Facebook, Mark Zuckerberg spiega il caso dei dati pervenuti a Cambridge Analytica e annuncia cambiamenti

Zuckerberg chiarisce lo scandalo che ha coinvolto Facebook e i dati di milioni di utenti raccolti da Cambridge Analytica. Secondo il CEO, e' stata una violazione della fiducia tra Facebook e le persone che condividono i loro dati con Facebook e di cui si aspettano protezione, e annuncia cambiamenti a breve e a lungo termine.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Mark Zuckerberg, il co-fondatore e CEO di Facebook, dopo un paio di giorni di silenzio ha rilasciato la sua dichiarazione ufficiale in merito allo scandalo che ha colpito il suo social media. Per chi si fosse perso la notizia, ricordiamo in breve che una società di analisi e data mining chiamata Cambridge Analytica e con sede a Londra è entrata in possesso dei dati di circa 50 milioni di utenti di Facebook e li ha usati in modo improprio. I server di Facebook non sono stati violati da hacker e comunque i dati non sono stati rubati, semplicemente il professore di psicologia di Cambridge, Aleksandr Kogan, ha sviluppato un’app con la quale ha ottenuto i dati di milioni di utenti gran parte dei quali li ha poi ceduti alla Cambridge Analytics, violando cosi’ le linee guida di Facebook. Lo scandalo va ad alimentare l’enorme dibattito su come Facebook gestisca male la sua piattaforma e, in particolare, la privacy degli utenti. Facebook si è difesa affermando di aver autorizzato la raccolta di dati dei suoi utenti per scopi accademici, accusando Kogan di aver condiviso le informazioni degli utenti raccolte con una sua app con chi non avrebbe dovuto, violando cosi’ le norme che gli sviluppatori di app su Facebook sono tenuti a rispettare. Anche se siamo venuti a conoscenza di questo solo in questi giorni, la cosa si è verificata quasi tre anni fa, con i dati che risultano essere stati usati per influenzare gli elettori delle elezioni presidenziali USA 2016.

Nella sua lunga dichiarazione pubblicata il 21 marzo 2018 in un post sul suo profilo Facebook, Mark Zuckerberg ha voluto condividere un aggiornamento sulla situazione del caso che ha coinvolto Facebook e la Cambridge Analytica, compresi i passi che il social media ha già intrapreso e i suoi prossimi passi per affrontare questo "importante problema" come lo ha definito Zuckerberg, secondo cui la società che gestisce ha la responsabilità di proteggere i dati dei propri utenti "e, se non possiamo, non meritiamo di servirti" comunica il CEO di Facebook.

Zuckerberg ha spiegato di aver lavorato negli ultimi giorni per capire esattamente cosa è successo e come assicurarsi che ciò non accada di nuovo, dando la buona notizia che le azioni più importanti per impedire che ciò accada di nuovo oggi sono già state prese anni fa. Nonostante questo, Zuckerberg ha ammesso che degli errori sono stati commessi e che "c’è ancora molto da fare e dobbiamo fare un passo avanti e farlo".

"Proteggere le informazioni delle persone è al centro di tutto ciò che facciamo, e richiediamo lo stesso alle persone che gestiscono app su Facebook" aveva scritto in un post sul blog aziendale di Fcebook, il 16 marzo, Paul Grewal, VP & Deputy General Counsel della società, che aveva cercato di spiegare il caso anticipando la dichiarazione di Zuckerberg.

Zuckerberg spiega cosa e’ successo

Zuckerberg nel suo blogpost del 21 marzo ha quindi spiegato lo scandalo di questi giorni, partendo con una premessa che spiega le fondamenta del perchè Facebook è stato creato:

"Nel 2007, abbiamo lanciato la piattaforma Facebook con la visione che più app dovrebbero essere social. Il tuo calendario dovrebbe essere in grado di mostrare i compleanni dei tuoi amici, le tue mappe dovrebbero mostrare dove vivono i tuoi amici e la tua rubrica dovrebbe mostrare le loro foto. Per fare questo, abbiamo abilitato le persone ad accedere ad app e a condividere chi erano i loro amici e alcune informazioni su di loro".

Zuckerberg ha quindi spiegato che nel 2013 un ricercatore dell’Università di Cambridge, Aleksandr Kogan, ha creato un’applicazione per un quiz sulla personalità, la quale è stata installata da circa 300.000 persone che hanno condiviso i loro dati e alcuni dati dei loro amici. Dato il modo in cui la piattaforma funzionava in quel momento significava che Kogan era in grado di accedere a decine di milioni di dati.

Nel 2014, per prevenire app abusive, Facebook ha introdotto cambiamenti per come funziona l’intera piattaforma di app per limitare drasticamente l’accesso alle applicazioni ai dati degli utenti. Soprattutto, app come quelle di Kogan non possono più chiedere dati sugli amici di una persona a meno che i loro amici non autorizzino la stessa app. Facebook anche richiede agli sviluppatori di ottenere l’approvazione da parte della società prima di poter richiedere dati sensibili agli utenti. Secondo il cofondatore del social media, "queste azioni impedirebbero a qualsiasi app come Kogan di poter accedere a così tanti dati oggi".

