Google investe per un ecosistema pubblicitario che funzioni per tutti

Nel 2017 Google ha rimosso oltre 3,2 miliardi di annunci che violavano le norme pubblicitarie, qualcosa come piu' di 100 annunci al secondo.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Secondo Google, la pubblicità digitale gioca un ruolo importante nel rendere il web quello che è oggi, "un luogo in cui chiunque abbia una buona idea e buoni contenuti può raggiungere un pubblico e potenzialmente guadagnarsi da vivere" ha precisato Scott Spencer, Director of Sustainable Ads di Google, in un post sul blog della sua azienda. Affinché questo web supportato da annunci pubblicitari possa funzionare, deve essere "un luogo sicuro ed efficace per apprendere, creare e pubblicizzare" ha aggiunto Spencer, secondo cui questo non è sempre il caso, sfortunatamente, poichè nel web ci sono anche malintenzionati che cercano di guadagnare denaro a discapito di altre persone oneste, e un’esperienza negativa "va a danneggiare l’intero ecosistema".

Google negli ultimi 15 anni ha investito in tecnologia, politiche e personale perchè possano essere un aiuto nel combattere i problemi diffusi nel web come frodi pubblicitarie, malware e truffatori. Nel 2017, la società di Mountain View è riuscita a rimuovere piu’ contenuti dal suo ecosistema di annunci che mai, e anche ad un ritmo più veloce: ha eliminato oltre 3,2 miliardi di annunci che violavano le norme pubblicitarie, qualcosa come piu’ di 100 annunci al secondo. Questo significa che Google è stata e sarà in grado di bloccare la maggior parte delle negative esperienze pubblicitarie, come le truffe di malvertising e phishing, prima che abbiano un impatto sugli utenti che navigano sul web.

Sempre lo scorso anno, Google è riuscita a bloccare 79 milioni di annunci nella propria rete pubblicitaria per aver tentato di reindirizzare persone a siti con malware e ha rimosso 400.000 di questi siti non sicuri. E ancora, Google ha rimosso, sempre nel 2017, 66 milioni di annunci del tipo "trick-to-click" e 48 milioni di annunci che cercavano di indurre gli utenti ad installare software indesiderato. Nel 2017, Google ha anche escluso 320.000 editori dalla propria rete pubblicitaria per aver violato le norme sui publisher e inserito nella lista nera quasi 90.000 siti web e 700.000 app mobili.

Google ha anche introdotto una tecnologia che è in grado di rimuovere gli annunci Google da singole pagine su un sito web che violano le norme. In questo modo, se un sito ha una sola pagina che viola le norme non viene penalizzato tutto e nelle altre pagine gli annunci vengono comunque visualizzati. Grazie a questa tecnologia, nel 2017 sono state rimosse ogni mese 2 milioni di pagine per violazioni delle norme. Questo "è stato fondamentale nel ridimensionamento dell’applicazione delle politiche che vietano la monetizzazione di contenuti inappropriati e controversi" ha commentato Spencer, aggiungendo: "dopo aver ampliato la nostra politica contro contenuti pericolosi e dispregiativi nell’aprile 2017 per coprire ulteriori forme di discriminazione e intolleranza, abbiamo rimosso gli annunci Google da 8.700 pagine che hanno violato la politica espansa".

Google ha anche investito per combattere i contenuti ingannevoli che si trovano online. Molti proprietari di siti web utilizzano le piattaforme pubblicitarie messe a disposizione da Google, come AdSense, per pubblicare annunci sui loro siti e contenuti e fare soldi. Nel 2017, Google ha pagato 12,6 miliardi di dollari ai partner editoriali della propria rete pubblicitaria. Tuttavia, per guadagnare con gli annunci di Google, i publisher sono invitati a seguire le regole, e pensare prima all’esperienza utente e poi agli annunci.

Spencer ha spiegato che le norme che i publisher devono rispettare esistono per aiutare a mantenere il migliore equilibrio tra esperienza di visualizzazione degli annunci ed esperienza di navigazione di un sito web da parte degli utenti. Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito all’ascesa di persone che hanno cercato di sfruttare la crescente popolarità delle notizie online per fare soldi. Google proibisce ai siti web che fanno parte della rete pubblicitaria Adsense di pubblicare annunci su contenuti non originali, il che significa che un proprietario di un sito web non puo’ pubblicare annunci se è un sito che raccoglie notizie che sono di proprietà di altri siti (come gli aggregatori di notizie). Nel 2017, la società ha scoperto che un piccolo numero di editori è stato responsabile della maggior parte di queste violazioni. Su 11.000 siti web esaminati per aver violato potenzialmente la politica sui contenuti ingannevoli, Google ne ha bloccati oltre 650 ed escluso dalla propria rete pubblicitaria 90 editori.

Google ha anche notato la diffusione dello scraping, metodo che va contro le norme di Adsense il quale si verifica quando publisher cercano di fare soldi copiando il più rapidamente possibile notizie o contenuti da altri siti. Nel 2017, Google ha bloccato oltre 12.000 siti web (erano 10.000 nel 2016) trovati duplicare e copiare contenuti da altri siti.

Google ha anche sospeso, nel 2017, oltre 7.000 account AdWords che usavano negli annunci pubblicitari frasi sensazionali che invitavano gli utenti a cliccare per entrare.

Google è impegnata ad aggiornare le proprie norme quando scopre nuove minacce. Nel 2017 la società ha aggiunto 28 nuove norme per gli inserzionisti e 20 nuove norme per i publisher per combattere le nuove minacce e migliorare l’esperienza degli annunci online. Nel 2018 arriveranno altre norme.

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