Pentagono attaccato da hacker presunti russi

La Russia è la principale sospettata dietro un attacco informatico che ha violato la posta elettronica del Pentagono a luglio.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

La Russia è la principale sospettata dietro un attacco informatico che ha violato la posta elettronica del Pentagono lo scorso mese di luglio. Secondo NBC News, il sistema di posta elettronica è offline da allora.

La violazione è avvenuta intorno al 25 luglio e colpito circa 4.000 militari e civili che lavorano per lo Joint Chiefs of Staff, gli Stati maggiori delle forze armate Usa, secondo quanto riferito da funzionari che hanno parlato in anonimato con il giornale. Come spesso accade, il problema sembra essere iniziato con una e-mail di phishing ingannevole, che è stata aperta da un gruppo di persone e poi ha rubato le loro credenziali di rete.

Dopo che è stato rilevato l’attacco, il Pentagono ha immediatamente messo offline l’intero suo sistema di posta elettronica, che dovrebbe così rimanere fino al termine delle indagini. Per il momento nessuna delle informazioni classificate è stata compromessa e solo gli account non classificati sono stati violati, secondo quanto riferito da NBC.

A questo punto, non è chiaro se l’attacco al Pentagono del 25 luglio è frutto di un gruppo di hacker indipendenti oppure ha avuto origine dal governo. Ma non è la prima volta negli ultimi mesi che i russi sono stati accusati di un importante attacco cibernetico contro il governo degli Stati Uniti. Nel mese di aprile, il Segretario alla Difesa Ashton Carter ha detto che gli hacker russi erano riusciti a violare le reti non classificate del Pentagono, e alla fine dell’anno scorso, gli hacker con presunti legami con Mosca erano riusciti a penetrare le reti del Dipartimento di Stato americano e della Casa Bianca.

Il governo americano si trova ad affrontare l’ennesimo episodio della guerra cibernetica contro la Russia e, in un quadro molto più vasto, tra gli Usa e le maggiori potenze rivali. All’inizio del mese di luglio gli americani hanno accusato la Cina di aver violato i propri sistemi informatici e in un attacco informatico all’Office of Personnel Management sarebbero stati rubati i dati di 22 milioni di persone tra dipendenti pubblici americani in servizio.

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