Nel 2015, Facebook ha appreso da giornalisti del The Guardian che Kogan aveva condiviso i dati della sua app con Cambridge Analytica, un’azione contraria alle politiche per gli sviluppatori che non consentono di condividere i dati raccolti da un’app senza il consenso delle persone. Per questo motivo la società ha immediatamente sospeso l’app di Kogan dalla propria piattaforma e ha richiesto che Kogan e Cambridge Analytica certificassero formalmente di aver cancellato tutti i dati acquisiti in modo improprio. Entrambe le parti hanno fornito queste certificazioni. Quasi tre anni piu’ tardi, nel mese di marzo del 2018, Facebook ha appreso dal The Guardian, The New York Times e Channel 4 che Cambridge Analytica potrebbe non aver cancellato i dati come avevano certificato. Facebook si è quindi attivata per vietare a Cambridge Analytica l’utilizzo di uno qualsiasi dei servizi offerti dal social media e, mentre Cambridge Analytica ha ribadito di aver cancellato i dati raccolti in prevedenza, ha accettato un controllo legale da un’azienda che Facebook ha assunto per confermarlo. Facebook sta anche lavorando con gli organi dei governi impegnati nella tutela dei consumatori mentre indagano su cosa è successo.

Le scuse di Zuckerberg

"Questa è stata una violazione della fiducia tra Kogan, Cambridge Analytica e Facebook" ha detto Zuckerberg, aggiungendo che "è stata anche una violazione della fiducia tra Facebook e le persone che condividono i loro dati con noi e si aspettano che noi la proteggiamo. Dobbiamo sistemare questo".

"Ho aperto Facebook e alla fine sono responsabile per ciò che accade sulla piattaforma" ha detto Zuckerberg. "Sono serio nel fare ciò che serve per proteggere la nostra comunità. Mentre questo specifico problema che coinvolge Cambridge Analytica non dovrebbe più accadere con le nuove app oggi, ciò non cambia ciò che è accaduto in passato. Impareremo da questa esperienza per proteggere ulteriormente la nostra piattaforma e rendere la nostra comunità più sicura per tutti. Voglio ringraziare tutti voi che continuate a credere nella nostra missione e lavorare per costruire insieme questa comunità. So che ci vuole più tempo per risolvere tutti questi problemi di quanto vorremmo, ma ti prometto che lavoreremo su questo e creeremo un servizio migliore a lungo termine".

Zuckerberg annuncia cambiamenti per aumentare la privacy su Facebook

Secondo Zuckerberg, il social media ha già intrapreso i passi più importanti alcuni anni fa nel 2014 per impedire ai malintenzionati di accedere alle informazioni delle persone come fatto da Kogan ma c’è di più che la società "deve" fare. Oltre quindi ai passi già compiuti nel 2014 dalla sua società, Zuckerberg ha elencato quelli che saranno i prossimi passi da compiere per continuare a proteggere la piattaforma. Scopriamoli di seguito.

Innanzitutto, Facebook si impegna ad esaminare tutte le app che hanno avuto accesso a grandi quantità di informazioni prima dei cambiamenti introdotti nella piattaforma nel 2014 per ridurre l’accesso ai dati e verificherà qualsiasi app con attività sospette. Facebook bloccherà l’accesso alla piattaforma a qualsiasi sviluppatore che non accetta un controllo approfondito. Se saranno trovati sviluppatori che usano in modo improprio informazioni personali degli utenti saranno bloccati e gli utenti interessati saranno avvisati (anche le persone che hanno usato l’app di Kogan saranno avvisati).

E ancora, Facebook prevede di andare a limitare ulteriormente l’accesso ai dati degli utenti da parte degli sviluppatori per prevenire altri tipi di abuso. Ad esempio, sarà rimosso l’accesso degli sviluppatori ai dati degli utenti che non hanno piu’ usato la loro app in un arco di tempo di tre mesi. Nell’effettuare l’accesso ad un’app, gli utenti andranno a condividere di base meno dati personali: solo il nome, la foto del profilo e l’indirizzo email. Per la richiesta di informazioni aggiuntive, come l’accesso ai post o altri dati privati, Facebook richiederà agli sviluppatori non solo di ottenere l’approvazione ma anche di firmare un contratto.

In terzo luogo, Facebook vuole assicurarsi che gli utenti abbiano chiaro in mente quali applicazioni hanno il permesso di accedere ai loro dati. Per questo, la società prevede che nel prossimo mese mostrerà a tutti gli utenti uno strumento nella parte superiore del feed di notizie personale con l’elenco delle app utilizzate e un modo semplice per revocare le autorizzazioni di tali app ai propri dati. Esiste già uno strumento per farlo – si trova nelle impostazioni sulla privacy – ma forse è sempre stato ‘troppo nascosto’ e scarsamente di facile accesso, quindi questo strumento ora verrà messo bene in evidenza nella parte superiore del feed di notizie cosi’ tutti gli iscritti lo possono vedere.

Aggiornamento 22 marzo 2018: articolo originale del 20 marzo aggiornato il 22 marzo per includere le dichiarazioni di Mark Zuckerberg.

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