Horus, dispositivo indossabile che assiste persone con disabilita’ visive

Sta per concludersi la campagna di crowdfunding per la raccolta fondi necessari a eseguire maggiori test per la creazione di Horus, il dispositivo che permetterà a persone non vedenti e ipovedenti di comprendere il mondo a loro circostante.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

La start up italiana Horus Technology sta realizzando il prototipo di Horus, un dispositivo che promette di cambiare la vita quotidiana delle persone con disabilità visive. Horus, il cui nome si ispira alla rappresentazione del dio egizio con occhio di falco, è stato progettato per consentire ad oltre 300 milioni di persone non vedenti e ipovedenti di comprendere il mondo circostante grazie ad un assistente personale disponibile in qualunque luogo e momento. Gli sviluppatori di Horus mirano a far diventare il dispositivo l’assistente personale che potrà riconoscere volti, oggetti, leggere testi, individuare la presenza di ostacoli o segnaletica stradale come le strisce pedonali.

I giovani sviluppatori di Horus – il CEO Saverio Murgia, il CTO Luca Nardelli e la Business Developer Benedetta Magri – hanno aperto una campagna di crowdfunding per raccogliere i fondi necessari a iniziare le fasi di test del prototipo con potenziali utenti. Per sostenere la raccolta fondi è sufficiente collegarsi al sito crowdfunding.wcap.tim.it/horus e scegliere liberamente la donazione che si desidera effettuare.  Con questa campagna gli sviluppatori vogliono raccogliere i fondi necessari per fornire prototipi all’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, che aiuterà la start up italiana Horus Technology ad individuare le persone che potranno effettuare i test necessari.

Horus è un dispositivo che, a livello di design, somiglia a Glass di Google, perchè si appoggia su una struttura a forma di archetto, compatibile con qualunque paio di occhiali. Horus osserva la realtà, la comprende e la descrive alla persona, fornendo informazioni utili quando servono. Attraverso la conduzione ossea, l’udito della persona non viene messo in secondo piano, e la persona può sentire il dispositivo anche in ambienti dove c’e rumore.

Horus si compone di due parti, la prima contenente i sensori visivi e di orientamento e la seconda che include la batteria e l’unità centrale di elaborazione da tenere sempre con sé in tasca o in borsetta. L’utente interagisce con Horus tramite pulsanti o tramite comandi vocali.

Horus si posiziona sul lato destro della testa, poggiandosi appena davanti all’orecchio e come un microfono ad archetto passa dietro la testa, trovando un secondo punto di appoggio sull’altro orecchio. Ciò fornisce numerosi vantaggi: non si sarà obbligati ad indossare gli occhiali, il peso verrà bilanciato meglio senza essere scaricato sul naso, si potrà sfruttare la stereofonia per dare maggiori informazioni.

La campagna di crowdfunding per Horus è stata lanciata per raggiungere un minimo di 20.000 euro, che serviranno per iniziare la fase di test con potenziali utenti, così da proseguire con lo sviluppo del dispositivo nella direzione corretta. È già stato superato l’80% del totale grazie al sostegno di numerose persone che hanno sposato il progetto e compreso le potenzialità della tecnologia. Tra queste, lo chef Davide Oldani, l’ex capitano dell’Inter Javier Zanetti, la make up artist Alessandra Angeli, la coppia di pattinatori Valentina Marchei e Ondrej Hotarek, l’attrice Giorgia Surina che balla con Carlo Elli, il fumettista Leo Ortolani, il comico Maccio Capatonda, il pubblicitario Gianni Miraglia e tanti altri.

Horus

Horus è diverso dagli altri dispositivi in commercio perchè non richiede di essere connesso ad internet per poter eseguire le funzionalità pensate e non si appoggia a smartphone o altri dispositivi. L’innovatività risiede soprattutto nella possibilità di aggiungere funzionalità successivamente e permette all’utente di personalizzare le informazioni facendo memorizzare ad Horus gli oggetti che utilizza più frequentemente e i volti delle persone a lui più care.

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