Turchia contro i social network

Secondo la religione dell'Islam non va bene condividere fotografie personali o di altre persone sui social media. Lo sostiene la Direzione affari religiosi (Diyanet) di Ankara, massima autorità in materia di ambito religioso. Condividere queste cose andrebbe contro i principi dell'Islam, secondo il Diyanet.

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Simone Ziggiotto

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Secondo la religione dell’Islam non va bene condividere fotografie personali o di altre persone sui social media. Lo sostiene la Direzione affari religiosi (Diyanet) di Ankara, massima autorità in materia di ambito religioso, condividere questo tipo di cose "è contrario ai principi dell’Islam", scrive Diyanet sul proprio mensile.

"E’ improprio nella religione per una persona esporre la propria privacy su piattaforme virtuali e condividere con altre persone", ha detto Diyanet nella sua rivista mensile, citata dal sito del quotidiano Hurriyet. "Le persone dovrebbero essere prudenti contro questo pericolo. E’ necessario pregare Dio al fine di evitare i peccati ed essere occupato a fare cose più utili. I circoli di amicizia devono essere formati secondo questo [principio]", viene aggiunto.

Sia gli uomini che le donne hanno il diritto di utilizzare Internet in Turchia, ma la gente deve tutelare la propria vita, il Diyanet, si prosegue, sottolineando che vivono nel quadro della morale islamica e lo stile di vita è importante per un musulmano.

L’ex muftì [un giurisperito musulmano] di Istanbul, il professor Abdülaziz Bayındır, ha espresso il suo sostegno per l’avvertimento. "Nessuno ha il diritto di esporre la vita degli altri. Abbiamo solo un suggerimento per coloro che condividono la propria privacy: Non farlo, è sbagliato. Ma alla fine spetta a loro ", ha detto Bayındır.

Un altro professore, Talip Özdeş, ha inoltre approvato l’avvertimento, dicendo che i concetti di halal [una parola araba che significa ‘lecito’] e haram [significa in arabo ‘proibito’] sono ugualmente valide nella piattaforma virtuale.

Tuttavia, l’accademico dell’Università di Ankara Haydar Kırbaşoğlu ha messo in dubbio che ci fossero motivazioni politiche nelle osservazioni del Diyanet, mentre il giornalista Ayşe Sucu ha suggerito che per il Diyanet anche le foto di uomini e donne che si tengono per mano è cosa che deve essere ritenuta ‘peccaminosa’.

Turchia e Social Network, un rapporto discutibile

Più volte i social network sono stati al centro delle polemiche in Turchia.

Nel marzo di quest’anno, Twitter ha riferito di essere andato offline in Turchia poche ore dopo che il primo ministro del paese ha minacciato di "sopprimere" il social network dal paese in seguito alle accuse di corruzione diffuse attraverso le reti sociali. "Faremo sopprimere Twitter. Non mi interessa quello che dice la comunità internazionale", ha detto il premier Recep Tayyip Erdogan durante un comizio elettorale nella provincia occidentale di Bursa.

Twitter non è però stato l’unico social network a rischio di oscuramento: Erdogan ha minacciato all’inizio di questo anno di far chiudere anche Facebook e YouTube, sostenendo che i social network sono stati abusati dai suoi nemici politici. "Non lasceremo questa nazione alla mercé di YouTube e Facebook", ha detto Erdogan in una intervista, "Prenderemo le misure necessarie nel modo più forte".

Inoltre, Google ha ricevuto diverse segnalazioni credibili e ‘confermate’, sempre a marzo, che il suo servizio DNS viene intercettato dalla maggior parte dei fornitori di servizi Internet (ISP) turchi, come lo stesso ingegnere della sicurezza Steven Carstensen ha scritto sul blog ufficiale di Google.

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