Gli smart speaker potrebbero salvare la vita da un infarto

Dai ricercatori dell'Università  di Washington arriva una IA per rendere gli altoparlanti intelligenti (come Google Home e Amazon Echo) capaci di riconoscere i sintomi sonori di una persona in arresto cardiaco.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

I casi di infarto tra le mura domestiche non sono rari, e non sempre c’è la possibilità di chiedere aiuto a qualcuno quando serve. Solo negli Stati Uniti, circa 500.000 americani muoiono ogni anno per arresto cardiaco, ha rilevato l’Università di Washington, i cui ricercatori potrebbero avere trovato la soluzione per abilitare gli altoparlanti intelligenti al riconoscimento automatico delle situazioni in cui una persona, da sola in casa, sta avendo un infarto.

Dei ricercatori dell’Università di Washington (www.washington.edu, via Engadget) hanno sviluppato una intelligenza artificiale capace di rilevare i segnali audio tipici di quando una persona sta avendo un arresto cardiaco e ha bisogno di aiuto. Se implementata in uno smart speaker, questo potrebbe sfruttare i microfoni ‘sempre in ascolto’ per attivare una serie di azioni quando sente nelle vicinanze una persona che sta male.

Per addestrare l’algoritmo, i ricercatori hanno utilizzato campioni di chiamate al 911 per far rilevare ad uno smart speaker suoni come un respiro agonico, che si verifica quando i livelli di ossigeno sono veramente bassi. In particolare, i ricercatori hanno raccolto suoni di respirazione agonale da chiamate reali fatte al 911 di Seattle. Poiché chi è in arresto cardiaco spesso è incosciente, chi ha chiamato il servizio di emergenza in queste segnalazioni ha messo il telefono vicino alla bocca del paziente in modo che l’operatore potesse ascoltare e determinare se era necessaria una rianimazione immediata. Il team ha raccolto 162 chiamate tra il 2009 e il 2017 e ha estratto 2,5 secondi di audio all’inizio di ogni respiro agonale per ottenere dei ‘modelli base’ e utilizzato varie tecniche di apprendimento automatico per potenziare il set di dati. Nell’insegnare all’IA sono stati anche aggiunti diversi suoni interferenti come il verso di cani e gatti, macchine che suonano il clacson, il rumore dell’aria condizionata, e in generale cose che si potrebbero normalmente sentire in una casa.

Ricerche recenti hanno suggerito che uno dei luoghi più comuni per un arresto cardiaco fuori dall’ospedale è la camera da letto, dove la persona che sta male potrebbe essere sola. Pertanto, al rilevamento di un respiro anomalo, lo smart speaker prima chiede aiuto alle persone vicine, ad esempio parenti che si trovano nelle altre stanze, poi chiama direttamente i soccorsi in assenza di risposte.

I ricercatori hanno fatto in modo di addestrare al meglio l’intelligenza artificiale creata, cosi’ da ridurre al minimo il numero di falsi positivi. I primi test hanno portato risultati positivi per il 97% delle volte da una distanza massima (tra lo smart speaker e la persone che ha bisogno di aiuto) di 6 metri. I risultati sono stati pubblicati il ​​19 giugno sulla rivista Nature.

Molte persone hanno altoparlanti intelligenti nelle loro case, e questi dispositivi hanno capacità che possono andare ben oltre il controllo dei dispositivi connessi presenti in casa o della musica. Ben vengano le tecnologie che possono tornare utili per salvare la vita delle persone.

I ricercatori hanno anche aperto una startup chiamata Sound Life Sciences per commercializzare la tecnologia. In futuro, quindi, smart speaker come Google Home o Amazo Echo potrebbero diventare ancora piu’ utili, e aiutare le persone ad evitare la morte da infarto.

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