Spotify si quota alla Borsa di New York

Spotify Technology S.A. debutta nella Borsa di New York il 3 Aprile 2018 con il simbolo 'Spot'. Il CEO della societa' si e' detto orgoglioso di cosa Spotify e' diventata nell'ultimo decennio ma e' ancora piu' importante cosa diventera' nei giorni a venire.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

Martedi’ 3 Aprile 2018 è il giorno della quotazione in Borsa, in particolare al New York Stock Exchange di Wall Street con il simbolo ‘Spot’, della società che gestisce il principale servizio di streaming musicale nel mondo, Spotify Technology S.A..

"Sembra il momento giusto per fare una pausa e ringraziare le migliaia di dipendenti di Spotify in tutto il mondo che hanno contribuito a costruire l’ecosistema di Spotify rimanendo fedeli a ciò che siamo e a ciò in cui crediamo. Mi rende orgoglioso stare , imparare e lavorare al fianco di tutti voi" ha scritto Daniel Ek, il fondatore e CEO di Spotify, in un post sul blog della sua azienda pubblicato il giorno prima della quotazione alla Borsa di New York della società. "Molte persone mi hanno chiesto come mi sento riguardo alla quotazione di domani. Naturalmente, sono orgoglioso di ciò che abbiamo costruito nell’ultimo decennio. Ma quello che è ancora più importante per me è che domani non diventi il ​​giorno più importante per Spotify. Sarà il giorno dopo, e il giorno seguente ancora, e tutti i giorni a venire. Perché è in quel momento che continueremo il duro e importante lavoro della nostra missione: sbloccare il potenziale della creatività umana – dando ad un milione di artisti creativi l’opportunità di vivere la propria arte e miliardi di fan l’opportunità di divertirsi e di esserne ispirati. Spotify non sta raccogliendo capitali e i nostri azionisti e dipendenti sono stati liberi di comprare e vendere le nostre azioni per anni. Così, mentre domani saliremo su un palcoscenico più grande, non cambia chi siamo, che cosa siamo o come operiamo. Questo è il motivo per cui stiamo facendo le cose in modo un po’ diverso. (…) lavoreremo per cercare di costruire, pianificare e immaginare a lungo termine. A volte ci riusciremo, a volte inciamperemo. La costante è che crediamo di essere ancora all’inizio del nostro viaggio e abbiamo spazio per imparare e crescere. Non ho dubbi che ci saranno alti e bassi mentre continuiamo ad innovare e stabilire nuove capacità. Nulla accade mai in linea retta – gli ultimi dieci anni mi hanno sicuramente insegnato questo. (…) Abbiamo molto da fare – siamo solo al secondo inning – e sono più eccitato che mai per il futuro. Ricorda, domani è solo un altro giorno nel nostro viaggio per compiere la nostra missione".

Dai documenti – di circa 250 pagine – depositati  un mese prima del giorno della quotazione, all’inizio del mese di marzo, è emerso che i fondatori della società Daniel Ek, 35 anni, e Martin Lorentzon, 48 anni, detengono rispettivamente una quota del 9,2% e del 12,25% dell’azienda, la cui valutazione economica è di 12 miliardi di dollari all’inizio del 2018. Come riportato da Forbes, Ek e Lorentzon sono miliardari, in quando le azioni della società che possiedono valgono rispettivamente 1 miliardo di dollari e 1,3 miliardi di dollari. 

Per l’entrata nella Borsa di New York, Spotify ha voluto fare una quotazione "diretta", non emettendo nuove azioni né aumentando il capitale e con il valore delle azioni fissato il primo giorno di negoziazione in base agli ordini di acquisto e di vendita, secondo il prospetto della società.

La società ha scritto nei documenti (tradotto): "abbiamo incaricato Morgan Stanley & Co. LLC ("Morgan Stanley") come advisor finanziario di essere disponibile a consultare il market maker designato (il "DMM") nel fissare il prezzo pubblico di apertura delle nostre azioni ordinarie sul NYSE. Sulla base delle informazioni fornite dal NYSE, il prezzo pubblico di apertura delle nostre azioni ordinarie sul NYSE sarà determinato dagli ordini di acquisto e di vendita raccolti dal NYSE dai broker-dealer e il NYSE è dove gli ordini di acquisto potranno essere abbinati agli ordini di vendita ad un prezzo unico".

Daniel Ek, amministratore delegato e presidente della società, ha commentato il deposito dei documenti su Twitter con queste parole: "La trasparenza genera fiducia".

"Abbiamo deciso di re-immaginare l’industria musicale e di fornire un modo migliore sia per gli artisti che per i consumatori di beneficiare della trasformazione digitale dell’industria musicale", ha dichiarato la società nei documenti depositati. "Spotify è stata fondata sulla convinzione che la musica sia universale e che lo streaming sia un modello di accesso più robusto e senza interruzioni, a vantaggio sia degli artisti che dei fan della musica".

Forbes ha riassunto gli step principali della fondazione di Spotify. La società è stata fondata in Svezia nel 2006 da Daniel Ek e Martin Lorentzon. Ek ha ricevuto una chitarra e un computer Commodore 20 all’età di cinque anni e all’età di 14 anni guadagnava 20.000 dollari al mese scrivendo pagine web per aziende e gestendo server di hosting. Ek si è iscritto alla Royal Institute of Technology di Svezia per studiare ingegneria ma ha lasciato gli studi dopo otto settimane; è stato poi assunto dalla società di marketing di Lorentzon, TradeDoubler, ricevendo 1 milione di dollari nel 2006 per aver creato software. TradeDoubler è diventata pubblica nel 2005, permettendo al fondatore Lorentzon di intascare 70 milioni di dollari. I due giovani milionari hanno deciso poi di collaborare senza una chiara idea di cosa fare, con il solo obiettivo in comune di cambiare l’industria musicale. Hanno avuto l’idea per un modello gratuito di fruizione della musica basato su annunci pubblicitari. Questa idea è stata promossa per due anni da Ek alle case discografiche, convincendole che era una soluzione innovativa per generare più vendite.

Il servizio Spotify è stato attivato nell’ottobre del 2008 in Scandinavia, Francia, Regno Unito e Spagna, poi tre anni piu’ tardi è arrivato anche negli Stati Uniti. Spotify in Italia è arrivato ufficialmente il 12 febbraio 2013 ed è oggi il più grande servizio di streaming musicale al mondo, con una presenza in 61 paesi, 159 milioni di utenti medi mensili e 71 milioni di abbonati Premium. 

La compagnia ha registrato un fatturato di 2,37 miliardi di dollari nel 2015, 3,6 miliardi di dollari nel 2016 e 4,99 miliardi di dollari nel 2017. Gli abbonati che pagano (Spotify Premium) crescono ad un tasso del 46% su base annua, mentre i MAU (utenti attivi mensilmente) aumentano del 29% su base annua. Nel 2017 la società ha registrato una perdita di 1,5 miliardi di dollari, di cui 1 miliardo di dollari da spese non ricorrenti dovute a titoli convertibili derivanti da una transazione con Tencent nel dicembre 2017. Nel 2017 ha registrato una perdita operativa di 461,3 milioni di dollari e di 425,9 milioni di dollari nel 2016.

Tra gli investitori di Spotify ci sono Sony Music Entertainment (con quota del 5,7%), la società di investimento Tiger Global (6,9%) e la società cinese di servizi Internet Tencent Holdings (7,5%). nche il primo presidente di Facebook e cofondatore di Napster, Sean Parker, e l’uomo più ricco di Hong Kong, Li Ka-shing, hanno investito in Spotify.

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