Dopo le precedenti scoperte, sale a 3200 il numero di esopianeti, ovvero pianeti situati al di fuori del nostro Sistema Solare.Nonostante guasti e acciacchi, la sonda Kepler continua con la sua spedizione alla ricerca di pianeti potenzialmente abitabili o abitati.
In questa nuova ricognizione, sarebbero stati individuati 1284 nuovi esopianeti, 9 dei quali avrebbero delle caratteristiche potenzialmente ideali per ospitare la vita.
Kepler e Plato, due progetti, una missione: Trovare il pianeta gemello della Terra
Kepler e Plato sono due progetti nati in tempi diversi, con tecnologie diverse ma con lo stesso identico obiettivo: individuare quanti più pianeti possibili nell’Universo infinito.
Chissà se un giorno, tra milioni di pianeti esistenti, troveremo davvero un nostro gemello, un pianeta che per caratteristiche e tipologia possa diventare in futuro la nostra nuova casa.
I due satelliti rappresentano anche una sfida tra vecchio e nuovo continente: da una parte l’americano Kepler, lanciato in orbia dalla Nasa, dall’altra parte l’europeo Plato, promosso invece dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) che dovrebbe arrivare in orbita entro il 2024.
Il malconcio Kepler in orbita dal 2009, però, recentemente risistemato in remoto dalla Nasa presto lascerà il passo a Plato, equipaggiato con una tecnologia diversa, frutto dell’ingegno italiano a cura dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
Invece di un solo telescopio con una larghezza dell’obbiettivo di 1 metro, Plato utilizzerà 34 mini occhi che saranno in grado di gestire e analizzare anche le stelle più brillanti.
La tecnica di base per individuare i pianeti è attraverso un metodo indiretto, ovvero studiando la distorsione della luce provocata dal passaggio di un corpo celeste, che consente di individuare cosi la presenza di un pianeta.
Kepler, dopo il pit stop della Nasa, ha ripreso l’attività a pieno regime, individuando circa 715 nuovi pianeti, molti dei quali hanno una circonferenza stimata da 2 a 4 volte più piccola delle terra e quattro di questi, avrebbero una distanza accettabile dalla stella di riferimento, con una posizione ideale per una possibile presenza di vita.
La sonda Kepler
Le caratteristiche di un pianeta abitabile
Sappiamo dell’esistenza di miliardi di stelle e altrettanti miliardi di pianeti in quella piccola porzione di Universo ad oggi studiata.
Ma quali caratteristiche devono avere i pianeti, per ipotizzarne l’abitabilità?
Per prima cosa la massa e la dimensione.
Un pianeta troppo grande sarebbe quasi sicuramente composto da masse gassose, come il nostro Giove o Saturno.
Le dinamiche della fisica farebbero si che l’eccessiva massa di questi pianeti, li porterebbe a diventare dei giganti gassosi o, crescendo ancora, a delle stelle vere e proprie.
Per avere un pianeta composto quindi da materiale solido, dobbiamo orientarci sulle dimensioni delle Terra.
La distanza dalla Stella
La terra si trova ad una distanza ideale dal Sole: non siamo troppo vicini o troppo lontani. Mercucio e Venere, che si trovano un pò più vicini, hanno infatti temperature infernali, con Venere stabilmente sui 400 gradi.
La velocità di rotazione e orbita
Presupponendo che il ciclo vitale possa o debba essere simile a quello sulla Terra, l’ipotetico gemello della Terra non dovrebbe avere un periodo di rotazione troppo lungo o corto (l’eguivalente di giorno e notte) o un periodo orbitale eccessivo (ovvero il nostro anno con relative stagioni).
Tanto per fare un esempio, Mercurio effettua un’orbita completa in soli 87 giorni mentre Nettuno in 164 anni. La giornata su Mercurio durerebbe 84 ore, appena 16 su Nettuno.
Kepler-186f
Kepler-186f: Il gemello della Terra esiste a 500 anni luce
Lo abbiamo sognato e atteso una vita e forse finalmente, le nostre aspettative saranno veramente soddisfatte.
Secondo quanto riportato dalla Nasa, sarebbe stato individuato un pianeta che, per dimensioni, consistenza e distanze dalla Stella di riferimento, farebbero ipotizzare non solo una possibile vivibilità umana, ma addirittura la presenza di acqua allo stato liquido.
Non possiamo ancora pensare di avercela fatta ma le indicazioni fin’ora ottenute sono piuttosto positive. Il pianeta, come riportato nel nome, è stato individuato dalla sonda Keplero, lanciata nel 1995 alla ricerca di pianeti potenzialmente abitabili.
Il pianeta Kepler-186F ha le dimensioni giuste, praticamente identiche a quelle del pianeta Terra e una distanza di orbita dalla propria stella, quasi identica alla nostra.
Le due coincidenze, ovvero dimensione e orbita, lasciano ben sperare gli astronomi, visto che fino ad oggi, tutti i pianeti considerabili abitabili, erano sempre un pò troppo piccolo o troppo vicini o distanti delle proprie stelle.
L’unico difetto di Kepler 186f è la distanza da noi: circa 500 anni luce, ovvero un’eternità per un presunto viaggio esplorativo. Anche considerando di migliorare notevolmente la velocità degli attuali mezzi spaziali, ci vorrebbero forse 3000 anni per arrivarci. Decisamente un pò troppo.
Con questo ritrovamento, i pianeti potenzialmente abitabili sarebbero 22, considerando quelli con massa pari o leggermente superiore o inferiore al nostro pianeta.
Ovviamente, stiamo parlando di ipotesi sulla carta e teorie scientifiche, in quanto non abbiamo possibilità di un punto di osservazione diretta ma possiamo ricavare alcuni dati per calcolo indiretto, basandoci su luce riflessa e altri parametri simili.
Ad oggi, sarebbero circa 3845 i possibili candidati per essere abitati, ma solo circa 1750 sono stati in qualche modo catalogati.
La sonda Kepler scopre oltre 700 nuovi pianeti extrasolari – Marzo 2014
La sonda Kepler scopre più di 700 nuovi pianeti extrasolari, sebbene la Nasa aveva perso le speranze dopo il guasto al telescopio lo scorso anno.