Tecnologia che si Autodistrugge, utenti a rischio di obsolescenza programmata e rifiuti alle stelle

Il problema dei rifiuti elettronici non si contrasta dissolvendo le componenti ma piuttosto allungandone la vita e predisponendo prodotti semplici da riciclare.

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Redazione

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Quante volte vi è capitato che la stampante o il fax multifunzione, smetta stranamente di funzionare appena scaduta la garanzia? Idem altri apparecchi come macchine del caffè, fotocopiatori o altro ancora? Casualità?

Sinceramente non credo, avendo avuto l’esperienza diretta di diversi apparecchi multifunzione che, anche se poco utilizzati, smettono di funzionare già dopo 1 anno (la garanzia sulle vendite aziendali è di 12 mesi e non 24).

In 15 anni di Pianetacellulare.it, abbiamo cambiato ben 5 diversi apparecchi fax multifunzione che puntualmente andavano in tilt appena scaduta la garanzia.

L’obsolescenza programmata è una pratica vietata ma molto diffusa, attraverso la quale una società produttrice stabilisce di fatto, che un prodotto non deve durare oltre una certa soglia di tempo, solitamente 2 anni, giusto il tempo di non avere problemi con la garanzia, obbligatoria in Europa.

Al pari di apparecchi che smettono di funzionare, anche la pratica di non far trovare pezzi di ricambio già dopo pochi anni dall’acquisto cosi come rilasciare aggiornamenti non compatibili che richiedono di dover sostituire il device, come spesso accade nel campo della telefonia mobile.

Se oggi tutto sommato abbiamo qualche arma per difenferci da queste pratiche scorrette (riparazioni, upgrade hardware, ecc), con una tecnologia progettata per distruggersi ad una certa scadenza, saremo quindi di fatto pienamente travolti da potenzialità molto negative.

Immaginate un chipset del Pc programmato per dissolversi nel nulla dopo 100 ore di funzionamento o dopo 2 anni di vita. Un disastro.

Se la logica è di ridurre la produzione di rifiuti hi-tech, allora questa strada va nell’esatto contrario e porterà milioni di device in discarica con ciclo di utilizzo sempre più limitato.

Per ridurre i rifiuti bisogna garantire una longevità maggiore, la possibilità di riutilizzo e infine una relativa semplicità di smontaggio e riciclo.

Ci sono alcuni apparecchi, come le lavatrici, che potrebbero tecnicamente durare anche 20 anni ma puntualmente vengono inserite componenti a rapida usura.

Nel campo della telefonia mobile, l’evoluzione tecnologia corre in fretta cosi come l’evoluzione dei sistemi operativi, creando un rapporto di dipendenza hardware – software che spesso obbliga la sostituzione per beneficiare delle modifiche o delle funzioni di ultima generazione.

L’ultimo caso, per citarne uno, i problemi di update con iOS 8 per i possessori di iPhone 4S. Casi analoghi anche su Android e Windows Phone OS.

RAEE: 15 miliardi di euro nei rifiuti elettrici ogni anno

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I dati sui RAEE, ovvero i rifiuti elettronici, indicano ben 42 milioni di tonnellate di rifiuti che ogni anno finiscono in discarica con il 30% di questi che vengono recuperati e smaltiti correttamente.

Il problema del recupero parte dalla progettazione: molti device sono assemblati in maniera tale che diventi impossibile separarne le componenti una volta esaurito l’utilizzo.

Un problema che andrebbe affrontato alla radice, obbligando i produttori ad utilizzare progettazioni e sistemi produttivi già predisposti per il riciclo, anche a costo di sacrificare qualcosa sul fronte design.

Ricordiamoci sempre che il miglior modo di salvaguardare l’ambiente è comprare meno, usare meglio, riutilizzare e infine, come ultima spiaggia, riciclare. 

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