Matteo Renzi promette la Digital Tax nel 2017

Matteo Renzi con la Digital Tax spera di risolvere il problema fiscale con Google, Apple e altre Web Company che eludono il fisco italiano. Obiettivo del Premier è far pagare alle multinazionali le tasse dove fanno gli utili.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

Matteo Renzi ha annunciato la Digital Tax per risolvere il problema fiscale con Google, Apple e altre Web Company che eludono il fisco italiano.

Oggi, molti colossi della Silicon Valley riescono a pagare meno tasse di quanto dovrebbero in realtà sfruttando un semplice trucchetto: spostano i guadagni all’interno di paradisi fiscali (come Lussemburgo o Irlanda) evitando di pagarle nei paesi dove la tassazione è più elevata.

"I grandi giocatori dell’economia digitale e mondiale, che per me sono dei miti, hanno un sistema che gli permette di non pagare le tasse nei luoghi dove fanno business." ha spiegato Renzi al programma Otto e Mezzo in onda su La7.

L’obiettivo del Premier è quello di far pagare alle multinazionali le tasse dove fanno gli utili.

Renzi vorrebbe una prima mossa dall’Unione Europea per mettere le cose a posto, ma se questa non avverrà entro la fine del 2016, "dal 2017 immaginiamo una Digital Tax che vada a far pagare le tasse nei luoghi dove fanno transazioni e accordi", ha spiegato Renzi, secondo cui "Non si arriverà a cifre straordinarie e non basteranno a risollevare l’economia, ma la Digital Tax è una questione di giustizia".

C’è ancora buona parte del 2015 e tutto il 2016 per il Governo per pensare a come risolvere la situazione, con una soluzione che Renzi ha detto sarà tutta nuova.

Ci saranno conseguenze per noi consumatori? Al momento non possiamo fare previsioni, ma due conti sì: oggi in Italia i prezzi dei dispositivi Apple sono tra i più alti (se non I più alti) nel mondo, proprio perchè qui le tasse sono alte. La preoccupazione è che i prezzi potranno salire ancora di più se Apple sarà costretta a pagare più tasse, ma la colpa sarebbe della politica di Apple perchè è giusto pagare seguendo le regole di un paese. Da una parte è quindi giusto che le Web Company rispettino le regole del paese in cui operano, ma speriamo che a rimetterci non siano sempre i consumatori. 

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