La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha scritto una lettera al capo di Facebook, Mark Zuckerberg, che è stata pubblicata in prima pagina da Repubblica, in cui esprime le proprie preoccupazioni circa il "dilagare dell’ odio nel discorso pubblico". Nella lettera, la Boldrini, specifica che la colpa del fenomeno non è dei social, ma certamente sono questi nuovi mezzi di comunicazione ad ampliare tale fenomeno in maniera "universale".
Per la presidente della Camera, "questo dev’essere il tempo della responsabilità: tanto maggiore quanto più grande è il potere di cui si dispone. E il suo è notevole". Secondo la Boldrini, Facebook in Italia non si impegna abbastanza per tenere l’odio fuori dal social network. A sostegno della sua tesi cita come esempi le pagine di gruppi politici estremisti e violenti.
"Una ricerca dell’ Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha catalogato 300 pagine che su Facebook esaltano il fascismo" spiega la Boldrini. "L’apologia del fascismo da noi è un reato – prosegue – ma i rappresentanti italiani della sua azienda rispondono che non è compreso nelle regole di Facebook e che ‘gli standard della comunità devono poter valere in ogni Paese’".
La Boldrini cita poi la frase detta da Zuckerberg "su Facebook non c’e’ spazio per l’odio" per lamentare il fatto che, almeno in Italia, "non e’ vero", ricordando quindi "i dati di applicazione del codice di condotta contro ‘la diffusione dell’illecito incitamento all’odio in Europa’, che anche la sua azienda ha sottoscritto a maggio 2016 con la commissione Ue" scrive la Presidente.
La prima verifica semestrale rivela che Facebook ha eliminato il 28% dei contenuti segnalati come discriminatori o razzisti, una media "appena" sufficiente per la Boldrini, che "si ricava dal 50% di Germania e Francia e dal misero 4% italiano". A questo punto la Presidente si domanda se questo dato "allarmante" è dovuto al fatto che manca un ufficio operativo di Facebook nel Bel Paese.
La Boldrini nella lettera a Zuckerberg ricorda di aver lavorato per 25 anni nelle agenzie delle Nazioni Unite, prima di essere eletta Presidente della Camera dei deputati, per occuparsi di crisi internazionali e di rifugiati, vedendo in prima persona quanto "siano importanti la Rete e i social network anche nei luoghi più remoti del pianeta e nei campi profughi. E proprio perché ne conosco lo straordinario valore, ritengo si debba agire presto e su più livelli affinché i social non diventino ostaggio dei violenti".
La Boldrini ricorda di aver avuto modo di trattare il tema delle fake news con Richard Allan, vicepresident public policy di Facebook per l’area Europa-Medio Oriente-Africa, che ha incontrato a Montecitorio su sua richiesta proponendo anche tre proposte per provare a risolvere il problema, di cui tre di natura tecnica e la terza riguardante l’apertura in Italia di un ufficio operativo per i 28 milioni di utenti che Facebook ha in Italia. "Le risposte giunte dopo due mesi sono evasive e generiche" ha lamentato la Presidente della Camera, che conclude chiedendo direttamente a Zuckerberg "da che parte sta Facebook, in questa battaglia di civilta’?".
Staremo a vedere se Zuckerberg avrà il tempo di rispondere alla Boldrini.