Apple e Vodafone hanno piani ‘green’ importanti fino al 2030

Apple impegnata a raggiungere il traguardo dell'impatto zero per la sua filiera e i suoi prodotti entro il 2030, Vodafone punta ad una rete europea completamente 'green' entro Luglio 2021 per ridurre le emissioni di carbonio derivate dall'uso dei suoi servizi in maniera importante entro il 2030.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Due grandi aziende dell’alta tecnologia hanno comunicato ciascuna i propri piani per ridurre il proprio impatto sull’ambiente. Apple ha annunciato il suo piano per neutralizzare la carbon footprint ad ogni livello dell’azienda, della filiera e del ciclo di vita dei suoi prodotti entro il 2030. Già oggi tutti gli uffici di Apple nel mondo sono a zero emissioni, e con questo nuovo impegno ogni prodotto venduto con il marchio della ‘mela morsicata’ sarà a impatto zero sul clima entro il 2030. Vodafone ha, invece, presentato il suo nuovo piano per supportare i clienti a risparmiare 350 milioni tCO2e entro il 2030. 

La rete europea di Vodafone green al 100×100

Vodafone sta lavorando per avere entro luglio 2021 la sua rete europea alimentata al 100% da energia elettrica rinnovabile, con una rete per i clienti in 11 mercati sviluppata in maniera sostenibile utilizzando solo fonti di energia eolica, solare o idrica.

Vodafone è impegnata anche a sostenere i clienti business che utilizzano i suoi servizi a ridurre le proprie emissioni di carbonio per un totale complessivo di 350 milioni di tonnellate a livello globale nel decennio 2020/2030 – un obiettivo che equivale alle emissioni di carbonio annue complessive del Regno Unito nel 2019.

Vodafone vuole arrivare a migliorare la vita di 1 miliardo di persone e dimezzare al contempo il suo impatto ambientale entro il 2025. Nel 2019, Vodafone ha acquistato tutta l’energia elettrica da fonti rinnovabili, impegnandosi a ridurre della metà la sua impronta ecologica entro il 2025 e riutilizzare, rivendere o riciclare il 100% i rifiuti della sua rete supportando l’economia circolare.

Apple punta all’impatto zero per filiera e prodotti entro 2030

Apple ha reso pubblico l’Environmental Progress Report 2020, rapporto in cui descrive come intende ridurre le emissioni del 75% entro il 2030 e attivare soluzioni innovative per rimuovere i gas serra e compensare il restante 25% della sua complessiva carbon footprint (parametro usato per stimare le emissioni gas serra causate da un prodotto, da un servizio, da un’organizzazione, da un evento o da un individuo). A sostegno di questi sforzi, Apple ha fondato un Impact Accelerator per investire nelle aziende di proprietà di minoranze che promuovono cambiamenti positivi nella sua filiera, e nelle comunità danneggiate in modo sproporzionato dai rischi ambientali. E’ parte del Racial Equity and Justice Initiative, un fondo da 100 milioni di dollari annunciato di recente da Apple per promuovere l’istruzione, l’uguaglianza economica e la riforma del sistema penale.

Apple, nei prossimi 10 anni, spera di ridurre le emissioni con una serie di interventi innovativi. Tra questi, Apple ha previsto l’aumento dell’uso di materiali riciclati e a basse emissioni di gas serra, l’innovazione dei processi di riciclo dei prodotti, e la progettazione di ogni dispositivo perché sia il più efficiente possibile dal punto di vista dei consumi.

Dave è il robot più recente di Apple nel campo del riciclo, segue il robot di smontaggio Daisy. Dave disassembla il Taptic Engine degli iPhone permettendo di recuperare più efficacemente materiali importanti come i magneti in terre rare e il tungsteno, consentendo il recupero dell’acciaio.

Il Material Recovery Lab di Austin di Apple, in Texas, dove si lavora per trovare tecnologie innovative utili al riciclo delle apparecchiature elettroniche, ha siglato un accordo di collaborazione con la Carnegie Mellon University per la promozione dello sviluppo di soluzioni ingegneristiche sempre più all’avanguardia.

Tutti gli iPhone, iPad, Mac e Apple Watch distribuiti nell’ultimo anno sono realizzati con materiali riciclati, tra cui il 100% di terre rare riciclate nel Taptic Engine dell’iPhone.

