Apple risponde a Spotify su pratiche anticoncorrenziali: Spotify ha torto

Le regole dell'App Store specificano che uno sviluppatore non può offrire codici che eludono il meccanismo di acquisto in-app di Apple. Spotify è quindi dalla parte del torto.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

Spotify accusa Apple di rendere più difficile alla società di musica in streaming di competere sul mercato in quanto ha bloccato l’ultimo aggiornamento della sua app per dispositivi iOS, iPhone e iPad. Come inizialmente segnalato da Recode, in una lettera inviata all’avvocato di Apple, Spotify dice che Apple sta "causando gravi danni a Spotify e ai suoi clienti" negando la richiesta di Spotify di aggiornare la sua app per iOS.

Quale è il problema? Non è la prima volta che si discute di questo, e per capirlo bene ci sono delle premesse da fare.

Apple chiede ai servizi in abbonamento di utilizzare la fatturazione attraverso iTunes al fine di vendere il servizio agli utenti del suo App Store. Anche se Apple di fatto non obbliga tali servizi di utilizzare il suo servizio di fatturazione di iTunes, non permette loro di utilizzare un sistema di pagamento alternativo all’interno dell’app, come fa Google con le app Android.

Il problema nasce dal fatto che Apple chiede un pagamento mensile di fino al 30 per cento dei canoni di abbonamento attraverso il suo sistema di fatturazione, e i produttori di app come Spotify non possono distribuire le loro applicazioni su iPhone al di fuori del negozio ufficiale di Apple. Ad esempio, se un abbonamento costa 10 dollari, Apple riceve 3 dollari di commissione, con i restanti 7 che vanno al fornitore del servizio.

Spotify rivendica di essere svantaggiata solo per il fatto di distribuire la sua app tramite lo store di Apple. L’app per iOS va scaricata dall’App Store di Apple, è gratuita per chi usa il servizio in modalità freemium e permette di abbonarsi tramite acquisti in-app, quindi effettuando il pagamento per l’abbonamento a Spotify Premium passando dall’App Store. Ma procedendo in questo modo, ossia abbonandosi attraverso l’App Store, il prezzo dell’abbonamento a Spotify Premium che per tutti (salvo promozioni) è di 9.99 euro, viene maggiorato del 30% perchè vengono calcolata la quota di commissione trattenuta da Apple.

Spotify agli utenti che si abbonano tramite il sistema di fatturazione di Apple ha sempre chiesto ogni mese 12,99 euro invece del prezzo di 9,99 euro del pacchetto Premium, quindi ben 3 euro in più al mese. Spotify è di fatto obbligata a fare questo, altrimenti gli utenti che si iscrivono tramite il sistema di fatturazione di Apple è come se pagassero l’abbonamento Premium 7 dollari, invece di 10. E non è giusto nei confronti della società che guadagna di meno, e nei confronti degli altri abbonati sulle altre piattaforme. Questo nonostante il fatto che contenuti per cui si paga non cambiano: in entrambi i casi il pacchetto che si acquista è l’offerta Spotify Premium (musica in qualità migliore a 320kbps, modalità offline, niente pubblicita’, ecc). Cambia solo che a Apple vanno 3 euro di commissione.

Spotify ha quindi sempre incentivato i suoi utenti a non abbonarsi a Premium utilizzando il sistema di fatturazione di Apple dall’interno dell’app, ma piuttosto per risparmiare questi 3 euro/dollari in piu’ ha consigliato di cancellare il proprio abbonamento via iTunes (se attivo) e attivarlo successivamente dal sito di Spotify, inserendo username e password. In questo modo, non si passa attraverso Apple, ma il pagamento viene effettuato direttamente a Spotify, di 9,99 euro.

Nell’aggiornamento della sua app che Apple ha recentemente respinto Spotify ha scelto di rimuovere l’opzione di potersi abbonare in-app, così da far abbonare gli utenti di iPhone al pack Premium solo tramite il sito di Spotify. Ecco perchè Apple non ha approvato l’aggiornamento, e ha chiesto a Spotify di utilizzare il sistema di fatturazione di Apple se "vuole utilizzare l’applicazione per acquisire nuovi clienti e vendere abbonamenti".

Spotify accusa Apple di aver compiuto una mossa anti-concorrenziale, insistendo sul fatto che Apple sta "causando un grave danno" per la sua attività e ai suoi clienti.

"Questo ultimo episodio solleva gravi preoccupazioni sia negli Stati Uniti che del diritto della concorrenza dell’Unione europea", ha scritto Horacio Gutierrez di Spotify. "Si continua un modello inquietante di comportamento da parte di Apple che esclude e diminuisce la competitività di Spotify su iOS e come un rivale di Apple Music."

