranno usati solo per contenere l’epidemia del COVID-19 o per la ricerca scientifica. I dati sono salvati su server in Italia e gestiti da soggetti pubblici.

I dati sono controllati dal Ministero della Salute, che garantisce che in nessun caso i dati verranno venduti o usati per qualsivoglia scopo commerciale, inclusa la profilazione a fini pubblicitari. Il progetto non ha alcun fine di lucro, ma nasce unicamente per aiutare a far fronte all’epidemia. Non è esclusa la condivisione di dati al fine di favorire la ricerca scientifica, ma solo previa completa anonimizzazione e aggregazione degli stessi.

Perchè il sistema funzioni al meglio, l’app Immuni deve essere presente su quanti più dispositivi possibile, si stima di una percentuale di almeno il 70 per cento della popolazione. Infatti, se tra due persone che entrano in contatto solo una ha l’app insallata e funzionante sul proprio smartphone, e una delle due persone scoprirà successivamente di essere diventato positivo al Covid-19, l’altra persona non lo potrà mai sapere. Immuni è importante perchè, grazie al sistema di notifiche di esposizione, permette di avvertire rapidamente gli utenti che sono stati in prossimità di un utente contagioso, suggerendo l’isolamento e di contattare il proprio medico di medicina generale. Tutto questo è molto importante per minimizzare il numero di contagi e assicurarsi che gli utenti possano ricevere le giuste attenzioni mediche il prima possibile, minimizzando il rischio di complicanze. Tuttavia, anche se la diffusione di Immuni fosse limitata, l’app potrà comunque contribuire a rallentare l’epidemia, in particolare in combinazione alle altre misure implementate dal governo. Questo rallentamento, anche se minimo, ridurrà la pressione sul Servizio Sanitario Nazionale, permettendo a più pazienti di ricevere cure appropriate e potenzialmente salvando molte vite. Nel frattempo, la ricerca scientifica avanza verso un possibile vaccino.

Dopo avere installato l’app Immuni, per accertarsi che la si stia usando come previsto, basta aprirla e controllare che nella sezione Home ci sia scritto "Servizio attivo". In caso contrario, bisogna premere sul tasto "Riattiva Immuni" e seguire le istruzioni per riportare l’app a funzionare correttamente. Qualche altro consiglio per usare al meglio Immuni: quando si esce di casa, portare con sè lo smartphone sul quale si ha installato l’app; non disabilitare il Bluetooth (salvo quando si sta dormendo, se si desidera); non disinstallare l’app; quando l’app manda una notifica, leggerla e quindi seguire le indicazioni fornite. Per esempio, se l’app chiede di essere aggiornata, aggiornarla; se suggerisce di isolarsi e di chiamare il proprio medico, farlo.

DA DOVE SCARICARE IMMUNI E SU QUALI TELEFONI SI PUO’ SCARICARE.
Da App Store se hai un iPhone con iOS versione 13.5 o superiore. I modelli di iPhone che supportano iOS 13.5 sono i seguenti: 11, 11 Pro, 11 Pro Max, Xr, Xs, Xs Max, X, SE (2nd generation), 8, 8 Plus, 7, 7 Plus, 6s, 6s Plus, SE (1st generation). Su iPhone con iOS in una versine precedente non è possibile usare Immuni.

Da Google Play se hai un dispositivo Android (versione 6 – Marshmallow API 23 o superiore) con bluetooth Low Energy, Google Play Services versione 20.18.13 o superiore. Non è possibile utilizzare Immuni se lo smartphone Android non ha il Bluetooth Low Energy o non permette l’aggiornamento di Android e di Google Play Services alle versioni minime indicate.

Da AppGallery se hai un dispositivo Huawei: disponibile dal 3 febbraio 2021.

Dopo avere saricato l’app, basta aprirla e seguire le istruzioni visualizzate sullo schermo per la configurazione iniziale, come da screenshot qui sotto.

Per maggiori informazioni sull’app Immuni è disponibile il portale web dedicato all’indirizzo www.immuni.italia.it

Ultimo aggiornamento articolo: 15 giugno 2020, in seguito alla disponibilità dell’app Immuni in tutta l’italia.

App Immuni – schermata di Benvenuto

App Immuni – I permessi richiesti

App Immuni – Stato App

App Immuni – Stato App

App Immuni – come funziona

App Immuni – Esempio di Notifica Esposizione Virus

App Immuni – Impostazioni

App Immuni – richiesta aggiornamento app

App Immuni – selezione della provincia

App Immuni – Video di come funziona

Impostazioni privacy