Sul blocco di Instagram in Russia risponde il capo della piattaforma Adam Mosseri

Pochi giorni dopo la decisione di bloccare l'accesso a Facebook in Russia, il governo del paese ha deciso di bloccare anche Instagram. Entrambe le piattaforme sono di Meta.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Con l’attuale crisi umanitaria che si aggrava di giorno in giorno, quasi quotidianamente c’è una novità. Tra le ultime, il governo russo ha deciso di bloccare l’accesso a Instagram in Russia, a partire da lunedì 14 marzo 2022. Questa decisione non è da poco, considerando che circa l’80% delle persone in Russia segue un account Instagram al di fuori del proprio paese. "E questo è sbagliato", secondo il capo di Instagram Adam Mosseri. Ricordiamo che, il 4 marzo scorso, il governo russo ha preso la decisione di bloccare l’accesso a Facebook nella Federazione Russa.

"Il governo russo ha deciso di bloccare Instagram in Russia, tagliando fuori milioni di persone dai propri cari e amici in tutto il mondo" spiega Mosseri in un video che ha pubblicato nel suo account Instagram lo scorso 11 marzo 2022. Mosseri aggiunge: "Sappiamo che oltre l’80% delle persone in Russia su Instagram segue un account al di fuori della Russia. La situazione è terrificante e stiamo cercando di fare tutto il possibile per mantenere le persone al sicuro. Abbiamo reso disponibili chat crittografate per tutti in Ucraina e Russia e abbiamo incoraggiato tutti in questi paesi a rendere privati ​​i propri account e abbiamo fatto in modo che tu non possa vedere chi segue un altro account, per motivi di sicurezza. Abbiamo anche impegnato 15 milioni di dollari in iniziative umanitarie e abbiamo visto 750.000 persone sulla piattaforma raccogliere oltre 30 milioni di dollari per sforzi simili. Abbiamo anche creato un hub informativo per le persone interessate, anche se si spostano da un paese all’altro, per assicurarsi che abbiano accesso a buone informazioni nel contesto. Ci sono più informazioni disponibili al mio link in bio, e se sei interessato a donare, ti incoraggio a donare a Save the Children, International Rescue Committee o CARE – tutte organizzazioni straordinarie che stanno facendo cose importanti in questo momento. "

Solo un paio di giorni prima di questa dichiarazione di Mosseri, Meta ha annunciato tutta una serie di ulteriori strumenti e modifiche pensati per aiutare le comunità dei servizi che gestisce – tra cu Facebook, Intagram e Whatsapp – ad accedere a risorse per agire e sostenere le persone bisognose in seguito all’aggravarsi della crisi umanitaria. In riferimento ad Instagram, Meta aveva condiviso la decisione di nascondere le informazioni sui follower delle persone, su chi stanno seguendo e sulle persone che si seguono a vicenda per gli account privati ​​con sede in questi due paesi, impedendo così alle persone che seguono account privati ​​con sede in Ucraina e Russia di vedere chi stanno seguendo quegli account o chi li segue. Inoltre, Meta aveva condiviso la decisione di mettere in evidenza negli account in Ucraina e Russia strumenti come ‘La tua attività’ (che consente anche di eliminare in blocco i contenuti pubblicati come foto e video, nonché i Mi piace e commenti) e ‘Scarica le tue informazioni’ (che consente di ottenere una copia dei propri dati di Instagram).

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Lo scorso 11 marzo, il presidente degli Affari Globali di Meta, Nick Clegg, ha condiviso nel portale Newsroom di Meta una sua dichiarazione in cui ha riferito che il governo russo sta valutando la possibilità di designare Meta come organizzazione estremista per le sue politiche a sostegno della parola. Questo in seguito alla decisione di Meta di consentire sulle sue piattaforme agli account ucraini di esprimere "la loro resistenza e furia contro le forze militari invasori", sempre entro certi limiti. Una decisione "temporanea" presa in "circostanze straordinarie e senza precedenti", come ha detto Clegg.

"C’è stata molta copertura e discussione su come stiamo applicando le nostre policies to speech nel contesto dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin" spiega Clegg. "Voglio essere chiarissimo: le nostre politiche sono incentrate sulla protezione dei diritti delle persone alla parola come espressione di autodifesa in reazione a un’invasione militare del loro paese. Il fatto è che se applicassimo le nostre politiche sui contenuti standard senza alcun aggiustamento, ora rimuoveremmo i contenuti di normali utenti ucraini che esprimono la loro resistenza e furia contro le forze militari invasori, il che sarebbe giustamente considerato inaccettabile. Per essere chiari, applicheremo questa politica solo nella stessa Ucraina. Non abbiamo alcun contrasto con il popolo russo. Non vi è alcun cambiamento nelle nostre politiche sull’incitamento all’odio per quanto riguarda il popolo russo. Non tollereremo la russofobia o alcun tipo di discriminazione, molestia o violenza nei confronti dei russi sulla nostra piattaforma. Questa è una decisione temporanea presa in circostanze straordinarie e senza precedenti. Terremo sotto controllo la situazione nel prossimo periodo."

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