Spotify, nuovi Album musicali prima agli abbonati Premium in esclusiva

Spotify va ad introdurre delle limitazioni agli utenti che utilizzano il suo servizio in versione free, ovvero gli utenti non pagano. La richiesta arriverebbe dalle case discografiche, in cambio di una diminuzione delle royalty.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Un nuovo accordo tra Spotify e Universal Music Group stabilisce che alcuni album dagli artisti piu’ importanti dell’Etichetta saranno disponibili in esclusiva per gli utenti di Spotify paganti per un tempo limitato di circa due settimane. Trascorso questo tempo, anche gli utenti che non pagano Spotify potranno ascoltare i brani. "A partire da oggi, gli artisti di Universal possono scegliere di rilasciare nuovi album solo su [Spotify] Premium per due settimane," ha detto il CEO di Spotify Daniel Eck in un comunicato riportato da Music Business Worldwide, secondo cui il piano è di "offrire agli abbonati la possibilità di esplorare un catalogo completo, mentre i singoli saranno disponibili in Spotify per tutti gli ascoltatori."

Altre etichette come Sony Music e Warner Music seguiranno l’esempio di Universal Music? Probabile.

Nota: E’ importante precisare che questo tipo di esclusiva non significa uscite musicali ascoltabili solo agli abbonati Spotify Premium e non agli abbonati ad altri servizi come Apple Music o TIDAL, ma l’esclusiva è solamente rispetto agli abbonati che utilizzano Spotify in versione free, cioè coloro che non pagano il servizio. L’esclusiva, comunque, è a discrezione dell’artista (e della sua etichetta discografica).

Questa importante novità arriva poche settimane dopo che diverse indiscrezioni hanno presupposto che Spotify avrebbe introdotto delle limitazioni per gli utenti che utilizzano il proprio servizio in versione free, ovvero gli utenti non pagano accettando di ascoltare musica gratis in bassa qualità e con la pubblicità. A partire dunque da alcuni album etichettati Universal Music, per questo tipo di utenti non paganti non saranno in futuro disponibili alcune importanti ultime novità musicali subito dopo l’uscita sul mercato discografico.

La richiesta di questo limite pare sia arrivata dalle stesse case discografiche, in cambio di una diminuzione delle royalty per Spotify.

Ad anticipare questa mossa di Spotify era stato il Financial Times, secondo cui Spotify era in trattative con diverse grandi case discografiche per abbassare le commissioni (royalty) che deve pagare loro in cambio, per un certo periodo, di una limitazione dell’accesso ad alcuni album per gli utenti che non pagano, dando cosi’ la possibilità di ascoltare in esclusiva agli utenti abbonati a Premium (o al nuovo pacchetto HiFi in arrivo) alcuni brani.

Spotify ha registrato nel 2015 quasi il doppio dei ricavi registrati nell’anno precedente, pari a 1,9 miliardi di euro (2.17 miliardi di dollari). Le spese totali, con la maggior parte che si tratta di royalty, per Spotify si attestavano a 1.6 miliardi di dollari, in crescita dalle spese di 882,5 milioni del precedente esercizio.

Spotify al mese di marzo 2017 conta circa 100 milioni di utenti di cui 50 milioni abbonati a ‘Premium’, quindi i restanti usano il servizio senza pagare. Gli abbonati a Spotify Premium, che quindi pagano un canone mensile (9,99 euro oppure 14,99 euro nel caso del piano Family) hanno accesso a musica in qualità migliore, alla possibilità di creare playlist e possono scaricare musica in fino a 3 dispositivi per ascoltarla offline e senza pubblicità – presto per questo utenti paganti si aggiungerà  l’esclusiva per un certo periodo di alcune nuove uscite discografiche.

Ricordiamo che Apple Music è disponibile solo a pagamento (a parte i primi tre mesi di prova gratuita) e non offre musica in modalità ‘freemium’ come invece Spotify.

L’aggiunta in Spotify di una limitazione di cosa gli utenti che non pagano possono ascoltare potrebbe portare la società piu’ vicina ad una IPO per la successiva quotazione in Borsa, secondo il Financial Times: "rendere l’azienda più attraente per gli investitori è la ragione per la quale Spotify ha abbandonato le ‘trattative avanzate’ nel mese di dicembre per l’acquisizione del servizio di streaming rivale SoundCloud".

Il servizio di streaming svedese è stato a lungo criticato da grandi nomi di artisti, e da alcune etichette discografiche, che preferiscono firmare accordi di esclusiva con Apple Music o Tidal di Jay Z che non offrono musica gratis, nemmeno in cambio della pubblicità. Questo tipo di esclusive portano spesso TIDAL ad avere l’esclusiva per alcune settimane di alcuni album in streaming. Nel 2016, gli ultimi album di Rihanna, Drake, Beyoncé, Kayne West, Chance the Rapper, e Frank Ocean sono arrivati ​​prima su TIDAL o Apple Music, poi su Spotify.

Spotify non ha quasi piu’ avuto esclusive importanti dopo che Taylor Swift nel 2014 ha deciso di rimuovere le sue canzoni dal servizio di streaming, in polemica proprio per il modello di abbonamento freemium. Troy Carter, responsabile globale di Spotify della creazione di servizi, ha detto lo scorso agosto che le esclusive sono "un male per gli artisti, un male per consumatori, e un male per l’intero settore [discografico]". A quel tempo, era stato stimato che un artista top come Taylor Swift" può guadagnare più di 6 milioni di dollari all’anno grazie ai diritti provenienti dallo streaming di musica, e questo numero è solo destinato a salire. Anche Adele è stata contraria a rendere disponibili le sue canzoni nei servizi di streaming all’inizio, poi forse ha capito che puo’ solo che guadagnarci di piu’ a fare il contrario e cosi’ ha ‘ceduto’ anche lei allo streaming legale della sua musica.

Per il momento Spotify non ha rilasciato commenti alle indiscrezioni, ma gia’ lo scorso anno si vociferava che la società stava lavorando per rendere disponibile per i soli suoi abbonati a Premium l’accesso esclusivo ad alcuni brani e album musicali.

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