Apple è accusata di aver formato un cartello cinque tra le più importanti case editrici per tenere fermo il prezzo degli ebook. Un ruolo importante nella vicenda è quello di Steve Jobs, scomparso lo scorso Ottobre.
L'azione legale contro la società di Cupertino e i cinque editori è in mano al dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
Il complesso piano messo in atto da Steve Jobs & Co. negli ultimi due anni ha fatto spendere decine di milioni di dollari agli utenti. I prezzi di molti tra bestseller e nuovi libri digitali negli ultimi hanno subito un rialzo compreso tra i 3 e i 5 dollari, consentendo ad Apple di guadagnare la commissione del 30% per ogni vendita.
Dalla biografia scritta da Walter Isaacson si possono capire le intenzioni dell'ex CEO della Mela. Nel 2010 Amazon aveva cominciato a vendere libri sottocosto, facendoli pagare 9,99 dollari e facendo andare sulle furie gli editori.
Ecco l'estratto di una conversazione tra Isaacson e Jobs il giorno successivo alla presentazione del primo iPad, avvenuta nel 2010.
"Abbiamo detto agli editori 'Faremo come le agenzie, cioè voi fissate il prezzo e noi otteniamo il nostro 30%. Si, gli acquirenti spenderanno un pò di più, ma comunque questo è ciò che volete’. [...] Abbiamo anche chiesto una garanzia, in modo che se qualcuno vende i libri a un prezzo più basso del nostro, anche noi lo possiamo abbassare"
"Questi dirigenti sapevano benissimo che cosa stessero facendo" ha affermato Sharis Pozen dell'Antitrust americana.
eBook: Apple rigetta le accuse Antitrust americana
Apple si difende dalle accuse del dipartimento di Giustizia statunitense asserendo che invece la mossa ha spezzato il monopolio di Amazon, portando innovazione e competitività.

Nell'accusa del governo americano compare anche Steve Jobs, che avrebbe avuto un ruolo importante nella vicenda. Il rialzo per diversi libri e bestseller sarebbe stato compreso dai 3 ai 5 dollari ciascuno. Ciò avrebbe garantito un margine di guadagno (il 'classico' 30%) alla società di Cupertino.