Nel 2019, Apple ha ridotto la sua carbon footprint di 4,3 milioni di tonnellate sfruttando soluzioni di progettazione innovative e usando materiali riciclati nei suoi prodotti. Negli ultimi 11 anni, i prodotti Apple sono arrivati a consumare mediamente il 73% in meno di energia.

Apple troverà nuovi modi per ridurre il consumo di energia nelle sue strutture e aiutare la filiera a seguire l’esempio. Grazie ad una collaborazione proprio con l’azienda di Cupertino, il Green Fund di Stati Uniti e Cina ha previsto l’investimento di 100 milioni di dollari in progetti per l’efficienza energetica per i fornitori Apple. Lo scorso anno sono aumentati a 92 gli stabilimenti dei fornitori parte dell’Energy Efficiency Program di Apple, i quali in un anno hanno ridotto di oltre 779mila tonnellate le emissioni di gas serra.

Apple ha previsto di continuare a creare nuovi impianti e di sostenere il passaggio dell’intera filiera all’energia pulita per restare una azienda alimentata al 100% da energie rinnovabili.

Oltre 70 fornitori di Apple hanno già preso l’impegno ad usare solo energia rinnovabile per la produzione dei prodotti con il marchio della mela morsicata, generando un complessivo di 8 gigawatt destinati all’alimentazione dei processi di fabbricazione dei prodotti Apple. Al loro completamento, questi impianti eviteranno la produzione di oltre 14,3 milioni di tonnellate di CO2e su base annua. Con gli impianti previsti e già completati in Arizona, Oregon e Illinois, la capacità rinnovabile di Apple per le operazioni aziendali arriva a più di 1 gigawatt (il fabbisogno annuo di circa 150.000 abitazioni). Oltre l’80% dell’energia rinnovabile che Apple usa nelle proprie strutture proviene da impianti realizzati da Apple stessa. In Scandinavia, l’azienda di Cupertino sta lavorando per attivare quello che sarà uno dei più grandi impianti fotovoltaici, mentre nelle Filippine e in Thailandia nuovi progetti garantiranno energia pulita a comunità sottoservite.

Apple sta lavorando per fondere l’alluminio senza emissioni di carbonio, collaborando anche con due dei suoi fornitori di alluminio, e poterlo poi riutilizzare nella catena di produzione dei MacBook Pro 16".

Nel 2019, Apple ha ridotto il fabbisogno elettrico di circa un quinto arrivando a risparmiare circa 27 milioni di dollari. Nello stesso anno, l’azienda di Cupertino ha ridotto di oltre 242mila tonnellate le emissioni di gas fluorurati (gas utilizzati nella realizzazione di componenti per l’elettronica di consumo) che possono contribuire al riscaldamento globale.

Apple ha anche creato un fondo destinato a contribuire al ripristino e alla protezione delle foreste e degli ecosistemi naturali per eliminare l’eccesso di gas serra. In collaborazione con Conservation International, Apple investirà nel ripristino delle savane degradate in Kenya – si stima che un miliardo di tonnellate di CO2 venga emesso ogni anno da ecosistemi costieri degradati, l’equivalente delle emissioni di automobili, autobus, aerei e barche registrate negli Stati Uniti nel 2017 – e in un ecosistema di mangrovie in Colombia – piante che in grado di trattenere fino a 10 volte la quantità di anidride carbonica per ettaro rispetto alle foreste terrestri.

In stretta collaborazione con il Conservation Fund, il World Wildlife Fund e Conservation International, Apple è riuscita a proteggere e migliorare la gestione di oltre 400.000 ettari di foreste e risorse naturali benefiche per il clima anche in Stati Uniti e in Cina.

Gli impianti realizzati da Apple forniscono oltre l’80×100 dell’energia rinnovabile utilizzata dall’azienda

Apple e 10 fornitori in Cina stanno investendo quasi 300 milioni di dollari nello sviluppo di impianti per un totale di 1 gigawatt di energia rinnovabile

Dal 2014, tutti i data center Apple sono alimentati solo con energie rinnovabili

Apple ha contribuito allo sviluppo di un metodo di produzione dell’alluminio che rilascia ossigeno invece di gas serra durante la fusione

foresta di mangrovie

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