Burger King sfrutta l’Assistente vocale Google in Spot TV ma lo speaker Home legge informazioni sbagliate su Wikipedia

Google ha terminato una campagna pubblicitaria di Burger King dopo che la nota catena di fast food aveva realizzato uno spot pubblicitario televisivo studiato per attivare l'assistente vocale presente negli altoparlanti intelligenti Google Home.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

Google ha messo fine ad una campagna pubblicitaria innovativa di Burger King dopo che la nota catena di fast food aveva realizzato uno spot pubblicitario televisivo studiato appositamente per attivare l’assistente vocale presente negli altoparlanti intelligenti Google Home nelle case dei consumatori e di alcuni telefoni Android per promuovere i suoi hamburger Whopper.

Lo spot è stato progettato da Burger King per richiamare all’attenzione i dispositivi di Google ‘sempre in ascolto’ pronti ad attivare l’assistente vocale non appena l’utente pronuncia a voce il comando di attivazione "Ok, Google". Al fine di far leggere all’assistente vocale le informazioni sull’hamburger Whopper usando come fonte Wikipedia, neel promo di 15 secondi, un impiegato del Burger King chiede infatti "OK, Google. Che cos’è il hamburger di Whopper?". Ascoltato questo comando, lo speaker Google Home o un telefono Android con Google Now sempre in ascolto avviava un ricerca di informazioni nel motore di ricerca di Google circa l’hamburger Whopper ‘leggendo’ le prime righe della voce su Wikipedia.

Nella versione corretta, il Whopper su Wikipedia viene descritto come "il panino di punta della catena internazionale di fast food Burger King e il suo franchise australiano Hungry Jack’s" e questo era quello che l’assistente di Google leggeva giustamente. La voce era stata scritta meglio poco prima che la campagna televisiva iniziasse ad essere trasmessa dai network americani, per includere frasi come "hamburger preferito d’America" ​​e "100% carne di manzo senza conservanti". Tuttavia, dopo l’inizio della messa in onda del promo, qualcuno ha modificato sulla nota enciclopedia online la pagina dell’hamburger descrivendolo come "il peggiore hamburger di sempre" elencando tra gli ingredienti di cui viene fatto il cianuro. Di conseguenza, l’assistente di Google forniva informazioni sbagliate ai consumatori.

I rapporti dicono che lo spot non azionava piu’ l’assistente vocale di Google poche ore la modifica nella versione sbagliata della pagina su Wikipedia, facendo presumere che Google è intervenuta per risolvere la situazione. Anche se Google non ha confermato quest’azione, la società ha detto di non avere "alcun coinvolgimento" nella campagna. Wikipedia, nel frattempo, non ha risposto alle richieste di commento da parte dei media.

Non ci sono cifre ufficiali che rivelano quanto dispositivi Google Home sono stati venduti fino ad oggi, ma nel mese di ottobre 2016, Strategy Analytics ha stimato che il numero totale di speaker intelligenti spediti da Google e Amazon avrebbe raggiunto circa 3 milioni nel 2017.

Emily Tan, del sito web d’informazione tecnologica Campaign, pensa che Burger King aveva preso in considerazione l’idea di una tale reazione conseguenza al lancio della campagna: "Burger King ha la reputazione di essere un marchio piuttosto provocatorio e c’è una possibilità che Burger King si aspettasse che questo accadesse", ha detto.

Mentre Burger King ha dichiarato di aver visto "l’opportunità di fare qualcosa di eccitante con la tecnologia emergente dei dispositivi intelligenti con assistente personale", questa vicenda ha acceso discussioni attorno alle preoccupazioni che gli altoparlanti intelligenti nelle case che si attivano con la voce, come in questo caso Google Home ma anche Amazon Echo, possono essere sfruttati per scopi pubblicitari. "I marchi sono sempre pronti ad approfittare delle più recenti tecnologie per coinvolgere il loro pubblico e, talvolta, questo significa fare degli errori" ha detto alla BBC Justin Pearse, amministratore delegato di Drum Studios.

Google secondo indiscrezioni sta lavorando sul supporto multi-utente per il suo speaker Google Home, cosa che significherebbe per l’altoparlante la possibilità di riconoscere le voci che ascolta: se questo supporto venisse integrato, lo speaker potrebbe essere in grado di attivarsi solo previa riconoscimento di utenti predefiniti, quindi risponderebbe solo alle voci verificate di chi si trova in casa e ha associato il proprio smartphone con l’altoparlante – in tal modo le pubblicità non potrebbero piu’ attivare lo speaker per scopi pubblicitari. 

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