Google migliora le Foto sgranate con le reti neurali

Da Google tecnologia per ricostruire una immagine sgranata o di ingrandirne una di bassa risoluzione rendendola quasi simile all'originale.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

Una nuova tecnologia dai laboratori di ricerca e sviluppo di Google consente di ricostruire una immagine sgranata o di ingrandirne una di bassa risoluzione rendendola quasi simile all’originale.

Quando si fa lo zoom su una piccola miniatura di una foto cosa succede? o una foto di bassa risoluzione come si vede? in entrambi i casi le immagini si vedono sgranate, ma c’è chi puo’ avere accesso a software avanzatissimi in grado di migliorare la resa delle immagini upscalate al fine di restituire una immagine che non sia sgranata ma quanto piu’ possibile simile alla realtà. Grazie al team di sviluppatori di Google Brain tecnologie accessibili ai RIS o che vediamo in CSI o Criminal Minds stanno per diventare piu’ accessibili anche alle persone ‘normali’.

La nuova tecnologia sviluppata da Google utilizza essenzialmente due reti neurali che, partendo da un’immagine da 8×8 pixel, sono quindi in grado di creare una approssimazione di ciò che l’immagine potrebbe sembrare rispetto all’originale in una risoluzione maggiore.

Come potete vedere nei risultati di alcuni test condotti con l’applicazione di questa tecnologia nella immagine qui sotto ci sono delle foto in cui l’elaborazione di Google è diversa rispetto al risultato che nella vostra mente potreste farvi guardando l’immagine sgranata e immaginando come potrebbe essere nella realtà – ad esempio, il volto di un paio di ragazze a nostro parere dovrebbe essere piu’ tondo nella realtà rispetto alla simulazione proposta da Google. Pertanto, come funziona questo software messo a punto da Google Brain?

Basti sapere che le reti neurali non sono veggenti o entità supreme che riescono a vedere oltre quello che si puo’ vedere in una immagine sgranata. Invece, utilizzano l’apprendimento automatico per analizzare i pixel di una foto e provano ad ipotizzare come potrebbe essere una immagine con i pixel sistemati meglio per restituire una immagine piu’ nitida. Facendo affidamento a milioni di modelli di immagini ‘apprese’ in precedenza, la tecnologia cerca quindi di proporre una immagine che presume possa essere simile all’originale.

Google Brain – esempi della tecnologia applicata

Ad esempio, nella foto ‘pixelata’ della seconda riga a sinistra tra gli esempi qui riportati vediamo che la donna ha una mandibola molto pronunciata, ed è impossibile che nella realtà possa essere come l’elaborazione proposta sulla destra che è come se la immagina la tecnologia di Google.

È qui importante capire che le immagini proposte post-elaborazione non hanno una nitidezza elevata, anche se con l’ulteriore sviluppo della tecnologia qualcosa potrebbe migliorare, e che il risultato generato rappresenta l’ipotesi migliore secondo il computer.

Come sopra detto, la tecnologia di Google fa uso di un paio di reti neurali per l’elaborazione delle immagini. La prima si chiama "rete di condizionamento" e fondamentalmente delinea i pixel sulla base di modelli di immagini da 8×8 pixel componendo una immagine ma in una risoluzione maggiore. L’immagine ottenuta serve poi come base per la seconda rete neurale, o "rete primaria", che prende l’immagine creata dalla prima rete neurale e aggiunge ulteriori dettagli utilizzando nell’elaborazione altri modelli studiati da immagini già esistenti che hanno delle mappature simili di pixel.

Google Brain continuerà a sviluppare la tecnologia al fine di migliorare il metodo di elaborazione delle immagini sgranate, e non è da escludere che potrà essere implementata in una futura caratteristica da poter inserire nell’app Google Foto magari per aiutare gli utenti a migliorare le foto sgranate che hanno nella propria galleria.

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