Secondo Gutierrez, Apple ha minacciato di rimuovere la app Spotify dal suo App Store, se non ferma la campagna indirizzata ai propri utenti in cui invita ad iscriversi al di fuori del sistema di fatturazione di iTunes, tramite il proprio sito web di Spotify.

Gutierrez ha inoltre detto che"non possiamo stare a guardare Apple mentre utilizza il processo di approvazione su App Store come arma per danneggiare i concorrenti." 

Apple è dalla parte della ragione, in quanto il suo regolamento vieta il comportamento attuato da Spotify. La discussione ruota attorno al punto 3.1 delle Linee Guida dell’App Store, che dettaglia esattamente come gli acquisti in-app devono essere gestiti quando le applicazioni sono distribuite tramite App Store:

3.1.1 Acquisti In-App: Se si desidera sbloccare caratteristiche o funzionalità all’interno della vostra app, (a titolo di esempio: abbonamenti, valute di gioco, livelli di gioco, accesso ai contenuti premium, o sbloccare una versione completa), è necessario usare gli acquisti in-app. Le applicazioni non possono includere pulsanti, link esterni, o altri inviti all’azione che invitano i clienti ad acquistare tramite meccanismi diversi da IAP. Eventuali crediti o valute di gioco acquistati tramite IAP devono essere consumati all’interno della app e non possono scadere, e si dovrebbe assicurarsi di avere un meccanismo di ripristino per eventuali acquisti ripristinabili in-app. (…) Le applicazioni non dovrebbero direttamente o indirettamente consentire il regalo di contenuti IAP, caratteristiche, o materiali di consumo per altri. Le applicazioni distribuite tramite il Mac App Store possono ospitare plug-in o estensioni che vengono attivate con meccanismi diversi da App Store.

3.1.2 Sottoscrizioni: abbonamenti che si auto-rinnovano dovrebbero essere offerti solo con l’acquisto in-app e possono essere utilizzati solo per i periodici (ad esempio giornali, riviste), le applicazioni aziendali (ad esempio imprese, la produttività, la creatività professionale, cloud storage), applicazioni multimediali ( ad esempio video, audio, voce, condivisione di foto), e altri servizi autorizzati (ad esempio incontri, dieta, tempo). Questi abbonamenti devono durare un minimo di 7 giorni ed essere accessibili da tutti i dispositivi degli utenti in cui l’applicazione è disponibile. Si possono offrire abbonamenti che sono condivisi tra le proprie applicazioni, ma questi abbonamenti non possono estendersi alle applicazioni o servizi di terzi.

Le suddette regole vanno a specificare che uno sviluppatore non può offrire codici che eludono il meccanismo di acquisto in-app di Apple. Spotify è quindi dalla parte del torto.

LA RISPOSTA DI APPLE. In una lettera ottenuta da BuzzFeed, il consigliere generale di Apple Bruce Sewell ha descritto l’accusa come "preoccupante" e che Spotify sta "chiedendo deroghe a regole che si applicano a tutti gli sviluppatori". Sewell ha continuato a dire che il servizio di streaming musicale ha "pubblicamente ricorso a voci e mezze verità circa il nostro servizio", come per dire che Spotify avrebbe cercato di boicottare il lancio di Apple Music prima del lancio con voci e speculazioni anche infondate. "Ironia della sorte, è ora Spotify che vuole che le cose siano diverse chiedendo un trattamento preferenziale da parte di Apple", ha detto Sewell, che ha ribadito che il sistema di acquisto previsto dall’App Store non viola le leggi antitrust come Gutierrez ha sostenuto nella sua lettera. Inoltre, Sewell ha detto che l’applicazione Spotify che è attualmente disponibile nell’App Store in realtà viola le linee guida della società. "Sarei felice di facilitare un esame rapido e approvare la vostra applicazione non appena ci fornirete qualcosa che è compatibile con le regole dell’App Store", ha concluso Sewell.

Update: 04.07.2016 – Articolo aggiornato con la risposta di Apple e le linee guida dell’App Store.

Spotify – email agli utenti Apple

Per risparmiare 3 euro nell’abbonamento Spotify Premium, e quindi non pagare più 12,99 euro ma 9,99 euro come dovrebbe essere, basta cancellare il proprio abbonamento via iTunes e riattivarlo successivamente dal sito di Spotify, inserendo username e password. In questo modo, non si passa attraverso Apple, ma il pagamento viene effettuato direttamente a Spotify, di 9,99 euro.

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