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Huawei, piano B: alternativa al Play Store di Google

Google ha rimandato di tre mesi la fine del suo rapporto commerciale con Huawei per concedere a quest’ultima in licenza il suo sistema operativo Android per utilizzarlo al completo dei servizi e prodotti Google nei dispositivi a marchio Huawei, e quindi nei prossimi 90 giorni non cambierà nulla per gli utenti. Tuttavia, Huawei sta lavorando ad un piano B, perchè quando il ban per Huawei entrerà in vigore questa estate, i nuovi dispositivi del produttore cinese non avranno piu’ accesso al Play Store per scaricare nuove applicazioni, non avranno piu’ gli aggiornamenti di sicurezza, i servizi e i prodotti di Google; potranno eseguire un sistema operativo basato sulla versione gratuita di Android, che appunto contiene solo il codice di base della piattaforma mobile di Google ma non consente l’accesso ai prodotti e ai servizi di Google.

Huawei e il ban USA: cosa cambia per gli utenti

Huawei avrebbe gia’ il suo store: AppGallery

Huawei non ha intenzione di stare a guardare, sta preparando il suo ‘pinao B’. Un nuovo rapporto di Bloomberg suggerisce che Huawei si sta preparando per introdurre una sua app che serva da alternativa al Google Play Store per la distribuzione di applicazioni e giochi per i suoi dispositivi. Su questi oggi già si trova AppGallery, lo store ufficiale di Huawei per app e giochi, ma allo stato attuale non puo’ sostituire il Play Store di Google perchè offre molto poco, in termini di contenuti. Se sistemata e se riuscirà ad includere molti piu’ contenuti, allora potrebbe diventare l’app da cui gli utenti Huawei potranno scaricare nuove applicazioni al posto del Play Store di Google da questa estate. Ma i tempi stringono.

Huawei AppGallery, lo store di app per device Huawei

Il futuro di Huawei si fa incerto? Forse c’e’ anche un ‘piano C’

Per riuscire a crescere al di fuori della Cina, come riferito da Bloomberg, lo scorso anno Huawei aveva promesso a potenziali suoi partner che entro la fine del 2018 50 milioni di utenti europei avrebbero utilizzato il suo app store, piuttosto che quello di Google. Huawei avrebbe anche avuto trattative con gli operatori partner europei per promuovere il suo app store. Bloomberg afferma che la società cinese si è anche offerta di fornire agli sviluppatori partner un semplice strumento per modificare il software che hanno già scritto per lo store di Google affinché funzioni sul suo AppGallery.

I telefoni Huawei al di fuori della Cina utilizzano una versione di Android ‘licenziata’, per il cui utilizzo il produttore cinese ha pagato la licenza a Google, cosi’ da poter includere un pacchetto di servizi Google, tra cui Ricerca, Maps, Chrome, YouTube e il Play Store, quest’ultimo per consentire agli utenti di scaricare altre app. I consumatori che già possiedono dispositivi Huawei continueranno ad accedere ai servizi di Google e al negozio di app di Google, mentre i nuovi telefoni Huawei venduti dopo l’entrata in vigore del divieto imposto dall’amministrazione Trump no.

Huawei difficilmente riuscirà in soli 3 mesi a realizzare uno store di applicazioni in grado di servire come reale alternativa al Play Store di Google per incentivare i consumatori a preferire i suoi smartphone piuttosto che quelli di altri produttori come Samsung, Sony, LG, OnePlus, ecc. Ce la farà? C’è anche l’ipotesi che, tra tre mesi o meno, lo scenario possa cambiare, che il ban per Huawei non ci sarà piu’ e che tutto questo diventerà un ricordo.

Si è anche vociferato che Huawei potrebbe lanciare i suoi futuri smartphone e tablet con un sistema operativo proprietario, indipendente da Android, ma per arrivare a questo scenario i tempi si farebbero ancora piu’ lunghi. Huawei sicuramente farebbe prima a continuare ad utilizzare Android nella sua versione gratuita, senza accesso alle applicazioni e ai servizi di Google, un po’ come fa Amazon con i suoi dispositivi, con un proprio app store contenente anche una selezione delle applicazioni Android piu’ popolari. Huawei deve trovare una soluzione per limitare al minimo i danni che il ban dell’amministrazione Trump farà al suo business nel mercato degli smartphone, del quale puntava a diventare leader in pochi anni superando sia Apple che Samsung in quote di mercato.

Simone Ziggiotto

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