Arrivano i cloni digitali a lavorare per conto di chi rappresentano

Robot IA al lavoro

Scritto da

Redazione Pianetacellulare

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Pare che sia in aumento la domanda di persone che creano cloni digitali di loro stesse così da avere più tempo libero o per riuscire a soddisfare un gran numero di clienti senza impazzire. Vediamo alcuni esempi e, soprattutto, come si potrebbe iniziare a creare un clone digitale della propria personalità. 

robot con ia al lavoro al posto di una persona
cloni digitali al posto dei lavoratori umani? – [credit: VesnaArt/shutterstock]
Ci sarebbero sempre più persone che decidono di creare una copia digitale di loro stesse con lo scopo di prendersi una pausa nella vita reale e continuare a far svolgere il loro lavoro a questi ‘cloni’. O semplicemente perché hanno talmente tante cose da fare che non riescono più a seguire tutto in prima persona e quindi necessitano di un ‘aiuto digitale’. Naturalmente non tutti i tipi di lavoro possono essere sostituiti da cloni digitali, però alcuni sì.

Considerando gli esempi che andremo a vedere a seguire, possiamo intuire che figure professionali che i cloni digitali possono rappresentare grazie all’IA siano quelle del consulente, dell’assistenza e della divulgazione informativa. Soprattutto figure a cui le persone possono rivolgersi per chiedere cose per svolgere un’attività o per affrontare determinati momenti della propria vita. Per esempio, un consulente comprende ciò che gli viene chiesto e offrire consigli sulla base di ciò che conosce. Proprio quello che i chatbot d’IA fanno: comprendono la richiesta dell’utente e, sulla base di ciò che conoscono, rispondono.

L’era dei cloni digitali alimentati dall’IA

Per esempio, il Daily Mail riporta il caso dello scrittore e medico indiano Deepak Chopra, che già da almeno un paio di anni tramite l’app ‘Digital Deepak‘ offre accesso ad un assistente per il benessere digitale che rispecchia la sua personalità. In un post pubblicato nel suo sito web, Chopra spiega di essersi avvicinato al mondo dell’intelligenza artificiale dopo avere visto un video con lui che parla la lingua inglese trasformato dall’IA in uno stesso video con lui che però parla la lingua hindi muovendo le labbra in maniera sincronizzata con le parole. Successivamente, il medico e scrittore ha approfondito i modelli di intelligenza artificiale generativa moderni come i popolari ChatGPT di OpenAI e Gemini di Google.

persona e ia che pensano insieme
ci pensano i cloni digitali a lavorare per conto di chi rappresentano – PianetaCellulare.it [credit: thinkhubstudio/shutterstock]
Nella sua fase di esplorazione dei chatbot IA, Chopra ha scoperto che possono rivelarsi degli ottimi ascoltatori e delle fonti di frasi ispirazionali consolidate nel tempo. Lo scrittore ha detto di essere rimasto più colpito di quanto si aspettasse nel condurre diverse conversazioni con questi chatbot non solo parlando di questioni importanti come le origini del Big Bang o del cervello umano, ma anche per chiedere consigli motivazionali e condurre pratiche spirituali. In particolare, secondo Chopra, un chatbot può rivelarsi un ottimo ascoltatore quando si vorrebbe confidare una questione personale a qualcuno ma che non si confida, neanche ad un migliore amico o al proprio medico, per paura o per imbarazzo.

Chopra non sa come evolverà l’intelligenza artificiale nel prossimo futuro. Tuttavia, lo scrittore è convinto del fatto che, come per ogni nuova tecnologia, anche l’IA ha dei lati positivi e negativi e che il buon utilizzo o l’abuso di essa dipendano dall’utilizzo che ne viene fatto.
E’ possibile approfondire leggendo il post di Chopra: www.deepakchopra.com/articles/an-optimistic-conversation-with-ai/.

Un’altra persona che ha deciso di creare una copia digitale di sè e farla lavorare al suo posto grazie all’IA è il produttore musicale americano Illmind, il cui chatbot basato sulla sua personalità chiamato ‘BlapGPT’ dispensa consigli a tutte le persone che aspirano a diventare produttori musicali.

Ciò che Chopra e Illmind sembra abbiano fatto è addestrare un’ia con la propria personalità e immagine per creare dei chatbot che replicano questi aspetti.

Come si può creare una copia digitale di se stessi?

Come riferito dal Corriere della Sera, esistono diverse aziende che offrono servizi in grado di creare una copia digitale di una persona e capace poi di svolgere diverse attività per suo conto. Attività come rispondere alle e-mail o interagire con i clienti utilizzando una voce pressoché simile. Tra i servizi più noti ci sarebbero Coachvox e Delphi.

A proposito di quest’ultima, un rappresentante di Delphi ha riferito al Daily Mail che la piattaforma è già molto richiesta da creators, influencer e professionisti aziendali per creare copie digitali di loro con lo scopo di farle lavorare al posto loro. La piattaforma è comunque aperta a tutti. Se andiamo a guardare il sito web della piattaforma (www.delphi.ai) ed entriamo nella sezione ‘prezzi’ vediamo come sia possibile iniziare a creare un proprio clone digitale senza pagare e poi, in base alle capacità che si desidera assegnargli, viene chiesto di pagare un minimo di 29 dollari al mese, con un piano che può arrivare a costare anche 399 dollari al mese o più. Di che tipo di capacità stiamo parlando?
E’ possibile creare un clone che possa interagire per conto proprio su Instagram o rispondere al telefono, pe esempio. In ogni caso, per creare una copia digitale della propria personalità si passa attraverso il ‘Clone Studio‘ online di Delphi, di cui possiamo vedere un’anteprima nei video qui sotto. Nella configurazione del proprio clone bisogna addestrare l’ia affinché possa replicare la propria personalità, per esempio caricando una descrizione e uno scopo ma anche caricando una registrazione della propria voce.
Per questioni di sicurezza ed evitare che qualcuno possa creare una copia digitale di un’altra persona la piattaforma chiede di caricare un proprio documento d’identità.

Sembra tutto molto bello però…. che fine possono fare i dati personali? Restando su Delphi, l’azienda riferisce nelle sue FAQ che i dati dei clienti restano in possesso dei clienti. Inoltre, l’azienda riferisce che non vende e non invia a terzi i dati dei suoi clienti. Inoltre, i clienti hanno il controllo del loro clone e che possono eliminarlo in qualsiasi momento.

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