CEO di Google Sundar Pichai: la IA deve essere Regolamentata

Serve bilanciare potenziali danni con le opportunità  sociali.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Sundar Pichai, il CEO di Alphabet e Google, durante una conferenza sull’intelligenza artificiale a Bruxelles, ha fatto un appello: c’è bisogno di regolamentare l’intelligenza artificiale, incoraggiando al contempo tempo i legislatori a non porre limiti su ciò che può essere fatto con le tecnologie AI.  Come riportato dal Financial Times (via Techcrunch, Cnet, The Verge e Google Blog), secondo Pichai l’Intelligenza Artificiale ha il potenziale per migliorare miliardi di vite ma si corre il rischio che potrebbe non riuscire a farlo.

Il problema da risolvere attualmente è come regolamentare l’intelligenza artificiale, serve bilanciare "potenziali danni con le opportunità sociali" ha detto Pichai: "qui non è in dubbio che l’intelligenza artificiale debba essere regolata. È troppo importante per non farlo, l’unica domanda è come".

Secondo il numero 1 di Google, per alcuni settori, come la guida autonoma, dovrebbero essere introdotte "nuove regole appropriate", mentre in altri settori, come l’assistenza sanitaria, le regole che già esistono possono essere aggiornate o integrate con altre per comprendere i prodotti assistiti dall’IA.

Pichai è convinto che aziende come la sua Google non "possono semplicemente costruire nuove promettenti tecnologie e lasciare che le forze di mercato decidano come utilizzarle", è bene che chi crea le nuove tecnologie abbia la possibilità di controllare che vengano sfruttate "per il bene e disponibile per tutti".

Per il capo di Google si dovrebbero utilizzare strumenti open source e utilizzare le normative esistenti, tra cui il GDPR europeo introdotto qualche mese fa, per ampliare le regole in piu’ campi legati alle tecnologie del futuro alimentate dall’IA. Attualmente, i piani USA e UE per la regolamentazione dell’IA sembrano essere divergenti. Ma regole diverse sulla gestione della privacy dei dati creano costi aggiuntivi e sfide tecniche per le aziende internazionali come Google, che invece di avere una strada facile da percorrere per migliorare la vita delle persone attraverso la creazione di nuove tecnologie si ritrovano a dover scalare una montagna.

Riguardo la tecnologia del riconoscimento facciale, Pichai ha detto che i principi interni della sua azienda vietano determinati usi della tecnologia, come ad esempio il supportare la sorveglianza di massa o la violazione dei diritti umani, da qui la decisione di Google di non vendere prodotti per il riconoscimento facciale, ritenendola una "applicazione ad alto rischio". Tuttavia, Pichai non è contrario al fatto che ci sono aziende concorrenti che vendono le proprie tecnologie di riconoscimento facciale, solo che dovrebbe esserci una regolamentazione diretta sull’uso di questa specifica tecnologia.

"Internet ha permesso di connettersi con chiunque e ottenere informazioni da qualsiasi luogo, ma anche di diffondere disinformazioni", ha detto Pichai, "Queste lezioni ci insegnano che dobbiamo essere chiari su ciò che potrebbe andare storto."

In occasione della sua presenza a Bruxelles, Pichai, CEO di Google e Alphabet, ha visitato MolenGeek per annunciare una sovvenzione aggiuntiva di Google.org di 250.000 dollari (pari ad oltre 200.000 euro) per supportare questa scuola di coding e aumentare l’accesso della comunità a nuovi tipi di formazione sulle competenze digitali.

MolenGeek ha aperto nel 2015 a Molenbeek, in Belgio, come una scuola di programmazione per chiunque possa imparare le competenze digitali. A differenza di altre scuole, MolenGeek è guidata da una missione sociale di promozione dell’inclusione, integrazione e sviluppo della comunità in questo sobborgo culturalmente diversificato di Bruxelles. In cinque anni, MolenGeek è diventata uno spazio di co-working per i giovani di ogni provenienza, consentendo loro di fare rete e condividere le loro esperienze. Della comunità di Molengeek di 800 membri attivi, 195 persone provenienti da contesti prevalentemente svantaggiati hanno seguito una formazione sulle capacità imprenditoriali e 35 nuove start-up sono state costruite e sviluppate dal programma di incubazione offerto. Google sostiene il progetto MolenGeek dal 2015. MolenGeek servirà anche l’apertura di incubatore dedicato alle esigenze delle startup incentrate sull’intelligenza artificiale. Oltre ai finanziamenti, gli esperti di Google AI forniranno anche a MolenGeek tutoraggio continuo e opportunità di volontariato per i googler.

"La missione di MolenGeek è di garantire che la tecnologia, l’imprenditorialità e l’innovazione siano accessibili a chiunque", ha dichiarato Sundar. “Sempre di piu’, questo significa aiutare le persone ad ottenere le competenze di cui hanno bisogno per avere successo in un mondo digitale. Siamo orgogliosi di supportare MolenGeek in quanto espande i suoi corsi di formazione digitali, incluso un nuovo gruppo incentrato sull’intelligenza artificiale, per offrire a più persone gli strumenti per il successo".

"È importante offrire alle giovani generazioni un modo per investire su se stesse", ha commentato Ibrahim Ouassari, cofondatrice di MolenGeek. "siamo grati di poter ancora una volta contare su Google per prestare il suo supporto e le sue conoscenze ai molti potenziali imprenditori che guardano a MolenGeek come un gateway per il settore tecnologico e un trampolino di lancio per le loro future carriere."

"questo sostegno alle sovvenzioni è particolarmente importante quando si tratta di AI, una delle tecnologie più interessanti a cui l’umanità sta lavorando oggi" ha commentato Rowan Barnett, capo di Google.org in EMEA e APAC. "Stiamo già vedendo il suo potenziale per cambiare la vita, dall’aiutare i medici ad individuare meglio il carcinoma mammario, prevedere inondazioni in India, a sostenere le organizzazioni no profit che applicano strumenti di intelligenza artificiale per affrontare questioni come il disboscamento illegale e la riduzione dei rifiuti di plastica".

Per aiutare più aziende belghe a sfruttare al meglio l’IA, Google ha previsto di espandere il suo strumento di Machine Learning Checkup alle piccole e medie imprese in Belgio, così come ad altri 10 paesi in Europa.

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